Terni, morosi indagati: nomi e contestazioni

Otto consiglieri comunali, un ‘ex’ ed un assessore. Ma non si tratterebbe dell’unico fascicolo aperto dal pm Iannella dopo l’esposto

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Una processione, quasi in fila indiana, presso la questura di Terni per ritirare la notifica – l’avviso di conclusione delle indagini preliminari del pubblico ministero Raffaele Iannella – relativa al procedimento avviato dopo l’esposto del consigliere Valdimiro Orsini (Pd) sugli assessori e i consiglieri comunali ‘morosi’ , che cioè avrebbero dichiarato di non avere pendenze (comunque sanabili e già sanate) con le casse comunali ad avvenuta elezione. Una situazione emersa a seguito dell’istruttoria avviata dal segretario generale dell’ente, Giuseppe Aronica.

Altra ‘grana’

Dieci in tutto fra componenti il consiglio – nove – e della giunta – un assessore che non partiva da una situazione debitoria bensì da una propria dichiarazione relativa ad un incarico precedente – a cui la procura di Terni contesta il ‘falso’ e che ora dovranno spiegare agli inquirenti le proprie ragioni, sperando magari in un’archiviazione della propria posizione da qui alle eventuali citazioni a giudizio davanti al tribunale monocratico. Aperti altri due fascicoli relativi ad almeno tre persone fra membri di giunta e figure di spicco dell’ente.

I nodi

Una ‘grana’ che, per alcuni, nasce da debiti di poche decine di euro, mentre per altri riguarda cifre – saldate – decisamente più significative. E c’è già chi ipotizza, per coloro che sono incensurati o partono da posizioni debitorie modeste, il ricorso alla ‘particolare tenuità del fatto’. Ma qui si è già troppo avanti perché intanto c’è la situazione politica da affrontare.

Indagati e contestazioni

A sette consiglieri comunali – Federico Brizi, Francesco Maria Ferranti (Forza Italia) presidente dell’assemblea, Maurizio Cecconelli (Fratelli d’Italia), Michele Rossi (Terni Civica), Luca Simonetti (M5s), Emanuele Fiorini e Monia Santini (Lega) – viene contestata la ‘falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico’ perché «nella qualità di consiglieri comunali, eletti a seguito delle elezioni del giugno 2018, in occasione della procedure di convalida della proclamazione degli eletti, compilavano i moduli forniti dall’ente comunale attestando, contrariamente al vero, l’insussistenza delle cause di incompatibilità previste dall’articolo 63 del Tuel, mentre in realtà ognuno di essi presentava esposizioni debitorie verso l’ente». Stessa ipotesi di reato per Sonia Bertocco perché avrebbe attestato «contrariamente al vero, l’insussistenza di cause di incompatibilità previste dall’articolo 13 del Decreto legislativo 39 del 2013, mente in realtà essa risultava amministratore delegato della società Aman Scpa interamente pubblica».

Doppia contestazione

Altro capo di imputazione per Giulia Silvani (Lega) che, secondo la procura, avrebbe attestato «contrariamente al vero, l’insussistenza di cause di incompatibilità previste dall’articolo 63 del Tuel e dal Decreto legislativo 39 del 2013 – mentre in realtà essa risultava titolare della concessione degli immobili comunali ed aree di pertinenza siti in via dell’Ara Marina (Piediluco) -, sia l’insussistenza di posizioni debitorie verso l’ente, circostanza risultata poi falsa». Infine a Raffaello Federighi, ex consigliere comunale di Forza Italia già decaduto in base alla legge Severino per una precedente condanna risalente all’ottobre del 1998, vengono contestate false attestazioni circa la propria posizione debitoria verso l’ente e circa – motivo di incandidabilità – la citata condanna a due anni di reclusione, definitiva, da parte della Corte d’appello di Caltanissetta.

«Questa maggioranza non è affidabile»

I gruppi consiliari di minoranza di Pd, Terni Immagina e Senso Civico «prendono atto che la maggioranza aveva promesso un cambiamento – si legge in una nota – ma dopo poco più di due mesi dall’insediamento, martedì il consigliere Federighi è decaduto per precedenti giudiziari e oggi apprendiamo che gran parte dei consiglieri che sostengono l’attuale amministrazione e un assessore, risulterebbero indagati per falsità in atto pubblico. Verificheranno gli inquirenti la sussistenza o meno del reato, conseguente a dichiarazioni non corrispondenti al vero in sede di autocertificazione delle pendenze tributarie e dei precedenti penali. Noi ci limitiamo a denunciare la gravità politica dell’accaduto. Non possiamo infatti sottrarci dal nostro dovere che è quello di domandare alla città come sia possibile continuare a ritenere affidabile questa maggioranza, composta da consiglieri la cui parola – fatti i dovuti distinguo – non è credibile. La prima qualità che deve possedere un politico e un buon amministratore è che la sua parola sia veritiera. Oggi sappiamo che le parole che questa maggioranza pronuncia potrebbero costituire addirittura una falsità in atto pubblico».

La Lega

In relazione all’avviso di conclusione delle indagini preliminari, la Lega – attraverso il proprio capogruppo in Comune, Cristiano Ceccotti – rileva che «si tratta di un atto dovuto in quanto le indagini coinvolgono situazioni diverse che meritano compiuto e distinto approfondimento. Per quanto riguarda le posizioni che interessano i consiglieri leghisti, si tratta di tutte ipotesi di mera dimenticanza che privano di rilevanza penale le dichiarazioni. Esprimiamo piena fiducia nella magistratura che non mancherà di riscontrare la buona fede e l’onestà dei consiglieri».

Forza Italia

Capogruppo e coordinatore comunale di Forza Italia a Terni, rispettivamente Lucia Dominici e Stefano Fatale, parlano di «atto dovuto. Esprimiamo – proseguono – piena fiducia nell’operato della magistratura. Per quanto riguarda le posizioni che interessano i consiglieri di Forza Italia, che prendono le mosse da fatti che gli interessati non tarderanno a precisare, siamo convinti che la magistratura non mancherà di rilevare la buona fede e l’onestà degli stessi».

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