Terni, rubinetti ‘chiusi’: assolto ex direttore Sii

L’azienda aveva staccato l’utenza a un cittadino di Orvieto che non pagava per protesta: ribaltata la condanna in primo grado

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Per protestare contro la privatizzazione del servizio e il conseguente aumento dei prezzi, aveva deciso di non pagare più l’acqua, dando vita ad un braccio di ferro con il Servizio idrico integrato. A seguito della morosità, il Sii era andato dritto per la sua strada con la messa in mora, le diffide e quindi il distacco dell’utenza. Per tutta risposta l’uomo – un orvietano – aveva denunciato l’azienda e in primo grado, nel giugno del 2008, il giudice gli aveva dato ragione, condannando l’allora direttore generale del Sii – Mauro Latini – a una multa di 100 euro per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. A distanza di sette anni, la corte di appello di Perugia ha ribaltato quella decisione, assolvendo l’ex dg ‘perché il fatto non sussiste’.

Scontro Quest’ultimo, attraverso l’avvocato Enrico De Luca del foro di Terni, si è sempre difeso sostenendo di aver agito – con il distacco ‘forzoso’ – nel rispetto della Carta dei servizi e dei relativi decreti ministeriali. Per l’azienda, in sostanza, il mancato pagamento delle bollette doveva essere perseguito a prescindere dalle motivazioni – politiche e di ‘disobbedienza civile’ nel caso in questione – alla base della scelta. Di contro l’utente orvietano aveva contestato il distacco e le modalità con cui era stato attuato: due operai erano entrati nel condominio per procedere all’operazione disposta dall’azienda.

Assolto Alla fine, dopo la condanna in primo grado, i giudici dell’appello hanno ribaltato la decisione ‘riabilitando’ il Sii e il suo ex direttore generale. «L’ipotetico reato era prescritto – afferma l’avvocato De Luca – ma abbiamo insistito per ottenere una sentenza di assoluzione. A prescindere dalla posizione del mio assistito, un’eventuale conferma di quanto deciso dal giudice monocratico nel 2008, avrebbe sicuramente creato un precedete pericoloso in termini di ‘libero arbitrio’. Una motivazione di tipo ideologico non può giustificare il mancato rispetto di regole che valgono per tutti».

 

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