Terni, locale chiuso: «Faccio il massimo»

Nuovo provvedimento, dopo quello scattato a settembre del 2017, nei confronti del ‘Free Zone’ di vico del Serpente. Parla il titolare

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Ci risiamo, a meno di un anno di distanza dall’ultima volta, la questura di Terni – anche e soprattutto sulla base di un esposto con oltre 200 firme sottoscritto dai residenti della zona – ha ri-chiuso, questa volta per trenta giorni, il locale/circolo ‘Freezone’ (già ‘Zona Latina’) di vico del Serpente. E il proprietario-gestore, Andrea Arcangeli, non si dà pace e spiega le sue ragioni. A partire dai controlli che hanno fatto scattare i sigilli in base al Tulps.

La polizia nel locale «Venerdì sera – racconta – quando la polizia è arrivata, alcuni evidentemente hanno svuotato le tasche e gettato in terra, nel locale, quello che avevano addosso. Da qui il ritrovamento di alcune dosi di stupefacenti. Ma io combatto ciò che vedo, e in questo senso ho il pieno controllo di ciò che accade all’interno. Il punto è che, anche questa volta, ci vado di mezzo io nonostante abbia chiesto aiuto in passato, senza ottenerlo, e nonostante l’impegno che ci metto per far sì che i clienti si comportino bene. Ci tengo davvero a dire che non c’è nulla di marcio in quello che faccio nè nel mio modo di operare. Ma puntualmente risiamo daccapo».

Andrea Arcangeli

«Clienti? Tutti registrati» Undici avventori con precedenti di polizia su un totale di trentacinque identificati al momento del controllo: «Non sapevo e non potevo sapere che alcuni dei presenti avevano avuto ‘grane’ con le forze dell’ordine. D’altronde non posso neppure discriminare, visto che il certificato penale non è richiesto per far parte dell’associazione incentrata sul mio locale. Quello che posso assicurare è che tutti sono regolamente registrati, anche coloro che non hanno la tessera perché devono finire di pagarla oppure se la sono persa. Anche coloro che venerdì sera erano lì».

«Stranieri? Anche italiani» «Diciamocelo, la vera causa della mia chiusura è il disturbo che alcuni soggetti che bazzicano il locale, arrecano ai residenti con schiamazzi, talvolta vetri rotti, ubriacature di difficile gestione. La gente ne ha le scatole piene ed ha ragione. Ma non posso essere io a farmi carico di certe ‘piazzate’ di soggetti su di giri, contro cui neanche la stessa polizia può fare nulla se non chiamare il 118. E non si tratta solo di stranieri come alcuni, anche per via di questo clima sociale, finiscono per pensare. Gli ultimi tre interventi delle forze dell’ordine sono stati tutti per cittadini italiani. Come una ragazza poco più che maggiorenne che ha dato in escandescenze ed un 50enne ternano che ho personalmente accompagnato lontano dal locale, prima che potesse creare problemi seri. Finito in ospedale, il giorno dopo è tornato e mi ha chiesto scusa».

«Le tenterò tutte» «La mia riflessione è: che differenza c’è fra il vociare di altre vie, come quelle della ‘movida’ frequentatissime d’estate, e ciò che accade in vico del Serpente? Penso che nelle prime, le autorità si comportino in maniera meno drastica e netta. Io qui ho investito soldi, dò lavoro a persone che hanno una famiglia da mantenere. Come passerò il mese di chiusura? Completando quei lavori interni, che ho già avviato, per migliorare il locale. Il punto è che io ce la metto tutta e la legalità è da sempre un valore che difendo anche a costo di pagarla di persona. Perchè devo essere responsabile fino a questo punto delle azioni altrui? Metterò anche dei buttafuori che controllino il piazzale antistante l’ingresso. Le tenterò tutte».

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