Ue, novità per i dazi: gli effetti su Terni

Dopo mesi di trattative è arrivato l’accordo tra le tre istituzioni europee sul nuovo sistema di calcolo. Come affrontano il cambiamento le acciaierie ternane

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Dopo mesi di trattative, i primi giorni di ottobre è arrivato l’accordo tra le tre istituzioni europee sul nuovo sistema di calcolo dei dazi anti-dumping. Commissione Europea, Parlamento Europeo e Consiglio Ue sembrano aver trovato finalmente la quadratura del cerchio: le nuove norme non distingueranno più tra Paese ad economia di mercato e non, ma toccherà alla Commissione ora preparare un rapporto per paesi come la Cina, documentandone le distorsioni significative. Alle industrie Ue basterà fare riferimento a quel testo senza ulteriori oneri. Una delle grandi novità dell’accordo prevede inoltre che Bruxelles nella sua valutazione sul dumping tenga conto anche del rispetto dei criteri ambientali e dei diritti dei lavoratori nei Paesi che esportano i prodotti oggetto dell’indagine.

Interessi e divisioni Un passo avanti dunque in questa partita tra Cina e Ue che ha sempre avuto in ballo interessi enormi, arrivati perfino a dividere gli stessi paesi della Comunità Europea, e in cui anche la città Terni riveste un ruolo centrale: uno dei settori maggiormente colpiti dal dumping cinese è infatti quello siderurgico. Non è un caso che nel 2016 si sia verificato un calo drastico del prezzo dell’acciaio, causato all’impennata delle esportazioni del Paese asiatico. Gli ultimi dati del 2017 non sono più confortanti: le acciaierie cinesi hanno viaggiato ad un ritmo forsennato quest’anno, raggiungendo ad agosto il record produttivo di 74,59 milioni di tonnellate di acciaio. Tutti i produttori europei sono uniti nella convinzione che la competitività dell’Europa, i suoi valori relativi all’antica cultura del lavoro e di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori vadano difesi. La sfida comune oggi è impedire che l’economia europea sia alterata da questi modelli, rilanciando giorno dopo giorno la qualità della produzione, unica arma di difesa contro queste minacce. È proprio questo uno dei motivi per cui Acciai Speciali Terni ha iniziato ad applicare all’interno dei suoi stabilimenti la Lean Transformation, termine di cui sentiamo parlare ormai da qualche tempo. Per capire meglio di cosa si tratta, è necessario partire da una parola: Kaizen, termine giapponese che unisce i concetti di cambiamento (Kai) e miglioramento (Zen) e sintetizza quel particolare approccio all’organizzazione del lavoro, secondo il quale ciò che stai realizzando può essere sempre migliorato.

Metodo Kaizen La ricetta per migliorare sempre arriva dal Giappone e si diffonde in ambito industriale nel secondo dopoguerra, quando il mercato giapponese viene invaso da una massiccia produzione straniera. I prodotti interni, soprattutto nel settore automobilistico, sono ben presto etichettati come scadenti. Per risollevare le sue sorti, la Toyota, colosso del settore, fonda il Toyota production system, un progetto che fa propri i punti cardine della filosofia kaizen. Il successo non tarda ad arrivare e, nella decade successiva, Toyota si consolida come leader nel mercato interno e in quello globale, esportando nel mondo occidentale questo modello di organizzazione del lavoro. Oggi si fa riferimento al kaizen quando si parla di migliorare i processi produttivi, di benessere aziendale diffuso, di umanizzazione del posto di lavoro: ogni dipendente è incoraggiato ad apportare piccoli cambiamenti, affinché chiunque possa sentirsi partecipe del processo di selezione e miglioramento dell’intera organizzazione lavorativa. Con questo strumento, associato alle nuove tecnologie 4.0, le Acciaierie di Terni hanno deciso di provare a combattere la loro battaglia per l’Europa e così, in un’Italia industriale ancora un po’ troppo restia ad aprirsi verso nuovi orizzonti, Terni può provare a candidarsi come guida di una nuova corrente di cambiamento.

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