Terremoto, Mibact: soprintendente unico?

Norcia risulta essere la più colpita, con il crollo di tre basiliche. Prima di iniziare la messa in sicurezza bisogna quantificare il danno: oltre 5 mila opere da salvare

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Sono tra le principali vittime del sisma, da sempre. Chiese, cattedrali, basiliche, ma anche quadri e affreschi. Da Assisi fino a Norcia, il terremoto semina distruzione anche in campo artistico.

La basilica di San Benedetto

La basilica di San Benedetto

Crolli Con la scossa di domenica, solo a Norcia, è venuta giù la basilica di San Benedetto, sulla piazza principale. Ma già nei giorni precedenti, il terremoto aveva provocato ingenti danni alle chiese di Sant’Eutizio di Piedivalle, vicino Preci, e di San Salvatore in Campi a Norcia. Strutture che potevano essere messe in sicurezza già dopo il 24 agosto. A puntare il dito contro il Ministero e la soprintendenza era stato lo storico dell’arte Tomaso Montanari che aveva denunciato come quei monumenti si sarebbero potuti salvare se solo fossero stati fatti i consolidamenti necessari.

Le misure Intanto nel decreto approvato dal governo le prime misure prevedono che per la messa in sicurezza del patrimonio storico e artistico, i Comuni interessati hanno la facoltà di effettuare direttamente gli interventi indispensabili, dandone comunicazione al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Per la quantificazione dei danni ci vorrà più tempo, ma si ipotizzano oltre 5 mila segnalazioni.

San Benedetto di Norcia

I crolli di domenica mattina

Il piano Da parte sua, il Mibact assicura si lavorerà in tre direzioni: conoscenza del danno, messa in sicurezza dei beni mobili e messa in sicurezza dei beni monumentali. Serve dunque, da subito, capire quanti e quali danni hanno fatto le ultime fortissime scosse di terremoto. Le verifiche partite già alla fine dell’estate devono essere azzerate e rifatte da capo. Sul campo, assieme al personale tecnico e amministrativo anche vigili del fuoco e Protezione civile.

Turismo e cultura Ovviamente le opere artistiche, culturali e monumentali sono legate fortemente al turismo la voglia di fare in fretta e ricostruire tutto si scontra però con una realtà fatta di emergenze e burocrazia. Se qualcosa, ovviamente, è andato perduto, l’idea del Mibact, però, è quella di coinvolgere turisti e cittadini nei lavori di restauro con l’apertura di più di cento cantieri, nel momento in cui l’emergenza sarà cessata, che resteranno visibili al pubblico, in modo che i turisti potranno osservare come i maestri del restauro italiano lavorano per restituire alla comunità beni preziosi. Da ostacolo, dunque, i cantieri potranno diventare una risorsa.

Primi recuperi Mentre i gioielli di Norcia risultano essere i più colpiti e danneggiati, la buona notizia è che il Laboratorio di diagnostica per i beni culturali di Spoleto ha tratto in salvo 300 opere. Ma ora inizierà la conta dei danni. Dalla basilica di San Benedetto, del 1300, alla cattedrale di Santa Maria Argentea costruita nel nono secolo e la chiesa di San Francesco sono andate per lo più distrutte, se si considera che i controlli sono stati fatti anche a Roma e a Orvieto. Proprio per questo il ministro Franceschini sta pensando di nominare un soprintendente unico speciale per le aree colpite dal sisma. «Il terremoto ha colpito quattro regioni tutte ad alta densità di beni culturali. E il soprintendente avrà l’incarico di concentrarsi sul recupero del patrimonio mobile mentre al governo chiederemo più fondi per l’arte da salvare». In programma c’è anche di estendere l’art bonus anche ai beni ecclesiastici gravemente colpiti.

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