Picchiata con la figlia in braccio: un arresto

Terni, dopo due anni di maltrattamenti e vessazioni la donna si è decisa a denunciare il proprio compagno. Che ora si trova in carcere

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C’è anche l’ombra della droga, e in particolare la dipendenza dalla cocaina, dietro le continue e brutali vessazioni a cui un 23enne di origini siciliane – G.P. le sue iniziali – ha sottoposto la giovane compagna ternana nel corso del tempo, da almeno due anni. Condotte che la ragazza, coetanea, alla fine ha deciso di denunciare ai carabinieri del comando stazione di Papigno che giovedì hanno arrestato il soggetto per maltrattamenti in famiglia, atti persecutori e lesioni personali. Ora si trova in carcere in seguito alla convalida disposta dal giudice Massimo Zanetti su richiesta del pm Raffaele Iannella (presente in udienza il vpo Adalberto Andreani).

Picchiata con la figlia in braccio

Nella querela sporta dalla vittima dei maltrattamenti, anch’essa con precedenti penali, ci sono – a partire dall’inizio del 2017 – tutti i tristi, gravi e squallidi episodi subiti dalla stessa, talvolta bersaglio – insieme ai suoi familiari – delle crisi di astinenza del compagno, anche dopo la nascita della figlia della coppia di appena quattro mesi. In almeno due situazioni le aggressioni erano avvenute anche in presenza della piccola che, una volta, aveva iniziato a piangere disperatamente dopo che la madre – schiaffeggiata al volto dal 23enne – aveva ruotato la testa colpendola involontariamente alla nuca.

Assalita in ospedale

Ma il ‘vaso’ dei maltrattamenti, forse sin troppo ampio, si è andato colmando solo negli ultimi giorni. Dopo un violento pestaggio lo scorso 17 febbraio, la compagna era finita in ospedale con gravi lesioni ad un rene e la necessità – sancita dai medici dell’ospedale di Terni – di asportarlo, dopo un periodo di riposo di un paio di settimane. Ma il 23enne, sia durante il ricovero – quando aveva dato di matto al ‘Santa Maria’ – che successivamente, ha continuato a perseguitare la poveretta, cercando di portare la figlia con sé ed arrivando a cercarla anche presso la caserma dei carabinieri dove si era recata dopo le dimissioni temporanee dall’ospedale, per sporgere denuncia.

L’arresto, il carcere

Non contento proprio quel giorno S.P., pensando che la figlia si trovasse presso l’abitazione della compagna, aveva raggiunto l’appartamento tentando di sfondare la porta per prenderla con sé. Un’azione interrotta proprio dai carabinieri del comando di Papigno con conseguente arresto e, dopo la convalida di venerdì, trasferimento in carcere. L’udienza di merito (il 23enne è difeso dall’avvocato Anna Alunni del foro di Terni) è stata fissata per marzo e, per ora, la donna potrà recuperare un po’ di tranquillità in attesa dell’intervento chirurgico al rene.

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