Terni, sosta selvaggia: rischio per l’ospedale

Un’esercitazione pratica con simulazione d’incendio ha mostrato delle criticità con i mezzi di soccorso bloccati all’ingresso

Condividi questo articolo su

Un’esercitazione pratica con simulazione di gestione di un’emergenza, in base a tutte le procedure previste dalla normativa antincendio, è andata in scena mercoledì mattina all’ospedale di Terni. Una simulazione che si è rivelata fondamentale per analizzare le criticità: nel caso specifico, i mezzi di soccorso come vigili del fuoco e Protezione Civile, avrebbero avuto difficoltà a raggiungere l’area di intervento a causa del parcheggio selvaggio delle auto nelle vicinanza dell’ingresso centrale.

La simulazione

L’emergenza consisteva in un incendio sviluppatosi al primo piano dell’ospedale, all’impianto di trattamento aria del reparto di neonatologia, ed ha comportato l’immediata attivazione delle procedure di emergenza: il personale del reparto di pediatria e Tin e gli addetti antincendio, con la collaborazione dei genitori, in sette minuti e mezzo hanno evacuato e messo in sicurezza tutte le persone presenti con particolare riferimento ai piccoli degenti, che sono stati trasferiti in una zona di sicurezza, compartimentata e quindi non raggiungibile da fumo e fiamme, mentre cinque bambini in culla e due pazienti critici (interpretati nella realtà da bambole) sono stati subito trasferiti al blocco operatorio con le incubatrici e ventilazione manuale lungo il percorso. Contestualmente veniva attivata l’unità di crisi che ha coordinato il piano e la fase operativa dell’emergenza.

Pazienti ricollocati

In base all’esito della simulazione, tutti i pazienti realmente ricoverati e le persone presenti sarebbero stati messi in salvo e nessuno avrebbe riportato danni, salvo un bambino con inizio di intossicazione che è stato trasferito in Pronto soccorso. Successivamente sette pazienti sono stati collocati in appoggio su altri reparti, due pazienti sono stati trasferiti in area chirurgica, altri tre sono stati dimessi al domicilio con attivazione del pediatra di famiglia, e un bambino infettivo è stato trasferito nella clinica di malattie infettive. Immediata la richiesta di intervento dei vigili del fuoco, che sarebbero intervenuti in 10 minuti.

L’unità di crisi

L’unità di crisi si attiva in caso di emergenza interna che richiede l’evacuazione di uno o più reparti o di maxi emergenza esterna. Sotto la responsabilità della direzione sanitaria, coadiuvata dal servizio prevenzione e protezione, l’unità di crisi è composta dalla direzione aziendale, dai direttori medici di presidio e dai responsabili dell’emergenza (Pronto soccorso, Rianimazione), del Sitro (Servizio infermieristico tecnico riabilitativo ostetrico) e dell’ufficio tecnico.

Mezzi di soccorso bloccati

«È la prima volta che all’ospedale di Terni viene fatta una vera esercitazione pratica con i degenti – spiega il direttore sanitario Sandro Fratini – che ha previsto non soltanto l’attivazione dell’unità di crisi e di tutte le procedure previste, ma anche l’effettivo spostamento di pazienti e familiari. Una simulazione che si è rivelata, come previsto, fondamentale per analizzare le criticità che sono intervenute e che ci consentirà di migliorare le procedure per una migliore gestione delle emergenze, con tutte le difficoltà che una struttura datata come quella Terni può comportare». Tra le azioni previste per superare i punti critici emersi, «rientra anche il miglioramento dell’accessibilità dei mezzi di soccorso come vigili del fuoco e Protezione Civile che mercoledì, nel caso specifico, avrebbero avuto difficoltà a raggiungere l’area di intervento a causa del parcheggio selvaggio delle auto nelle vicinanza dell’ingresso centrale».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli