Terremoto, le misure. Ma il commercio soffre

Il Consiglio dei ministri approva le misure urgenti per le popolazioni colpite dal sisma, mentre il settore fa fatica a riprendersi

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E’ tutto racchiuso in 53 articoli che ora sono legge. Il consiglio dei Ministri, martedì mattina, ha infatti approvato il decreto legge sul terremoto.

Le misure Interventi urgenti, misure eccezionali necessarie per la ricostruzione e per il sostegno alle attività economiche alle popolazioni colpite dal terremoto nel centro Italia dello scorso 24 agosto. La struttura articolata e dettagliata del provvedimento ne fa una sorta di vademecum, con l’obiettivo di essere, per quanto possibile, esaustivo. Tra le misure di sostegno previste il risarcimento integrale per le case e gli edifici colpiti, il prestito d’onore per il riavvio delle attività produttive, la cassa integrazione in deroga per i lavoratori di imprese coinvolte nel sisma, il rinvio di imposte e tasse per quanti, singoli e imprese, documenteranno che l’impossibilità del pagamento è strettamente connessa al terremoto.

I fondi Duecento milioni subito, che si aggiungeranno agli altri per un totale di 300 milioni, per fronteggiare le prime emergenze. Mentre per la ricostruzione, come ha spiegato il sottosegretario De Vincenti a palazzo Chigi «verrà stanziata una cifra notevolmente più consistente: almeno 3,5 miliardi per gli edifici privati e un miliardo per quelli pubblici». Risorse, queste, già inserite nella legge di bilancio che sarà approvata sabato prossimo.

I CRITERI PER L’INTERVENTO

Le altre misure Risarcimento integrale per le case e gli edifici colpiti, anche se si tratta di seconde abitazioni, prestito d’onore per il riavvio delle attività produttive, cassa integrazione in deroga per i lavoratori, rinvio delle scadenze di alcune tasse per quelle aziende che possono provare l’impossibilità di pagare causata dal terremoto. E poi, ancora, misure per le aree interne e quindi la zona della Valnerina, aiuti al settore agricolo e agroalimentare con altri 35 milioni destinati alle aziende del Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria, piani strategici per il rilancio del settore attraverso il finanziamento dei programmi di sviluppo rurale.

Anticorruzione La supervisione dell’Anac servirà a prevenire le infiltrazioni e la corruzione durante le fasi di ristrutturazione e ricostruzione delle zone. Prevista anche una centrale unica di committenza, l’albo delle aziende e delle imprese con l’elenco dei professionisti, obbligo dell’iscrizione nella whit list per le aziende che vincono l’appalto ma anche per quelle a cui i lavori verranno subappaltati.

Legalità e trasparenza Per assicurare il massimo della regolarità in tutte le fasi, il provvedimento – oltre alla supervisione dell’Anac – prevede una centrale unica di committenza, un albo delle imprese e uno dei professionisti, oltre a garantire dati costantemente aggiornati. Infine, la governance, la cui cifra è il raccordo tra Governo centrale e territori interessati dal sisma: il Commissario straordinario viene infatti affiancato dai Presidenti delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria come Vice Commissari e da quattro Uffici speciali per la ricostruzione (uno per ogni Regione).

Certezze sulle regole «Positivo e importante che oggi il Governo abbia approvato il decreto legge che indica regole e risorse per la ricostruzione nelle aree colpite dal sisma, tra cui la nostra Umbria e in modo particolare la Valnerina», commenta la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini. «Il presidente del consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, ha affiancato sin dalle prime ore per l’assistenza alle popolazioni le nostre comunità, assumendosi impegni istituzionali importanti, cioè di definire strumenti e adeguate risorse finanziarie per assicurare a cittadini e comunità locali la ricostruzione delle proprie abitazioni, delle imprese, degli edifici pubblici, in primo luogo le scuole, e dei beni culturali. Assicurazioni che si sono tradotte, con il provvedimento approvato, in norme reali». La presidente sottolinea che «come presidenti di Regione, abbiamo condiviso i contenuti di questo decreto in forma partecipata, a partire dalla scelta di ‘governance’ che ci vedrà coinvolti nell’attività del commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, e anche nella collaborazione istituzionale con sindaci e Comuni. Il Governo con il decreto ci dà certezze sulle regole e sulle risorse finanziarie adeguate per fronteggiare, accanto alla ricostruzione, anche un progetto di sviluppo economico e di lavoro in queste aree, a cominciare per noi dal rilancio del turismo».

Commercianti soffrono Misure concrete e risposte certe, come quelle di cui hanno bisogno le popolazioni colpite dal sisma che, a due mesi di distanza, devono fare i conti con un ritorno alla normalità difficile. Mentre la terra continua a tremare a Norcia sono i piccoli commercianti quelli che vivono le maggiori difficoltà. Nel centro storico infatti, se le case hanno retto, alcuni edifici sono ancora inagibili, anche quelli che ospitavano piccoli negozietti. Così, tra difficoltà a capire qual è la strada giusta e investendo i pochi soldi rimasti, la famiglia Battilocchi prova a riaprire la propria tabaccheria appena dietro porta Ascolana.

La storia Con il negozio chiuso dallo scorso 24 agosto, i proprietari della tabaccheria stanno cercando di rimettersi in piedi e tornare a lavorare, pur con qualche difficoltà. «La Federazione italiana tabaccai – ci raccontano – ci ha inviato un container ma non è blindato e non ce lo possono assicurare». Così, da soli, si sono dovuti comprare un container più sicuro, dove poter stoccare tabacchi, gratta e vinci e marche da bollo. Senza esito hanno provato a chiedere alla Protezione civile e al sindaco Nicola Alemanno, alla fine si sono rassegnati e hanno trovato un modulo usato ma abbastanza resistente per riaprire la propria attività poco fuori le mura.

Le promesse «Il sindaco ci ha assicurato che tutte le spese necessarie ci verranno rimborsate, ma intanto noi continuiamo ad anticipare i soldi nonostante l’attività sia chiusa da quasi due mesi» ci spiega la mamma di Emanuele, che gestisce il negozio. Il container è costato 1.700 euro, ma poi dovrà essere risistemato. Nelle scorse settimane, se sono stati sospesi i pagamenti dei gratta e vinci, hanno invece dovuto pagare i tabacchi, le marche da bollo e ora è in scadenza anche il lotto, circa diecimila euro di spesa. «Oltre a questo, l’Enel ci ha mandato un bollettino per il nuovo allaccio. Non ci attaccano la corrente fino a che non inviamo la ricevuta del pagamento anticipato di 439 euro. Se non lavoriamo più da quasi due mesi dove li dobbiamo prendere i soldi? E’ così che ci aiutano?».

I pericoli Come i Battilocchi, ci sono altri piccoli commercianti che a Norcia vivono grosse difficoltà. Locali inagibili, case inagibili e botteghe che chiudono. Come il fornaio del corso che, dopo aver saputo dell’impossibilità di rientrare nella sua bottega ha deciso di trasferirsi in Germania a cercare un nuovo lavoro. Ma anche il pescivendolo non sa come e quando riaprirà la sua attività. E mentre il rischio è che i piccoli centri si svuotino, i commercianti sperano che le misure messe in atto entrino in funzione subito.

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