Terni: le educatrici dei nidi comunali vincono in tribunale contro il Comune

L’ente dovrà pagare l’indennità di turnazione, che era stata sospesa, e gli arretrati. Esulta la Fp Cgil

Condividi questo articolo su

Comune di Terni condannato dal giudice del lavoro Michela Francorsi a pagare l’indennità di turnazione prevista dagli articoli 22 e 23 del contratto collettivo nazionale degli enti locali e gli arretrati maturati dal febbraio 2021 dalle educatrici degli asili nido comunali, tutte assistite dall’avvocato Giovanni Ranalli del foro di Terni. La decisione fa esultare il sindacato Fp Cgil che, attraverso la segretaria regionale Desiré Marchetti, parla di «vittoria fondamentale, un atto di giustizia nei confronti di queste lavoratrici che due anni fa si erano viste negare questa importante voce contrattuale, cosa che ha comportato una riduzione stipendiale consistente».

OTTOBRE 2021, ALTA TENSIONE SU SEC E INDENNITÀ

L’avvocato Giovanni Ranalli

La battaglia

«La sospensione dell’indennità – prosegue la sindacalista – era avvenuta peraltro senza alcun tipo di comunicazione, neanche informale. Un vero e proprio atto d’imperio contro il quale la nostra organizzazione, convinta del pieno diritto delle lavoratrici a continuare a percepire tale indennità, si è mossa da subito e da sola, attivandosi per ottenere l’annullamento della decisione, partecipando con atteggiamento propositivo agli incontri di trattativa e infine dichiarando lo stato di agitazione del personale dei servizi educativi. Ciò a fronte di una totale chiusura da parte dell’amministrazione comunale che ha perfino ingiunto al personale educativo coinvolto, con una singolare e non conforme lettera di ‘messa in mora’, di restituire le somme dell’indennità percepite».

LO STATO DI AGITAZIONE

Desiré Marchetti

La sentenza

«Visto il fallimento di tutti i tentativi di mediazione e in accordo con le dipendenti – spiega il sindacato in una nota – la Fp Cgil ha deciso dunque di avviare il ricorso al giudice del lavoro, con una causa civile intentata dalle educatrici contro l’amministrazione comunale di Terni. Causa oggi vinta su tutta la linea, restituendo piena ragione alle educatrici, riconoscendo il loro diritto a percepire l’indennità di turnazione e accogliendo in toto le motivazioni del ricorso presentato, con il Comune di Terni condannato al pagamento in favore delle educatrici anche degli arretrati dell’indennità maturati, oltre che delle spese legali. Mentre sono dichiarate nulle le lettere di ‘messa in mora’».

Soddisfazione

«Siamo molto soddisfatte di questo risultato – conclude Desirè Marchetti -, una vittoria conseguita dalle lavoratrici e dalla Fp Cgil di Terni che le ha rappresentate, supportate concretamente e sostenute costantemente. Auspichiamo che questo esito possa essere accolto ora come un’opportunità da parte della dirigenza del Comune, per avviare una stagione diversa, con un approccio migliore nei confronti dei propri e delle proprie dipendenti».

Colagrande: «Approccio tipico della destra»

A commentare la sentenza è Cinzia Colagrande, già educatrice di un nido d’infanzia comunale – oggi in pensione – e poi segretaria dell’ufficio servizi educativi comunali e assistenza scolastica del Comune, ora candidata in supporto di Fiorelli (Polo alternativo): «Sarebbe però riduttivo leggere questa vittoria solo come riconquista di un diritto contrattuale, o nei soli termini economici che pur contano molto, vista la consistente riduzione stipendiale subita dalle educatrici. Aver formalmente sospeso – prosegue – e nei fatti ‘tagliato’ quell’indennità prevista dal CCNL dagli stipendi delle educatrici, è tipico delle politiche della destra, non solo a Terni e in Umbria e non solo nello specifico settore dell’istruzione e dell’educazione, ma in quelli dell’ambiente, della sanità, del welfare. Ogni ambito nel quale il pubblico deve, al contrario, essere protagonista, trainante e facilitatore della vita della comunità locale, territoriale o nazionale che sia. Conosco a fondo i Servizi Educativi comunali e le persone che ci lavorano per essere stata per 15 anni un’educatrice e successivamente per aver lavorato oltre vent’anni nella segreteria dell’ufficio di supporto amministrativo ed organizzativo dedicato. Sono stata quindi, purtroppo da vari anni, testimone dei tentativi di smantellamento progressivo dei Sec, delle statalizzazioni e delle chiusure, della mancata sostituzione del personale, della riduzione progressiva dei posti disponibili, arrivando in tempi più recenti all’inutile convenzionamento col privato, quale ulteriore canale per depotenziare i nidi pubblici, alla messa in campo di ogni scusa possibile per non promuovere e pubblicizzare dei Servizi Educativi di altissima qualità riconosciuta, e di una gestione e un approccio, nei confronti del personale, umiliante e professionalmente svilente. Se i nidi, i centri educativi e le scuole dell’infanzia comunali sono ancora a livelli qualitativi elevati e costituiscono una garanzia ed un punto di riferimento per le famiglie della città, lo sono nonostante le scelte politiche sbagliate e la cattiva gestione di questi ultimi anni. Lo sono perché il personale è professionalmente preparato e possiede uno spiccato senso di appartenenza. Sono convinta – conclude – che l’ente pubblico locale più vicino ai cittadini, quale è un Comune, abbia tra i suoi compiti principali quello di rispondere ai bisogni della città, delle famiglie, delle donne, dei soggetti fragili socialmente ed economicamente, e può farlo solo attraverso dei servizi pubblici di qualità che siano anche modelli di riferimento a cui tendere. I Servizi Educativi Comunali di Terni hanno una storia proprio di questo tipo, svolgono da sempre un ruolo educativo e sociale fondamentale ed irrinunciabile: la trasformazione della città di Terni in Comunità cittadina passa anche da lì».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli