Terni, variante elettrodotto: Terna la spunta al Tar Lazio

C’è la sentenza della III sezione: ricorso respinto. Mirino sulla realizzazione ed il decreto di asservimento coattivo sui terreni privati. Si va al Consiglio di Stato?

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di S.F.

Ricorso respinto e condanna dei ricorrenti a pagare al ministero – sviluppo economico e transizione ecologica – ed a Terna Spa 2 mila euro per le spese di lite. Il Tar Lazio ha sentenziato sulla contesa che coinvolge alcuni cittadini ternani nell’ambito della realizzazione della variante all’elettrodotto a 220kv Villavalle-Pietrafitta.

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Il caso: focus sull’asservimento coattivo

In sostanza i cittadini hanno impugnato – in un primo momento al Tar Umbria, poi la palla è passata ai giudici amministrativi del Lazio – diversi atti riguardanti l’autorizzazione dei ministeri allo sviluppo dell’opera con «dichiarazione di urgenza ed indifferibilità nonché di pubblica utilità e contestuale delega a Terna esercitare i necessari poteri espropriativi». I privati in particolar modo hanno contestato il decreto di asservimento coattivo per i propri fondi, interessati dal percorso dell’elettrodotto. Nelle motivazioni del Tar – questioni tecniche – c’è anche un interessante passaggio sulla pubblicazione degli atti sull’albo pretorio e sul Bur: «È la vicinanza al cittadino della fonte notiziale a connotare la differente valenza e rilevanza della forma di pubblicità», specifica il Tar nello spiegare il perché ha più importante il primo.

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Tar respinge

I motivi di ricorso sono stati ritenuti tutti infondati. Esempio? Non si sarebbe tenuto conto del pregio paesaggistico della zona dove sono gli immobili dei residenti. «La resistente Terna – si legge nella sentenza della sezione III – ha prodotto il parere della commissione ministeriale con il quale si assume ‘che la realizzazione della variante permetterà la demolizione di circa 10,85 chilometri di elettrodotti 220 kV e insisterà su un tracciato già esistente sul territorio, senza ulteriore impiego di suolo, con una riduzione consistente degli impatti connessi alla presenza dell’elettrodotto e una riduzione del tracciato dell’elettrodotto stesso. Il progetto persegue l’obiettivo di contenere per quanto possibile la lunghezza del tracciato per occupare la minor porzione possibile di territorio’» e «minimizzare l’interferenza con le zone di pregio naturalistico, paesaggistico e archeologico». E dunque che per le componenti ambientali «si prevedono impatti di entità trascurabile o non rilevanti sia per la fase di cantiere che per la fase di esercizio. Complessivamente, si ritiene che il progetto sia compatibile con le caratteristiche ambientali dell’ambito territoriale in cui esso ricade e che non genera impatti negativi e significati all’ambiente». C’è altro.

DIVERSE LE AREE INTERESSATE

La pericolosità ed i campi elettromagnetici

I ricorrenti si sono lamentati anche del fatto che la progettazione dell’elettrodotto «è stata impostata omettendo di tenere conto dei profili di pericolosità per la salute correlati all’inadeguato distanziamento dei conduttori dal suolo. Ciò per aver preso a riferimento la soglia del campo magnetico tollerabile di 3 micro tesla, stabilita nel/con il Dpcm del 2003 e non con studi scientifici aggiornati». Ancora un no dal Tar dopo una lunga delucidazione sulle leggi vigenti: «Per qual che interessa il caso di specie va rilevato che il ministero della Salute, con note 4 gennaio 2018 e 19 novembre 2018, ha attestato che il progetto in controversia osserva la normativa vigente in materia di esposizione ai campi elettromagnetici». Infine Terna, per chi ha proposto ricorso, «non ha preso in considerazione la possibilità di effettuare un interramento dell’elettrodotto, almeno per la parte che le proprietà». Risposta? «La censura impinge nel merito delle scelte di localizzazione degli interventi, le quali non sono sindacabili dal giudice amministrativo purché non siano affetta da evidenti e macroscopici profili di illogicità, travisamento e vizi logici». La bagarre – a difendere i cittadini gli avvocati Livio Michele Listanti e Umberto Segarelli – ha coinvolto il ministero dello sviluppo economico, il ministero della transizione ecologica, la presidenza del Consiglio dei ministri e Terna rete elettrica nazionale Spa. Non costituiti in giudizio il ministero dell’ambiente, la Regione Umbria, il Comune di Terni e Terna rete Italia Spa. Si va al Consiglio di Stato?

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