Terni, Papigno e l’Open Day contestato

di Marco Torricelli

La loro rabbia, gli abitanti di Papigno, l’hanno affidata ad un blog: «Sembra che all’interno dell’amministrazione comunale di Terni soffino forti venti di oblio che cancellano dalla memoria dei rappresentanti dei cittadini il ricordo ed i diritti di chi vive ed opera nei territori».

L’Open Day Loro che, dicono, da anni chiedono «di sapere, senza successo, in modo chiaro e definitivo quanto grave sia la situazione di inquinamento della discarica dell’ex stabilimento di calciocianamide; che tipo di inquinanti vi siano, con quali rischi per la popolazione, e quali i tempi di bonifica», si sentono tagliati fuori dall’iniziativa comunale che dovrebbe ‘dettare la linea’ per il futuro del borgo.

Le domande Non solo, dicono, «non ci viene risposto su che fine abbiano fatto i finanziamenti europei (Papigno è una delle aree più gravemente inquinate d’Italia) dedicati e vincolati al risanamento di cui si vocifera dal 2003; né si pone l’area contaminata realmente in stato di sicurezza (vi si accede anche direttamente dal paese – zona Sippurdure – senza alcuna cartellonistica che indichi pericolo o divieto».

La polemica Non solo, insistono, «nessuna seria informazione è mai stata data ai papignesi sulla pericolosità dell’area inquinata, ma neppure è stato monitorato il loro stato di salute, essendo stati esposti per così lungo tempo a fattori altamente nocivi. Non solo veniamo presi in giro ciclicamente con ‘presenze’ di pura propaganda elettorale, che lodano gli sforzi della popolazione per il recupero del territorio, la capacità progettuale, senza poi dar seguito ad alcun serio e costante impegno per la vivibilità del paese e per il suo decoro (neppure le fontane pubbliche funzionano e – più volte sollecitati – nessuna parte dell’ente è ‘competente’ per intervenire e risolvere il problema), ma si decidono i ‘progetti strategici per Papigno’ in roboanti Open Day, senza che la popolazione venga neppure invitata».

L’attacco Ce l’hanno con l’amministrazione comunale e lo dicono chiaro: «Abbiamo dei diritti in quanto ed essendo cittadini di Papigno che hanno già pagato durissimamente il degrado l’abbandono e la perdita di identità causate dall’industrializzazione; abbiamo creduto che questa amministrazione comunale, cui fiduciosi ci siamo sempre riferiti direttamente e linearmente, avesse maggior rispetto e mantenesse l’impegno (richiesto direttamente da anni al sindaco Di Girolamo e recentemente anche al neo assessore Giacchetti) di consultarci e di informarci sulle scelte per il paese e che, soprattutto ricordasse che le ‘azioni democratiche dal basso’ nascono e si manifestano da carenze del ‘pubblico’, per migliorare la qualità della vita delle persone, non per racimolare consensi elettorali».

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