Terni, ‘Trebisonda’: «Ora le vie legali»

Prosegue la bagarre il CoSec e l’amministrazione comunale. Presidio in via Cadore: «Iscrizioni bloccate e futuro, ci sono problemi. Mantenerla aperta»

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L’assessore alla scuola Tiziana De Angelis, la dirigente comunale Danila Virili e il Comitato servizi educativi. Ancora bagarre sul futuro sul futuro della scuola per l’infanzia ‘Borgo Trebisonda’ dopo la ‘plenaria’ del 4 aprile per la riorganizzazione dei Sec e il chiarimento pubblico al Gazzoli: «Ora basta, passiamo per le vie legali. La scuola non deve chiudere», l’annuncio durante il presidio di venerdì pomeriggio da parte del comitato con carabinieri, polizia e Digos a tenere d’occhio la situazione.

Il presidio

La partenza della storia Tutto nasce dall’annuncio – era il 2 agosto 2016 – del sindaco Leopoldo Di Girolamo: «Campitello chiude subito, mentre per il ‘Grillo Parlante’ e il ‘Trebisonda’ manterremo l’attività per poi procedere allo stop dall’anno scolastico 2017-2018. Lavoreremo per far trovare posto ai ragazzi tagliati fuori nelle statali o paritarie». Da lì una serie di attacchi all’amministrazione e una costante richiesta da parte del CoSec e dei genitori coinvolti: «Tenetela aperta, si fa un danno ai bambini altrimenti». Un anno e tra le parti c’è ancora il corto circuito.

Statizzazione e spiegazioni Il 4 aprile scorso la De Angelis – subentrata al posto della Riccardi nel frattempo – aveva poi specificato un paio di cose: «Siamo ottimisti in merito ed entro fine aprile – le parole all’epoca – sapremo come andrà in maniera certa. I contatti con il Miur sono sul numero delle iscrizioni e ci sono i margini per l’apertura di una nuova sezione: la continuità territoriale sarà garantità dall’Oberdan’, l’unica cosa che cambierà saranno le maestre. Se va male? Noi abbiamo in ogni caso garantito la continuità per i bambini, poi se i genitori hanno scelto di iscriverli altrove è una questione loro».

L’ingresso con un cuore di saluto

La chiusura Inutile dire che le dichiarazioni dell’assessore non trovarono un buon riscontro nel CoSec, ma a stretto giro – 10 aprile – ecco la nuova puntata: «Da tempo, la situazione delle iscrizioni alla ‘Trebisonda’, conferma in maniera inequivocabile che l’ipotesi di una chiusura non è una forzatura, ma piuttosto un atto di programmazione fondato su una tendenza già nota, un intervento che punta a salvaguardare gli interessi dell’utenza nel suo complesso. Visto il basso numero di bambini iscritti alla scuola dell’ infanzia Trebisonda, lo scorso anno abbiamo inoltrato domanda di statalizzazione per la scuola, richiesta oggi confermata come la posizione più sensata da sostenere alla luce delle mancate richieste di iscrizione. Con la statizzazione i bambini della ‘Trebisonda’ che devono frequentare il terzo anno di materna avrebbero garantita la continuità educativa nella stessa scuola e cosa che potrebbero vivere con il proprio gruppo di coetanei. Per questo i genitori interessati sono stati già informati e possono decidere di inoltrare domanda di iscrizione presso la ‘Oberdan’, ferma restando la possibilità di assumere scelte diverse da parte dell’amministrazione se fossero state presentate domande di iscrizione per la Trebisonda che, al momento e scaduto il termine, non ci sono». Chiara.

Vincenza Farinelli, Danila Virili e Tiziana De Angelis

Il consiglio mal accettato Due mesi dopo il CoSec è tornato a farsi sotto con un presidio davanti alla struttura e dare ulteriore forza al loro messaggio: «I genitori del ‘Trebisonda’ sono stati gli unici a non iscrivere i bambini in altre scuole, non cadendo nel ‘trucchetto’ fatto per Campitello; l’amministrazione – hanno specificato i presenti – disse che avrebbero chiuso perché le iscrizioni c’erano state altrove. Loro invece hanno retto: ad inizio anno hanno visto che le iscrizioni per il ‘Trebisonda’ erano state depennate e non hanno voluto cedere. Li sosteniamo perché non gli è stato detto nulla, Di Girolamo si era impegnato sul fatto che la struttura sarebbe rimasta comunale senza la statizzazione: il Miur, ad oggi, non ha risposto. O magari c’è stata e non l’hanno riferita, ma di documenti ufficiali non ce ne sono. L’unica cosa arrivata è una lettera dove viene consigliato di iscriverli alla ‘Oberdan’». Con la specifica che l’iscrizione ‘è con opzione di scelta di frequenza presso il plesso della scuola ‘Trebisonda’.

La lettera

Vie legali Sotto con le maniere forti: «Ad oggi i bambini sono senza scuola e non risultano essere iscritti da nessuna parte. Per quanto riguarda il ‘Trebisonda’ non c’è nessun atto ufficiale sulla chiusura e chiediamo chiarezza: loro ci dicono di rimanere qui, nello stesso plesso, però sotto la ‘Oberdan’. Ma senza dare garanzie in merito. La situazione continua – la lamentela – a restare silente da parte dell’amministrazione e non ci resta che andare avanti per vie legali: se nessuno decide, ci penserà chi è più in alto. Abbiamo chiesto molte volte e non siamo mai stati ascoltati. Il risparmio? Il discorso non regge e il potenziamento dei nidi in realtà non c’è. Servizio a pagamento per il sabato mattina, una sorta di ‘baby parking’, e l’apertura dei laboratori al ‘Grillo parlante’: queste le uniche proposte fatte in tal senso. E poi ci fanno presente che saremmo discriminanti tra comunale e statale, loro però ci dirottano sul privato».

L’area giochi del Borgo Trebisonda

Richiesta di sospensione In definitiva il CoSec vuole dunque « la sospensione della chiusura e la possibilità di far proseguire i bambini in questa struttura, quantomeno per fargli finire il ciclo scolastico. Tutto ciò coinvolge venticinque bambini e solo perché hanno bloccato l’ultima tornata di iscrizioni: non hanno mai dato motivazioni valide per spiegare la chiusura del ‘Trebisonda’. La De Angelis ha detto che c’èrano troppi pochi bambini per andare avanti, ma dipende dal fatto che non hanno consentito di procedere con le iscrizioni. Ci sono venuti a cercare la mattina per avere una riunione nel pomeriggio e – conclude una mamma, che cita la De Angelis e la Virili – sono stata costretta a presentarmi da sola a questa sorta di opera di convincimento sul futuro». Striscione ‘Il Trebisonda non si chiude’ e altra mossa del CoSec, si prosegue.

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