Turbativa d’asta: 4 indagati al Santa Maria

Terni, nel mirino di Guardia di finanza e Procura un affidamento diretto da 249 mila euro. Notificati gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari. Coinvolto anche il dg Dal Maso

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Quattro persone indagate per ‘turbata libertà del procedimento di scelta del contraente’, in relazione all’affidamento diretto per la fornitura di materiali e specifica formazione per un progetto sperimentale legato alla prevenzione di infezioni nell’ambito dell’ospedale di Terni. Importo del servizio, 249 mila euro che però – secondo il nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Terni e il sostituto procuratore Raffaele Iannella – doveva essere messo a bando, con tanto di gara ad evidenza pubblica.

Avvisi di conclusione indagini

Questo il nocciolo dell’inchiesta incentrata sull’affidamento avvenuto attraverso una delibera del 2017 ad un’azienda lombarda, la 3M Italia di Pioltello (Milano), che non risulta coinvolta nell’indagine. A riportare la notizia è il quotidiano Il Messaggero. Gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari sono stati notificati in questi giorni al direttore generale Maurizio Dal Maso, al direttore amministrativo, ad un dirigente e ad un funzionario dell’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’. A luglio del 2017, a sollecitare la diffusione, da parte dell’azienda Santa Maria, delle delibere relative all’affidamento in questione, era stato il consigliere regionale della Lega Emanuele Fiorini.

Il dg Maurizio Dal Maso

Parla la direzione del ‘Santa Maria’

«In riferimento alle recenti notizie di stampa su un’indagine per ipotesi di turbativa d’asta avviata all’ospedale di Terni – riporta la nota diffusa dall’ufficio stampa del ‘Santa Maria’ -, la direzione aziendale conferma di avere già fornito tutti i documenti e tutti i chiarimenti richiesti dalle autorità competenti, in spirito di completa collaborazione, per quanto riguarda il progetto di miglioramento assistenziale realizzato nell’azienda ospedaliera di Terni per la riduzione delle infezioni ospedaliere, in particolare quelle del sito chirurgico. Riconfermando la massima disponibilità e collaborazione – prosegue la nota – la direzione aziendale ha già oggettivamente dimostrato di avere sempre operato nel rispetto completo delle leggi vigenti, tant’è che, come già esplicitato alla procura, in realtà non vi è stata alcuna spesa aggiuntiva e alla fine della sperimentazione sono stati riscontrati una sensibile riduzione delle infezioni ospedaliere e un importante risparmio in termini di giornate di degenza, costi diretti e indiretti legati all’assistenza».

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