Terni, sull’Ater vacilla il piano di riequilibrio

Il Comune ipotizza di incassare circa 2 milioni e 300 mila euro, cedendo definitivamente 625 alloggi, ma la commissione consiliare avanza delle perplessità

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All’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale di Terni, in programma lunedì, la questione sta al punto numero 2, subito dopo le comunicazioni del sindaco sulla nomina del nuovo assessore, Sandro Corradi, e sulla ridistribuzione delle deleghe. Ma non è detto che venga affrontata.

Alessandro Almadori, presidente di Ater

L’Ater Perché la faccenda – si parla della possibile trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà per un buon numero di alloggi attualmente in proprietà superficiaria all’Ater Umbria – sta facendo registrare più di un dubbio e quale malumore tra i consiglieri comunali. Si parla di soldi – molti e importanti nel contesto del piano di riequilibrio del conti comunali, anche se nel prospetto iniziale erano di più – ma sarebbero emerse delle difficoltà relative alla valutazione del possibile introito per il Comune e la cosa, unita all’assenza del presidente di Ater, Alessandro Almadori, alla riunione della prima commissione consiliare, alla quale era stato invitato per dare le proprie spiegazioni (era presente al suo posto il direttore), non ha permesso ai commissari di dare il via libera al progetto e inviarlo con parere positivo al consiglio.

Le case La storia – ed è spiegata dettagliatamente nella delibera con la quale la giunta comunale ha chiesto al consiglio di dare il via libera all’operazione – è questa: il 16 maggio scorso, il gruppo di lavoro ristretto per l’area tematica ‘Rigenerazione urbana’ del Patto istituzionale per lo sviluppo tra la Regione Umbria e il Comune di Temi, ha delineato il percorso per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà «riguardanti almeno 625 alloggi di edilizia residenziale pubblica e loro pertinenze sugli oltre 1000 attualmente in proprietà superficiaria all’Ater Umbria nel Comune di Terni». E fino a qui, il problema non si porrebbe.

Il valore Ma sarebbe emerso quando si sono prese in esame le cifre: perché nella stessa delibera di giunta si legge che «l’introito per il Comune di Terni, a conclusione di tali procedure. ammonterà presumibilmente a circa Euro 2.300.000,00/2.400.00,00 , specificando che l’esatto importo del corrispettivo dovuto calcolato sarà determinato in tempi brevi dai tecnici». Poi con una delibera successiva, la giunta ha stabilito di aggiungere altri alloggi al pacchetto, specificando che «l’esatto importo del corrispettivo dovuto sarà determinato dai tecnici».

Commissari perplessi Il problema, ha fatto notare qualche membro della prima commissione, nascerebbe per la mancanza di un parere tecnico – spetterebbe al Demanio – che attesti la congruità della valutazione data agli alloggi oggetto della possibile transazione e, siccome è probabile che tutti gli atti legati al piano di riequilibrio dei conti comunali possano essere oggetto di valutazioni successive da parte di altri organi dello Stato, senza la certezza di votare una cosa inattaccabile, qualche perplessità c’è. Ma non solo.

Le valutazioni «L’Ater – dice fuori dai denti il vice presidente della seconda commissione, Marco Cecconi – non può pensare di venirci a dire che, siccome secondo lei la valutazione del prezzo è giusta, dobbiamo semplicemente fidarci. Non funziona così, soprattutto quando la stessa Ater non si preoccupa minimamente di valorizzare immobili di sua proprietà, come per esempio a San Giovanni, dove mi risulta che esistano situazioni di serio degrado. O come la questione relativa all’area di via Prampolini, sulla cui valutazione e destinazione d’uso dovremo fare più di un approfondimento».

Nuova riunione? Il tentativo che si sta mettendo in atto, comunque, è quello di convocare di nuovo la prima commissione per lunedì mattina – il presidente Chiappini ha inviato l’invito e la commissione dovrebbe riunirsi alle 9 – così da portare comunque un parere in consiglio nel pomeriggio. Ma la cosa non si prospetta agevole e, per il piano di riequilibrio dei conti, non è una bella cosa.

 

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