Terni, problema strada del Ficarone di Sopra per il Comune

Piediluco – Curiosa vicenda che, negli ultimi tempi, ha creato qualche grattacapo a palazzo Spada. Di mezzo una sentenza, cacciatori, mezzi agricoli e segnalazioni

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di S.F.

Strada comunale del Ficarone di Sopra, in quanti la conoscono a Terni? Non molti con ogni probabilità, magari qualcuno a Piediluco. Se ne parla perché da tempo negli uffici di palazzo Spada al centro dell’attenzione c’è questa curiosa vicenda da risolvere: pronto un atto di indirizzo per valutare l’interesse al mantenimento dell’uso pubblico al fine «di consentire la fruizione della fontana del Ficarone e per non perdere l’antica traccia di urbanizzazione e di uso storico del territorio». Tutto ciò, in sintesi, a causa di una recente sentenza del giudice di Pace.

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Dal 2006 ad oggi. Di mezzo anche la soprintendenza

La questione è molto tecnica e prende piede dal 14 giugno 2006, quando l’allora giunta guidata dal sindaco Paolo Raffaelli integrò l’elenco delle strade comunali da declassificare a livello amministrativo perché non «sussisteva più l’elemento finalistico dell’uso pubblico di transito, ovvero che non avevano più le caratteristiche e l’interesse di pubblica viabilità e che non corrispondevano più agli scopi funzionali richiesti dalla normativa al momento vigente». Il tratto in questione è di poco inferiore ai 500 metri e si trova a lato dell’ascesa da Piediluco a Villalago. Bene. Si arriva al 28 ottobre 2008 e la soprintendenza comunica a palazzo Spada che, in seguito ad una nota di un’associazione, c’è la proposta «per la fontana del Ficarone» di «dichiarazione di interesse ai sensi dell’articolo 13 del decreto legislativo 42/2004». Motivo? «L’edificio presenta dei caratteri architettonici e storici interessanti, riferiti ad un uso del territorio oggi non più presente, e pertanto riveste grande interesse nell’ottica della cultura materiale, della storia del paesaggio e delle attività dell’ingegno umano. Si presenta come un corpo cubico in pietra da taglio calcarea bianca e rosa, con inserti in mattoni che la inquadrano con lesene angolari e due ricorsi di cornice; ancora ben visibile l’iscrizione A. 1906 a ricordarne l’inaugurazione». In sostanza era stata chiesta la ri-demanializzazione e la soprintendenza era sulla stessa linea: «Concorda in linea di massima con la preoccupazione  quella associazione quando ne paventa la perdita del tracciato storico, che costituisce comunque il fondamento d’identità, e fa voto a codesta amministrazione comunale affinchè si adoperi ad esercitare anche solo un minimo di manutenzione in modo da non perdere questa antica traccia di urbanizzazione e di uso storico del territorio».

La manutenzione e le segnalazioni

Poi nel corso del tempo il Comune si è attivato – siamo nel 2010 – con interventi di recupero dell’antica fontana con piccole operazioni manutentive della strada per favorire l’uso dei cittadini. Senza limitare il transito. «Infatti, la proposta di declassificazione della strada comunale del Ficarone di Sopra, aveva rivestito una funzione puramente dichiarativa della pretesa del Comune, esercitata sulla base di una semplice presunzione di pubblicità dell’uso e dell’inesistenza di un diritto di godimento da parte della collettività che in effetti non aveva mai prodotto un’azione negatoria di servitù». Poi si è scoperto – o meglio, non è stata trovata – che non fu firmata alcuna ordinanza per l’effettiva esecuzione della declassificazione con inibizione alla circolazione». Dal 2011 le segnalazioni sono state numerose: al Comune hanno scritto proprietari di terreni agricoli, associazioni e cittadini per far presente che la strada era frequentata da turisti, cacciatori, agricoltori e anche enduristi. Di tutto. L’adeguamento della viabilità tuttavia non è mai arrivato. E c’è chi ha chiesto il risarcimento danni per via del passaggio di mezzi agricoli.

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La sentenza e la conseguenza

La svolta arriva per un verbale della polizia Locale nel 2022 a carico di una persona perché «eseguiva opere sulla strada del Ficarone senza la preventiva autorizzazione della competente autorità e realizzava un attraversamento pedonale senza concessione». Ricorso al giudice pace e accoglimento: «Anche per la giurisprudenza di legittimità, la sdemanializzazione di una strada può avvenire anche tacitamente, indipendentemente da un atto formale di sclassificazione o di inclusione o meno nell’elenco delle strade, quale conseguenza della cessazione della destinazione del bene al passaggio pubblico». In definitiva palazzo Spada è costretto a «valutare quali azioni compiere nell’interesse della collettività, tenendo conto che occorre attuare un procedimento istruttorio volto a valutare la corrispondenza fra le caratteristiche effettive ed attuali della strada di Ficarone di Sopra e la sua attuale funzione, al fine precipuo di chiarire sia l’assetto dei poteri esercitabili sulle strade stesse, sia le correlate responsabilità, con l’eliminazione delle incertezze che sono emerse anche nel contenzioso». Discreto problema per il responsabile del procedimento Federico Nannurelli e il dirigente Piero Giorgini.

La demanialità

In caso di interessi all’uso della strada da parte della collettività, c’è l’input per dichiarare la «demanialità e richiedere la riclassificazione amministrativa della strada del Ficarone di Sopra dalla strada vicinale di S. Adriano alla SP della Forca in vocabolo Valle Spolelina». Di mezzo c’è anche la direzione polizia Locale-Mobilità che, in caso di iter positivo, dovrà adottare una specifica ordinanza per la regolamentazione della viabilità. A proporre l’atto è l’assessore alle manutenzioni Mascia Aniello.

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