Tumori al cervello, nuove frontiere a Terni

Al ‘Santa Maria’ una équipe multidisciplinare per migliorare il trattamento dei pazienti. Novità anche tecnologiche e terapeutiche

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I tumori al cervello continuano a rappresentare una scommessa per la medicina, le speranze di guarigione da questa patologia così drammatica sono ancora molto più basse rispetto ad altri tipi di neoplasie, ma anche in questo campo si stanno facendo passi in avanti. Uno dei più rilevanti – oltre alle novità che a breve potrebbero giungere dalla medicina nucleare – è rappresentato da un approccio diagnostico-terapeutico multidisciplinare alla malattia, un fronte sul quale anche l’azienda ospedaliera Santa Maria di Terni sta lavorando.

Gli specialisti

La dimostrazione è stato il primo meeting del gruppo Uno (Umbria Neuro-Oncology), una giornata di studio, organizzata e coordinata dall’azienda ospedaliera Santa Maria, incentrata sulla diagnosi e la cura dei gliomi maligni, che si è svolta venerdì nella sala dell’Orologio del Caos. Un’iniziativa promossa dal professor Stefano Ascani, direttore della struttura di anatomia patologica, che ha recentemente acquisito le strumentazioni necessarie all’esecuzione di analisi molecolari oramai indispensabili per una esaustiva definizione di queste neoplasie, dal dottor Sergio Bracarda, direttore dell’oncologia medica, dal dottor Carlo Conti, direttore della neurochirurgia, e dal dottor Ernesto Maranzano, direttore della radioterapia, a nome dell’intero gruppo neuro-oncologico del Santa Maria. Tra i relatori anche il dottor Fabio Loreti, responsabile della struttura semplice di medicina nucleare.

Diagnosi e cura

Il trattamento di scelta delle neoplasie cerebrali è ad oggi rappresentato da una rimozione chirurgica massimale, seguita da radio-chemioterapia concomitante, come ha illustrato il dottor Fabio Trippa. Ovviamente il limite più importante è rappresentato dalla sede della malattia (il cervello) e quindi dalla necessità di rispettare quanto più possibile, ad opera del neurochirurgo, aree di elevata rilevanza funzionale e neurologica. La chirurgia in queste aree è dunque particolarmente complessa e risponde a requisiti unici da un punto di vista oncologico, tema affrontato dal dottor Conti, e da un punto di vista anestesiologico, dalla dottoressa Emanuela Sensi, della rianimazione. A questa peculiarità vanno aggiunte le novità conoscitive da un punto di vista biologico, che hanno profondamente modificato le possibili strategie terapeutiche e la valutazione prognostica dei gliomi, aspetti affrontati dal professor Felice Giangaspero, dell’Università Sapienza di Roma, una riconosciuta autorità nel campo della neuropatologia.

Il futuro

Altri fronti sono quelli della valutazione neurologica e della neurofisiopatologica, componenti determinanti della prognosi del paziente e base della sua riabilitazione e di eventuali terapie anticonvulsivanti. Il punto su queste tematiche è stato fatto dal professor Paolo Calabresi (clinica neurologica dell’azienda ospedaliera di Perugia) e dal dottor Domenico Frondizi (neurofisiopatologia di Terni). Da un punto di vista della terapia medica, invece, poche novità si sono affermate fino ad oggi, ma alcuni recenti spunti biologici hanno reso possibile ipotizzare nuovi approcci terapeutici, alcuni formulati anche dal gruppo di ricerca umbro, come illustrato dalla dottoressa Claudia Caserta dell’oncologia medica di Terni.

I partecipanti

Ad aprire il meeting è stato il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, che ha sottolineato «l’alta professionalità presente all’interno del Santa Maria e l’attenzione che l’amministrazione regionale pone verso la struttura», il direttore generale del Santa Maria, Maurizio Dal Maso, l’assessore comunale al welfare Marco Celestino Cecconi e il presidente dell’ordine provinciale dei medici, Giuseppe Donzelli.

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