Terni, via Ippocrate: caccia alla soluzione

Criticità nella zona di Valenza tra manto stradale, fosso, manutenzione e sicurezza. Pagliari e Leli (‘Tevere-Nera’) bocciano l’ipotesi intubazione: «Serve studio tecnico»

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di S.F.

Carla Pagliari

Licenze edilizie, il fosso di raccolta delle acque piovane, stato del manto stradale, manutenzione e, in linea generale, la sicurezza della zona. Lungo confronto venerdì mattina a palazzo Spada tra i membri della I° commissione consiliare e i rappresentanti del consorzio di bonifica Tevere-Nera, chiamati in causa per la particolare situazione idrogeologica della zona di Valenza: la direttrice Carla Pagliari e il capo area tecnica lavori, l’ingegnere Barbara Leli, hanno cercato di far luce sulle numerose problematiche segnalate dai cittadini.

TERNI, VIA IPPOCRATE: «CHIEDIAMO SICUREZZA»

Barbara Leli

I disagi La discussione è nata sulla base di un’interrogazione del consigliere comunale Enrico Melasecche (IlT) in seguito ai diversi appelli lanciati dai residenti della zona, a partire dal 2016. Il comitato, in tal senso, aveva consegnato una petizione al sindaco Leopoldo Di Girolamo, al presidente del consorzio ‘Tevere-Nera’ Massimo Manni, al presidente del consiglio comunale Giuseppe Mascio e al comando di polizia locale. Focus su diverse tematiche, con la situazione del manto stradale e del canale in prima battuta: « Riceve – aveva sottolineato – le acque piovane provenienti da Miranda e Perticara, costeggia la strada e presenta gravissime carenze dal punto di vista manutentivo; è costantemente pieno di erba, rovi e pietrisco che impediscono il naturale defluire delle acque; le cunette ai bordi del canale, essendo prive di canaline di scolo, impediscono alle acque piovane presenti sulla strada di defluirvi naturalmente. E determinano di frequente l’allagamento di abitazioni e attività commerciali». Scattò l’invito al sindaco nel «coordinare con urgenza, in vista delle piogge invernali, con il Consorzio Tevere-Nera interventi risolutivi sul canale, onde evitare danni continui ad abitanti e commercianti il cui rimborso non potrà non essere richiesto al Comune nelle sedi competenti». Melasecche, riprendendo le fila del discorso, ha ricordato venerdì mattina in sala consiliare che c’è «stata la sistemazione dell’alveo», accennando alla possibilità di realizzazzione di un percorso perdonale – per risolvere le criticità – senza ricorrere all’intubazione del fosso.

Le aree inondabili nella zona di Valenza

DEGRADO IN VIA IPPOCRATE

Costruzioni, argini e distanze La Pagliari a questo punto è intervenuta per rispondere alle sollecitazioni: «Siamo disponibili ad effettuare un sopralluogo congiunto. Per quel che concerne il percorso pedonale, la materia è esclusivamente del Comune e andrebbe coinvolta anche la Regione oltretutto; passando al fosso di Valenza c’è da dire che è un corso significativo per la città e ci sono delle costruzioni vicine agli argini». La direttrice del consorzio si ferma e lascia la parola alla Leli, l’esperta nell’ambito di funzionalità idraulica e studi: «Esiste un regio-decreto per le autorizzazioni idrauliche, risale al 1934. In riferimento agli edifici, devono stare almeno a 10 metri dagli argini in teoria, mentre per il materiale mobile si parla di 4 metri dal ciglio superiore di sponda». Bene, peccato che «molte sono disattese», ammette il 42enne ingegnere. «Ecco, comprendete come siamo messi, specie per l’argine destro», ha aggiunto la Pagliari.

L’intubazione a valle, la manutenzione e le priorità L’ipotesi non convince, anzi: «Serve uno studio tecnico – ha spiegato la direttrice del consorzio – e il corso ha diverse fragilità, per cui ritengo che sarebbe pericoloso farlo. Ma non spetta a me dirlo». Capitolo manuntenzione: «Nel nostro programma ci sono due interventi, uno in autunno e l’altro in primavera. Il corso d’acqua di Valenza è uno di quelli che teniamo in maggior considerazione e abbiamo proceduto allo sfalcio dell’erba». La Pagliari conclude indicando le priorità per decidere come procedere: «In primis vedere le competenze, quindi effettuare il sopralluogo ed effettuare lo studio tecnico». La competenze primaria del consorzio, è stato ribadito, è legata alla manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua.

Via Ippocrate

Tempi di ritorno, ondate di piena e studi Poi lungo intervento tecnico della Leli che, mostrando una planimetria cartografica della zona di Valenza, ha messo in evidenza che «per l’intubamento a valle, gli studi cambiano nel tempo e nel giro di cinque-dieci anni la situazione può modificarsi. Per interventi su corsi d’acqua demaniali, di qualsiasi natura, si devono fare degli studi su un portata – la planimetria cartografica messa a disposizione della commissione rappresenta le aree inondabili derivanti da una simulazione con codice di calcolo idraulico bidimensionale della propagazione dell’onda di piena, per tempi di ritorno di 50, 100, 200 e 500 anni, quest’ultima apposita per la protezione civile – che può avvenire una volta ogni 200 anni». Il giudizio sull’ipotesi è negativo: «Ritengo che sia altamente negativo pensare all’intubamento, per diversi fattori. Oltretutto non si potrebbe fare la manutenzione». Un primo approccio per capire come venire incontro alle richieste dei cittadini, in attesa di sopralluoghi e step concreti.

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