Terni, rogo a Sabbione: riaprono le scuole e resta la ‘zona rossa’. Procedono le indagini

Sono alcune delle decisioni assunte nel tavolo che si è tenuto martedì fra Comuni interessati, Arpa e Usl2

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Scuole di nuovo aperte dalla giornata di mercoledì 2 marzo; restano invece le prescrizioni a tutela della salute pubblica. Queste le principali decisioni assunte nel primo pomeriggio di martedì, a Terni, nel corso del tavolo – il secondo in ordine di tempo, dopo quello di lunedì sera – a cui hanno preso parte i Comuni di Terni, Narni e Stroncone – gli ultimi collegati online -, Arpa Umbria e Usl2 dopo l’incendio che fra lunedì e martedì ha gravemente danneggiato l’area stoccaggio della Autotrasporti Medei, in strada di Sabbione a Terni. Di seguito la nota diffusa dal Comune di Terni dopo la riunione a palazzo Spada.

Scuole riaperte da mercoledì

«Il sindaco Leonardo Latini sta predisponendo una nuova ordinanza riguardante le conseguenze dell’incendio di lunedì sera in zona Polymer, con alcuni aggiornamenti. Nel testo dell’ordinanza si prende atto che dalle prime ore della giornata l’incendio risulta sostanzialmente concluso, con residui focolai in fase di totale spegnimento da parte dei vigili del fuoco e si fa riferimento alla riunione tecnica di questa mattina (martedì, ndR) nell’ufficio del sindaco con Arpa e Usl. Si dispone quindi la riapertura delle scuole in tutto il territorio comunale da mercoledì 2 marzo».

Restano ‘zona rossa’ e relativi divieti

«Sono invece mantenuti alcuni dei divieti già indicati nella precedente ordinanza nell’area del raggio di 5 chilometri dal luogo dell’incendio: • divieto di raccolta e consumo di prodotti alimentari coltivati; • divieto di raccolta e consumo di funghi epigei spontanei; • divieto di pascolo e razzolamento degli animali da cortile; • divieto di utilizzo di foraggi e cereali destinati agli animali. L’ordinanza recepisce anche le indicazioni della Usl Umbria 2 sul venir meno del presupposto di mantenere chiuse le finestre delle proprie abitazioni, limitando le uscite all’esterno se non per necessità, in ragione del quale si era indicato di provvedere alla chiusura delle scuole».

I primi dati ambientali

Sul piano ambientale, riferisce il Comune di Terni, «il modello di diffusione degli inquinanti elaborato da Arpa, mostra un’area di ricaduta che si orienta dal punto dell’incendio verso l’area di Ponte San Lorenzo (Narni) e si estende fino a circa 5 chilometri dal punto dell’incendio; i venti prevalenti dal pomeriggio del 28 febbraio si sono costantemente mantenuti, con provenienza da quadranti nord – nord/est. L’Arpa ha rilevato che i dati di particolato atmosferico misurati dalle centraline della rete regionale, come già pubblicati sul sito web dell’agenzia (Maratta: 21 microgrammi/metro cubo; Carrara: 17 mcg/mc; Narni Scalo: 15 mcg/mc; Borgo Rivo: 11 mcg/mc; Le Grazie: 15 mcg/mc, come media giornaliera del 28 febbraio 2022), confermano le risultanze del modello di ricaduta. Sono ancora in corso di completamento le analisi sui filtri dei campionatori installati presso le centraline della rete fissa per la valutazione dei microinquinanti e dei metalli; si procederà inoltre con i campionamenti sulle matrici alimentari, in accordo con la Usl Umbria 2». Attesi sopralluoghi di Usl2 e Arpa presso le imprese produttrici di alimenti di origine vegetali (orti, piantagioni…) e del servizio Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche (Usl2) presso allevamenti, con particolare riferimento all’alimentazione animale (foraggi) nelle zone di massima ricaduta individuate dalla modellistica.

Le indagini

L’impressione, almeno quella di chi sta sul campo e si è occupato di entrambe le vicende, è che il rogo alla Medei di Sabbione – sul piano delle cause e quindi dei materiali bruciati – nulla c’entri con quello di otto giorni prima alla Ferrocart di via Vanzetti. Strutture relativamente vicine ma la prima, almeno negli spazi distrutti dal fuoco, attiva nello stoccaggio delle merci, la seconda nel trattamento e smaltimento dei rifiuti. Al di là delle differenze fra i due incendi – molto più vasto, rischioso e impegnativo, e con temperature mediamente più alte, quello di vocabolo Sabbione -, il punto di partenza è che il rogo Ferrocart non ha, allo stato, alcun elemento riconducibile al dolo. Il fuoco in quel caso era partito dal ‘cuore’ di un accumulo di rifiuti indifferenziati ed estremamente eterogenei, scartati dalla raccolta di altri materiali, che l’azienda periodicamente e regolarmente smaltisce in discarica. L’innesco ritenuto più probabile è rappresentato – a titolo di esempio – da pile, batterie telefoniche, residui di materiali infiammabili. L’incendio alla Medei, di contro, non ha anora visto gli inqurenti esprimersi in merito alle possibili cause: il lavoro investigativo è appena iniziato e il fuoco, pur sotto controllo, ha continuato ad agire anche martedì. In campo c’è la polizia giudiziaria dei vigili del fuoco di Terni, con il coordinamento della procura nella persona del pm Barbara Mazzullo. Per questo secondo rogo, a differenza del primo, quella del dolo è un’ipotesi comunque valutata, al pari di una dinamica fatta di inneschi multipli che i materiali in fiamme – come il legno – ed il vento hanno poi contributo ad alimentare. Si tratta, come detto, di una ipotesi che si lega anche alla vastità ed alla rapidità del rogo. Tuttavia non ci sono ancora conferme di sorta né elementi che, chiaramente, possano far propendere per una lettura piuttosto che un’altra. Al vaglio, ovviamente, ci sono anche le immagini registrate da più telecamere private e pubbliche.


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