Terni: «Minori adottati con maggiori tutele»

I Comuni di Terni, Narni e Orvieto Usl Umbria2, hanno siglato un protocollo d’intesa per il sostegno alle famiglie ed ai ragazzi

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di Fra.Tor.

Si apre una nuova fase per il servizio adozioni nazionali ed internazionali nella provincia di Terni. Il servizio che attua interventi sul territorio dal 2003, precedentemente tra le funzioni della Provincia, cambiando l’assetto amministrativo, si è reso necessario il diretto esercizio della titolarità delle funzioni ai Comuni: in questo caso di Terni (Zona sociale 10), Narni (Zona sociale 11) e Orvieto (Zona sociale 12). Venerdì mattina, è stato siglato l’accoro fra le Zone sociali dei tre Comuni e la Usl Umbria2 con il quale «puntiamo a valorizzare le competenze del personale in cui si è investito negli anni e dare solidità ad un percorso che ha visto l’accoglienza di tantissimi bambine e bambini».

L’accordo Ad illustrare l’accordo è stata Francesca Malafoglia, vicesindaco del Comune di Terni,: «Con grandissima soddisfazione oggi presentiamo un accordo che prevede un approccio interistituzionale e multidisciplinare. Lo scopo dell’accordo è quello di sostenere le famiglie e i minori sotto tantissimi profili e avere una capacità istituzionale di coordinarci in un’ottica che vada fuori dai perimetri delle singole città, ma che abbracci l’intera comunità. Questo contiamo potrà mettere le famiglie nella condizione di avere un percorso molto più agevole, di avere un sostegno omogeneo ancora più integrato per quanto riguarda la parte psicologica, ma sopratutto alle bambine e i bambini di avere dei percorsi certi e celeri per trovare dei nuovi luoghi di accoglienza con amore e affetto».

L’INTERVISTA A FRANCESCA MALAFOGLIA – IL VIDEO

I Comuni e la Usl E’ stata volontà condivisa assicurare continuità ai percorsi e alle modalità operative già sperimentati, tutti gli attori coinvolti hanno ritenuto «fondamentale non disperdere quanto costruito negli anni in termini di professionalità e competenza, confermando la validità e l’efficacia dell’equipe che opera all’interno del servizio, acquisite a seguito di percorsi formativi specifici e di lungo esperienza». La titolarità del servizio, come previsto dalla normativa regionale, è in capo alle amministrazioni comunali, all’interno delle più ampie competenze relative ai minori e alle famiglie, tutti i comuni capofila delle zone sociali Numero 10,11,12, hanno individuato il comune di Terni quale soggetto cui attribuire la funzione di coordinamento sovracomunale. Il nuovo accordo prevede anche, un più stretto e sostanziale raccordo con i servizi affidi del territorio, come previsto dalla normativa nazionale e regionale, riconoscendo a tali istituti la condivisa finalità di tutelare i diritti dell’infanzia garantendo ad ogni bambina e bambino un ambiente familiare e di cura idoneo per la sua crescita e il suo sviluppo affettivo, cognitivo e sociale.

L’adozione Vincenza Farinelli, coordinatore servizio adozioni, ha aggiunto che «l’adozione è una realtà complessa che, seppur ampiamente diffusa, sfida alcuni capisaldi culturali e biologici del modo di vivere e di essere di ognuno. La sterilità, il legame di sangue, la differenza etnica, sono solo alcuni degli aspetti che toccano principi e convinzioni che appartengono a ciascuno di noi ed è evidente che il modo in cui, come operatori, consideriamo l’adozione avrà un impatto sui genitori e i loro figli e influirà sulla relazione che andremo a stabilire con loro». L’adozione è un fenomeno che ha una storia antichissima: «Se in passato rispondeva prioritariamente all’interesse degli adulti di assicurarsi degli eredi, successivamente la scelta adottiva ha conosciuto motivazioni maggiormente basate su valori ideali, di attenzione all’infanzia abbandonata e sulla possibilità di superare il vincolo biologico».

immagineI dati In tutto il territorio provinciale, dal 2007 al 2015, mediamente 40 coppie l’anno si avvicinano al servizio adozioni e quasi tutte completano il percorso che va da un primo corso di formazione, al contatto con il tribunale e di conseguenza con l’Ente autorizzato per avviare il percorso di adozione. Un percorso lungo, minimo un anno, che purtroppo non tutti portano a termine. «C’è sicuramente maggiore attenzione e sensibilizzazione rispetto ai percorsi che sostengano la responsabilità genitoriale», ha concluso Francesca Malafoglia. «Non dobbiamo dimenticare che la scelta di adottare parte da uno slancio di generosità e che comporta poi anche un investimento importante anche sotto il profilo personale».

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