Terni, rogo Ferrocart e diossine: lunedì picco di 176 fgTEQ/m3

Altro aggiornamento dei dati in seguito all’incendio di domenica pomeriggio in via Vanzetti. Focus sulle deposizioni atmosferiche

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Proseguono le indagini di Arpa Umbria sulla qualità dell’aria dopo il rogo che domenica ha coinvolto l’impianto di trattamento di rifiuti Ferrocart in via Vanzetti, a Maratta. L’Agenzia nel tardo pomeriggio di giovedì ha fornito un ulteriore aggiornamento: mirino sempre sulle diossine, già attenzionato nel resoconto di mercoledì.

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Valori diossine lunedì 21 e martedì 22 febbraio

Il particolato di Maratta e Le Grazie

Arpa Umbria in premessa specifica che «i dati acquisiti fanno riferimento al particolato di Maratta raccolto con campionatore mobile Echo Emergency nella giornata di lunedì 21 febbraio ad incendio ormai spento e alla centralina della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria (QA) di Le Grazie. Per quanto riguarda i risultati delle analisi del particolato della centralina Echo Emergency, come annunciato mercoledì, si è riscontrata per la giornata del 21 febbraio, giorno successivo all’evento, un abbassamento dei valori di diossina (PCDD/F) a meno di 50 fgTEQ/m3». Nello schema riassuntivo sono inoltre riportate le concentrazioni di Ipa, PCBdl e PCDD/F nel particolato delle Le Grazie per il 21 e 22 febbraio, giorni immediatamente successivi all’incendio: «È stata data priorità – prosegue l’Agenzia – a questa postazione in quanto, da gennaio di quest’anno, vi è collocato un campionatore ad alto volume in grado di filtrare 730m3 di aria al giorno, contro i 54m3 dei campionatori swam delle centraline di monitoraggio QA. In questo caso, per gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici), con particolare riferimento al Benzo(a)pirene, e i PCB (policlorobifenili), non si riscontrano dati significativi».

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Valori guida diossine nelle deposizioni atmosferiche

Le diossine e le deposizioni

Discorso diverso per le diossine: «Si è riscontrato un valore massimo di 176 fgTEQ/m3 nella giornata del 21 febbraio (lunedì, si tratta del valore medio sulle 24 ore), che scende a minore di 5 fgTEQ/m3 il 22 febbraio (Tab. 1), grazie anche alle favorevoli condizioni metereologiche. Dati dei microinquinanti nelle altre postazioni della rete di monitoraggio sono in corso di analisi e verranno dati aggiornamenti nei prossimi giorni». Focus anche sul monitoraggio delle deposizioni: «Viene effettuato mediante l’utilizzo di deposimetri di tipo ‘bulk’, costituiti da una bottiglia di raccolta e da un sovrastante imbuto a parete cilindrica, sostenuto in posizione verticale, la cui superficie è libera da ingombri così da intercettare tutte le polveri e le precipitazioni. Si tratta di sistemi di campionamento di tipo “passivo”, che non necessitano di alimentazione elettrica, in grado di raccogliere la polvere sedimentabile dall’atmosfera. I deposimetri rilevano la deposizione delle polveri totali su una specifica area per effetto della forza di gravità o del dilavamento dell’atmosfera da parte della pioggia. Installando gli strumenti in diverse postazioni è possibile valutare l’impatto delle polveri prodotte e fare delle stime sulla ricaduta al suolo. Le concentrazioni vengono espresse rapportandole alla superficie e ai giorni di esposizione. Queste apparecchiature sono poste in prossimità delle centraline della rete QA». L’Agenzia evidenzia poi che «non esistendo una normativa specifica o limiti di legge nazionale per PCDD/PCDF in atmosfera, alcuni stati dell’unione europea, hanno proposto valori guida sviluppati a partire dai valori di «dose tollerabile giornaliera».

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I livelli di diossine nelle deposizioni atmosferiche

L’esito

Considerando una dose tollerabile giornaliera variabile da 1 a 4 pgTEQ/Kg di peso corporeo (dati Oms), si è arrivati a definire i seguenti valori guida per le deposizioni atmosferiche (riportati in tabella)». Da qui l’esito: «Il limite di quantificazione dei dati relativi ai valori medi del triennio è, per ragioni tecnico-analitiche, più basso del limite di quantificazione con cui sono stati espressi i dati relativi all’incendio, che fanno riferimento al periodo che va dal 1° febbraio al 22 febbraio 2022». In giornata infine c’è stata una riunione con l’Usl Umbria 2 l’Istituto zooprofilattico Umbria-Marche «per definire la campagna di campionamenti sulle matrici animali e vegetali. I risultati di tale campagna verranno resi disponibili tra una decina di giorni, tempo necessario per lo svolgimento delle analisi».

L’sos di Europa Verde Umbria

Nel contempo Europa Verde Umbria – a parlare sono i portavoce Gianfranco Mascia ed Eva Hausegger, più la referente per Terni Francesca Arca – non mollano la presa: «I cittadini e le cittadine, le famiglie con bambini e anziani di Terni residenti a Maratta vicino a dove é avvenuto l’incendio alla Ferrocart, ancora non sanno se le polveri che si sono depositate dentro le loro case, nei loro giardini, nei parchi di divertimento, contengano sostanze cancerogene: qualcuno si dovrá assumere la responsabilitá di questa incredibile situazione, che mette a repentaglio la salute della popolazione residente. Abbiamo quindi aggiunto al nostro esposto alle Procure di Terni e Perugia, anche una richiesta di indagine anche su questa circostanza. Dopo l’incendio di domenica 20 febbraio, il sindaco, a causa del rischio inquinanti, ha emesso un’ordinanza – spiegano – nella quale faceva divieto, per alcuni giorni, di utilizzare i prodotti agricoli e di foraggiare gli animali con le coltivazioni delle zone di incidenza. Ma l’Arpa, ad oggi dopo ben 5 giorni dal rogo, ha solo informato sui dati delle analisi dell’aria di alcune centraline e dei deposimetri, spiegando che non sono stati rilevati dati preoccupanti per le diossine PCDD/F. Il problema é che, ad oggi, le famiglie che risiedono nella zona, ancora non sanno nulla sull’eventuale presenza di diossine e furani nei territori circostanti l’incendio. Ricordiamo che il limite di queste sostanze cancerogene nei siti ad uso ‘Verde pubblico e privato e residenziale’ e di 1×105. Tra l’altro l’Arpa, nel suo comunicato di giovedì ha precisato che ‘grazie anche alle favorevoli condizioni meteorologiche’ i dati delle sostanze pericolose nell’aria risultavano piú bassi dei valori di legge ammettendo, implicitamente, che gli eventuali veleni si fossero dispersi altrove. Poi l’Arpa ha anche annunciato una riunione ‘per definire la campagna di campionamenti sulle matrici animali e vegetali.’ Spiegando infine che ‘I risultati di tale campagna verranno resi disponibili tra una decina di giorni, tempo necessario per lo svolgimento delle analisi.’ Riteniamo giustificata la preoccupazione di alcuni genitori di bimbi e bimbe che frequentano le scuole dell’infanzia nei pressi del rogo della Ferrocart che sono stati costretti a chiedere l’intervento di laboratori di analisi privati. Per questo – concludono – chiediamo l’intervento immediato del Comune di Terni, della Regione Umbra e dei vertici dell’Arpa per rispondere immediatamente alle famiglie di Terni preoccupate per la eventuale presenza di cancerogeni, a seguito dell’incendio della Ferrocart»

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