Terni, locale ‘a rischio’: «Sto con la legge»

Andrea Arcangeli de La Zona Latina di vico del Serpente, parla dopo le recenti risse: «Ci metto mani e faccia. Ma a volte non basta»

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Di serate e locali – talvolta borderline – se ne intende. Negli anni ne ha viste di tutti i colori, nel bene e nel male. Ma il sorriso c’è, nonostante tutto. Ed è quello di chi la faccia continua a mettercela, sempre. «Non mi sono mai tirato indietro. Perché dovrei? Ho le spalle larghe e so difendermi. Ma forse è ora di spiegare come la penso».

TERNI, RISSE ‘ETNICHE’: QUESTIONE DI AFFARI?

Sulla graticola Andrea Arcangeli è il titolare della Zona Latina, il locale-associazione di vico del Serpente – ‘erede’ dello storico After Bomb – da tempo nell’occhio del ciclone. Dopo un’estate fatta anche di liti, risse e botte da orbi, è normale finire sulla graticola. Così come attendersi un provvedimento – come la sospensione della licenza, già toccata ad altri – che è nell’aria da tempo.

VICO DEL SERPENTE, LA RISSA DEL 2 LUGLIO – VIDEO

«Nessuna connivenza» «Per certi versi lo capirei pure. Ma ci tengo a dire che io sto ‘dall’altra parte’. E i fatti lo dimostrano. La chiusura, per me, sarebbe immeritata. Perché? Per l’impegno che ci metto nel fare le cose come si deve. Perché rischio in prima persona, come quando mi metto a fare il buttafuori usando le mie mani. Come le forze dell’ordine, che fanno il massimo, io sto dalla parte della legge. Non sono connivente e non ho niente a che spartire con chi delinque. Altrimenti nel tempo non avrei denunciato determinati fatti».

VIA CARRARA: «NON SIAMO CRIMINALI»

La pressione è salita ancora di più dopo la rissa scoppiata all’alba di sabato, seguita da quattro arresti da parte della polizia, denunce a piede libero e tante polemiche. «La lite è partita fuori dal locale – racconta -. Mi sono messo in mezzo per dividere queste persone e ho rischiato anche grosso. Ma chi mi conosce e frequenta questo posto, sa che non mi tiro mai indietro. A volte sono l’unico che riesce a tenere a bada le ‘teste calde’. Do e pretendo rispetto, ma c’è ancora chi non ha capito come si deve comportare. Parlo di alcuni giovani, a volte arrivati in Italia da poco e che pensano di potersi permettere tutto».

Vico del Serpente

A colpi di bottiglie «Sabato, quando è scoppiato il ‘casino’, ho cercato di fare la mia parte. Di calmare gli animi, perché è anche nell’interesse mio e del mio locale. Nel tempo sono riuscito a far andare d’accordo persone di ogni nazionalità e questo è per molti aspetti un melting pot. Ma poi c’è chi esagera, chi oltrepassa i limiti e poi magari se ne rende conto a sbornia ormai passata. Un mese fa – dice Andrea Arcangeli – ho preso una bottigliata in testa da uno che conosco e con cui avevo parlato tutta la sera. Mi hanno messo otto punti sutura e tutto perché è andato fuori di senno, di punto in bianco. Qualche giorno dopo mi ha chiesto scusa. E io l’ho perdonato, è nel mio carattere, a patto che non si faccia più vedere qua».

«Chiusura? Inutile» Le frequenti liti, talvolta con conseguenze pesanti, che hanno interessato vico del Serpente, creano disagio e preoccupazione in coloro che vivono in questa parte di Terni: «E io, come loro, sono stanco. Ma non do da bere a chi è ubriaco. Gli alcolici li servo su bicchieri di plastica ad eccezione delle birre, come tutti. Forse un’ordinanza anti vetro aiuterebbe a limitare i rischi, anche se in giro le bottiglie si trovano e si possono prendere dappertutto. Se chiudessero la Zona Latina, il problema resterebbe tale e quale. Perché non è sigillando un locale che la situazione migliora, visto che i punti di ritrovo, comunque, non mancano. Perché le leggi non aiutano ad espellere davvero chi commette reati. Razzista non lo sono mai stato, ma intollerante mi ci hanno fatto diventare. E non accetto chi non sta alle regole, tanto che qui dentro nessuno si azzarda a comportarsi male».

Problemi Di recente c’è anche chi ha provato, con metodi anche abbastanza grossolani, a dare fuoco all’esterno del locale. La stessa persona che, filmata dalle telecamere all’alba, ha rovesciato un cassonetto del vetro e poi se l’è presa con la serranda della Zona Latina, svegliando mezzo quartiere. «È un soggetto che sta qui, a Terni, da una ventina d’anni. Ma non tornerà più, perché tramite conoscenze comuni, gli ho fatto arrivare il messaggio, chiaro e tondo». Fuori dall’ingresso, un cartello scritto in italiano e spagnolo recita così: ‘È assolutamente vietato sostare e parlare davanti al locale’. Certo, a giudicare dagli episodi dell’estate, parecchi se ne sono fregati: «La maggior parte delle persone vuole divertirsi o starsene in santa pace. Se tutti capissimo ciò, isolare e allontanare definitivamente chi è pericoloso non sarebbe impossibile. Serve una mano da parte di tutti, perché la delinquenza non nasce né muore qui. Ma è un fenomeno che continua ad esistere, con e senza la Zona Latina». Che ora ha il cerino in mano.

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