Una casa d’appuntamenti mascherata da centro massaggi cinese: a scoprirla – si chiamava ‘Alice Leisure Club’ e si trovava in via Tre Venezie, a Terni – era stata nel 2013 la Guardia di finanza, la cui attività di indagine aveva fatto finire nei guai tre persone, tutte originarie della Cina, per aver organizzato e gestito il ‘giro’ al tempo piuttosto fiorente, con clienti di ogni età e stato sociale.
La sentenza
Venerdì il tribunale di Terni – giudice Massimo Zanetti – ha emesso la sentenza con la condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione (pena sospesa) della legale rappresentante del ‘centro massaggi’, una 53enne cinese, che nella struttura esercitava pure l’attività di prostituzione. Assolti invece ‘perché il fatto non sussiste’, due connazionali: un uomo di 54 anni e una donna di 33. Erano accusati di aver contributo, attraverso la pubblicità e il reperimento di massaggiatrici e clienti, al ‘buon andamento’ dell’attività. Tutti e tre gli imputati – per i quali il tribunale ha accolto le richieste formulate in aula dal pm Adalbrto Andreani – erano difesi dall’avvocato Attilio Biancifiori.
Cosa accadeva
In sostanza, oltre a dei normali massaggi, presso il centro di via Tre Venezie venivano praticate prestazioni sessuali a pagamento, con i clienti che – recita l’imputazione – «venivano masturbati al termine del normale massaggio». Un’attività pubblicizzata su un sito specializzato, con foto e descrizioni piuttosto eloquenti. Ed un numero di telefono chiamato giorno e notte da tanti ternani.