Terni: la storia del Livingstone rischia di scrivere la parola fine

I proprietari Mirko e Valentina stanno cercando di passare il testimone di un’attività che ha una storia trentennale. «Ma non è così facile»

Condividi questo articolo su

di Francesca Torricelli

La storia, lunga 30 anni, del Livingstone a Terni rischia di scrivere la parola fine. Gli attuali proprietari, i fratelli Mirko e Valentina Zitti, per scelte di vita differenti, stanno cercando di passare il testimone dell’attività «ma non è così facile perché ci sono imprenditori decisi ad investire, ma non avendo persone di fiducia a cui delegare la gestione, non si concretizza nulla. Il Livingstone rischia di diventare un lontano ricordo». È proprio Mirko ad aiutarmi a ricostruire questa storia trentennale.

La storia

«Il Livingstone nasce nel febbraio del 1994 per volontà e spirito imprenditoriale della famiglia Tommasi», mi racconta Mirko. «Roberto, seguendo la moda di quegli anni, decise di aprire il locale in via Battisti. La novità, la qualità dei prodotti, il legame con le ‘Fere’, sono state la cornice perfetta di serate memorabili. Gli anni passano e la fatica di far tardi tutte le sere si fa sentire. Sono gli anni 2000 e il testimone passa a Federico ed Ecla Manni, decisi a dare una svolta ad un locale che inevitabilmente non era più al passo con i tempi. Sono gli anni in cui viene rivoluzionato il mobilio dando più spazio ai tavoli, viene sviluppata la cucina, nasce la ‘mitica’ pizza del Livingstone e l’intramontabile Passo Sella e vengono creati eventi destinati ad entrare nella tradizione della nostra città, come Oktoberfest e Marzen. Nel 2006 Federico ed Ecla decidono di ampliare la loro attività rilevando un altro ‘pezzo da 90’ della ristorazione ternana: Lu Somaro. Le cose vanno talmente tanto bene e l’impegno è così gravoso che dopo un anno di doppia gestione decidono di vendere il Livingstone per dedicarsi anima e corpo alla nuova attività».

Nasce la Livingstone Snc e subentrano Mirko e Valentina

È l’ottobre del 2007 quando Mirko e sua sorella Valentina costituiscono la Livingstone Snc, società destinata a gestire l’omonimo locale. «Dopo anni in cui avevamo lavorato tra bancone, tavoli e cucina avevamo deciso noi di prendere in mano il testimone e rilanciare l’attività credendo fermamente nel suo immenso valore economico e sociale. Sono anni folgoranti, eventi su eventi, serate su serate. Fiutando i tempi che cambiavano fu introdotto per la prima volta a Terni un menù interamente senza glutine, cosa che ancora oggi ci fa detenere un’indiscussa leadership nel settore. Sono gli anni del Karalive, del Dr Why, del Cineasta e delle serate con le più blasonate band cittadine. La società cambia, cambiano le abitudini, cambia il clima: nel 2015 non era più possibile non avere uno spazio all’aperto e così con rammarico decidemmo di lasciare dopo 21 anni la storica sede di via Battisti per riaprire a ridosso del centro in un traversa porticata della blasonata via Angeloni. Quando a giugno del 2015 iniziarono i lavori, nella sonnolenta via San Tommaso si diffuse il panico. Un’attività notturna in questa via? Ragazzi che schiamazzano fino a notte tarda? Una follia. Con la gentilezza, la cortesia, il rispetto, nelle settimane che seguirono quei vicini preoccupati si trasformarono nei nostri migliori clienti e fidati conoscenti, rappresentando per loro, nelle buie notti cittadine, una luce di legalità e sicurezza».

La vita cambia

«Passa la crisi finanziaria del 2011, quella dell’Acciaieria con i blocchi e gli scioperi, passano gli anni bui del Covid e passano gli anni anche per me e Valentina – spiega Mirko – le famiglie sono cresciute e sono nate due bimbe. Nonostante tutto questo abbiamo comunque registrato un nuovo record di performance produttiva, ma ci rendiamo conto che è venuto il momento anche per noi di cedere il testimone: con la famiglia e delle bimbe che crescono non è più possibile per noi andare a dormire a notte fonda. Decisi a mettere a frutto le nostre due lauree in economia e l’esperienza maturata negli anni, abbiamo pensato di rimetterci a studiare e provare a cambiare nuovamente vita, sopratutto dopo aver saputo dell’apertura di nuovi concorsi e selezioni in importanti enti nazionali. La determinazione, la caparbietà e la capacità di saper reagire alle sconfitte hanno dato nuovamente frutto facendoci risultare vincitori in diversi concorsi, tanto che Valentina è già stata chiamata per lavorare a Roma».

Un grande rammarico

«Una storia bellissima che rischia, però, di scrivere presto la parola fine perché non riusciamo a trovare qualcuno che possa raccogliere il testimone. In questi mesi ci sono stati imprenditori decisi ad investire fiutando le potenzialità dell’attività, ma non avendo persone di fiducia a cui delegare la gestione non si è concretizzato nulla. Il personale del locale è parte della nostra famiglia, ci sono persone che conosciamo da anni, hanno vissuto il nostro percorso e sono perfettamente a conoscenza di tutte le fasi. Indubbiamente c’è la volontà di dare una continuità al locale anche per dare una tranquillità economica a chi ci lavora. Il rammarico grande – conclude Mirko – è che nonostante l’attività sia posta nel quartiere più innovativo a livello edilizio, quello con gli indici di crescita più alti vista la ristrutturazione di piazza del Mercato e i giardini di largo Cairoli, una storia lunga 30 anni possa concludersi nel torpore generale. Mancano pochi mesi all’ultima serrata, ma vogliamo sperare che questa bella storia imprenditoriale, storia della nostra città, possa essere tenuta in vita da chi ancora una volta crede nei suoi valori fondativi di familiarità, amicizia, professionalità ed onestà».


Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli