ThyssenKrupp Ast, bufera sulle Rsu

Terni, le segreterie di Fim e Fiom prendono le distanze dalle rappresentanze di base sulla presunta marginalizzazione della Uilm: il 13 scioperano tutti insieme

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di M.T.

L’argomento per il quale i tre ‘confederali’ avevano diramato l’invito era, ovviamente, un altro: lo sciopero che verrà attuato mercoledì 13 – e che rientra nel quadro delle iniziative in corso in tutta Italia – a Terni. Ma poi era inevitabile parlare – o almeno provarci – d’altro.

sindacati

Bartolini (Fim), Cipolla (Fiom), Pasini (Uilm)

L’ostracismo Visto che la ThyssenKrupp – denuniciata dalla Uilm per comportamento antisindacale – ha giocato allo ‘scaricabarile’, mettendo nero su bianco che lei si guarda bene dal fare discriminazioni, ma che «le Rsu che hanno espressamente chiesto, per quanto riguarda le tematiche relative alla organizzazione del lavoro, di partecipare a riunioni senza il membro Uilm» e che, accanto al segretario provinciale della Uilm, Nicola Pasini, c’erano Claudio Cipolla, segretario della Fiom e Claudio Bartolini, della segreteria della Fim, chiedere una loro opinione sembrava naturale.

Uno sciopero alla Tk-Ast

Uno sciopero alla Tk-Ast

«Chiedete alle Rsu» La risposta di Cipolla è stata lapidaria: «Chiedilo a chi sta nelle Rsu, io di questa cosa non ho informazioni ufficiali, ma me lo stai dicendo tu». Ma chi sta nelle Rsu mica è un alieno, di solito anzi è espressione proprio delle segreterie sindacali, è stata l’obiezione: «Intanto può succedere che vengano eletti anche lavoratori che non hanno nulla a che fare con i sindacati (alla ThyssenKrupp Ast di Terni, però, non ce n’è neanche uno; ndr) – ha detto ancora Cipolla – e poi le decisioni che prendono, ammesso che sia vero quello che dice l’azienda, non spostano la responsabilità, perché le convocazioni per le riunioni è lei che le fa, mica noi».

«Questione aperta» Claudio Bartolini l’ha messa su un piano leggermente diverso: «Detto che dalle segreterie, almeno per quanto ci riguarda (stessa cosa ha ribadito Cipolla; ndr) non è mai partita nessuna indicazione che andasse nella direzione di cui parla l’azienda, è ovvio che si apre una questione sulla quale sarà necessario ragionare. Soprattutto perché vanno evitati tutti gli elementi che possano generare equivoci nei rapporti tra le organizzazioni sindacali, favorendo così la strategia dell’azienda». Nicola Pasini, da parte sua, ha ribadito che «la nostra azione legale è, ovviamente, nei confronti della ThyssenKrupp Ast e non ho motivi per mettere in dubbio le parole di Cipolla e Bartolini».

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L’accordo annunciato

L’accordo Quanto all’altra affermazione contenuta nella memoria difensiva presentata dalla ThyssenKrupp in tribunale e relativa a quello che, sempre le Rsu di Fim, Fiom, Fismic e Ugl avevano annunciato come un accordo e che, invece, l’azienda ha negato, dicendo che  non era «un accordo ma un mero ‘verbale di incontro’ e, quindi, un documento che normalmente viene redatto al termine della riunione e in presenza dei soli partecipanti alla riunione; l’incontro del 18 maggio ha avuto ad oggetto l’analisi di aspetti relativi alla organizzazione del lavoro, preliminari rispetto ad ogni tipo di negoziazione e/o trattativa», Claudio Cipolla ha tagliato corto: «La prassi è questa, si fa una riunione, si stila un verbale e poi si fanno le verifiche. Alla fine si arriva ad un accordo. Quel comunicato lo hanno scritto e diramato le Rsu e, quindi, anche su quello devi parlarne con loro, mica con noi».

 

Lo sciopero Ovviamente prima si era parlato dello sciopero – quattro ore, mercoledì 13, per chi lavora di primo, secondo turno e ‘di giornata’ – con doppio presidio, dalle 10,30, in viale Brin e al Tubificio: «Per uscire dalla situazione di stallo, che ricade tutta sulle spalle dei lavoratori e per rilanciare la vertenza per il rinnovo del contratto nazionale. I lavoratori stanno scioperando ancora una volta in tutta Italia per respingere la posizione di Federmeccanica, che vuole smontare il contratto nazionale, cancellando diritti e azzerando gli aumenti contrattuali – è stato spiegato – e dell’anno sono ormai quasi 30 le ore di sciopero messe in campo dalle tute blu. Scendiamo di nuovo in strada per dare visibilità alla nostra protesta e chiamare a responsabilità anche le istituzioni, perché deve essere chiaro che non si tratta di una vertenza chiusa all’interno di una categoria, ma di una battaglia comune in difesa del contratto nazionale e del diritto ad un giusto salario per tutti i lavoratori».

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