Terni: «Villa Palma, quanti errori gravi»

Durissimo giudizio della quarta commissione comunale: «Errori di impostazione, promesse di impegni non mantenute ed aspetti ancora poco chiari»

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«Errori di impostazione, promesse di impegni non mantenute ed aspetti ancora poco chiari che non hanno consentito, unitamente alla crisi grave dell’edilizia ancora in corso, di affrontare e risolvere positivamente i problemi legati all’edificio storico e di portare a compimento il salvataggio ed il recupero funzionale di ciò che rimane dell’antica villa». Lo si legge nell’ampia relazione finale della quarta commissione consiliare ‘controllo e garanzia’ sulla situazione di Villa Palma. La relazione è stata esposta all’aula di palazzo Spada dal presidente della commissione Federico Pasculli e al termine il consiglio ha votato la presa d’atto.

LA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE COMUNALE

Tanti dubbi Un aspetto non ancora chiarito, sul quale la stessa commissione ha trovato notevoli difficoltà di definizione, «è quello relativo alla rilevante cubatura edilizia concessa, 40.000 metri cubi a destinazione residenziale, cui se ne aggiungono altri 10.000 per la creazione di una struttura di servizio alla Villa con finalità dapprima museali e poi come laboratorio di ricerca scientifica, anche in considerazione del particolare contesto ambientale circostante. Ugualmente la tipologia edilizia assentita in linea di massima, anche qui senza un progetto presentato per tempo dalla proprietà con cui sia la giunta che la dirigenza comunale interloquivano, presenta forme architettoniche e materiali inusuali per quei luoghi, oltre che un’altezza di tre piani di blocchi edificatori e una sorta di parallepipedi di cui non si vede niente di simile nei paraggi».

IL CROWDFOUNDING

Le contraddizioni Tali scelte, si legge ancora nella relazione, «hanno suscitato a più riprese forti perplessità tant’è che lo stesso  Francesco Andreani ex assessore all’Urbanistica, fino a pochi mesi fa dichiarava in che la Soprintendenza si era espressa favorevolmente sulla ipotesi di riduzione di circa la metà rispetto alla cubatura prevista originariamente. Questa notizia peraltro non ha avuto riscontro formale da parte della dirigente all’urbanistica Carla Comello. La dirigente è stata invitata dalla quarta commissione a prendere un contatto diretto con la Soprintendenza per verificare documentalmente tale asserzione. Ciò appare essenziale in vista del probabile passaggio di proprietà della Villa poiché la società detentrice è sottoposta a procedure giudiziarie presso il Tribunale di Spoleto. Se fosse vero quanto dichiarato dall’ex assessore Andreani, si porrebbe il problema, irrisolto nonostante gli inviti di questa commissione nei confronti di giunta e dirigenza, di dirimere il contrasto fra previsione urbanistica e limiti posti dalla Soprintendenza, onde evitare equivoci e pretese da parte dei nuovi acquirenti».

Il danno erariale La commissione, poi, ricorda che «come da nota pervenuta agli uffici comunali, risulta che nel 2014 la Soprintendenza invia una lettera, con la quale, rispondendo a una specifica comunicazione del comando dei carabinieri tutela del patrimonio culturale nucleo di Firenze, avente per oggetto “Procedimento della Procura regionale presso la Corte dei conti relativo a responsabilità amministrative e danno erariale per l’abbandono e il degrado di Villa Palma”, si rappresenta lo stato autorizzativo degli atti e l’invito rivolto a iniziare i lavori entro 15 giorni dal ricevimento dell’autorizzazione. Da quel momento in poi, in realtà, non c’è stato nessun avanzamento dei lavori. L’edificio storico è risultato recintato con rete metallica di cantiere, inglobato in una struttura intelaiata di acciaio e coperto con teli aventi lo scopo di protezione. Anche l’area circostante è apparsa in un totale stato di abbandono e di degrado».

Il mancato recupero Il fatto che dopo questa ultima comunicazione «non ci siano più stati aggiornamenti o verifiche e sopralluoghi anche sul luogo – spiega la commissione consiliare – desta profonda preoccupazione sia in riferimento al progetto di recupero che relativamente allo status di mantenimento della struttura stessa. Pertanto sarebbe opportuno che gli uffici comunali con urgenza verificassero la reale possibilità di un piano di rilancio con una ipotesi progettuale di cubatura edilizia nettamente inferiore rispetto al progetto iniziale, come accennato anche dall’ex assessore Andreani, in modo di pianificare il prima possibile, una nuova strategia che possa recuperare e rilanciare il complesso patrimoniale ed aprire nuovamente il dibattito sia in sede di commissione che di consiglio comunale».

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