Terni: sei condanne per i maltrattamenti nella casa di riposo ‘Villa Maria Luisa’

Il tribunale ha emesso la sentenza ad oltre dieci anni da arresti e sequestri. L’indagine era stata della Guardia di Finanza

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di F.T.

Sei condanne per maltrattamenti, prescrizione per ciò che attiene l’utilizzo di farmaci e presidi scaduti e un’assoluzione. Ad oltre dieci anni dal blitz della Guardia di Finanza che portò alla luce l’indagine coordinata dall’allora pm Elisabetta Massini – con sequestro della struttura e dieci indagati, per alcuni dei quali scattarono gli arresti domiciliari o altre misure decise dal gip Pierluigi Panariello -, mercoledì è arrivata la sentenza di primo grado per i fatti della casa di riposo ex Villa Maria Luisa di Terni. Teatro secondo gli inquirenti, ma a questo punto anche per il tribunale – nella persona del giudice Chiara Mastracchio che ha accolto la lettura dei fatti data in udienza dal pm Giorgio Panucci – di numerosi gravi episodi di maltrattamenti ai danni degli anziani ospiti. Le condanne sono scattate, come detto, per sei persone: due titolari – madre e figlio – per i quali il giudice ha stabilito pene rispettivamente di sei anni e quattro anni e sei mesi di reclusione; un medico ternano, direttore sanitario della struttura, condannato a cinque anni di reclusione; tre operatrici condannate una a sei anni e due a quattro anni di reclusione. Assolta ‘per non aver commesso il fatto’, invece, un’altra operatrice della casa di riposo assistita dall’avvocato Riccardo Ciampi. La prescrizione ha invece riguardato l’utilizzo di farmaci e presidi scaduti, contestato alla titolare ed al figlio. Dei dieci indagati, tre sono deceduti nel corso degli anni. Significativi i risarcimenti stabiliti dal giudice in favore dei familiari di tre anziani, parti civili attraverso gli avvocati Massimo Oreste Finotto (40 mila euro complessivi oltre alle spese), Valeria Fracasso (20 mila euro) e Attilio Biancifiori (15 mila euro) tutti del Foro di Terni. Gli imputati, di contro, erano difesi dagli avvocati Fabrizio Marucci, Massimiliano Mattioli, Federica Bigi, Dino Parroni, Leonardo Proietti, Mauro Biscetti ed Emanuela Rosati del foro di Terni e Giorgio Amato di Roma. Per tutti e sei i condannati la prospettiva, ora, è quella del giudizio d’appello, alla luce delle motivazioni che verranno depositate entro i prossimi 90 giorni.

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