Uil: «A Terni non c’è libertà di insegnare»

Il segretario, Gino Venturi: «Una recita di Natale annullata per lutto, si dovrà svolgere per imposizione del dirigente scolastico»

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di Gino Venturi
Segretario della Uil di Terni

Generalizzare è sempre sbagliato. Ma anche sottovalutare certi fenomeni negativi può essere pericoloso. Il continuo attacco del Comune di Terni al Sindacato, disconoscendone di fatto il ruolo, è uno di questi fenomeni. Ora se ne aggiunge un altro e riguarda la libertà di insegnamento.

In una scuola materna comunale è venuta tragicamente e prematuramente a mancare a novembre un’insegnante. Un fatto che ha scosso l’intera Città. Il Collettivo, termine con cui si indica una sorta di Collegio dei docenti del plesso, ha deciso allora di festeggiare il Natale, con tanto di canzoncine, Babbo Natale e regalini. Vista la situazione, tuttavia, hanno ritenuto di farlo in modo più “sobrio”, eliminando l’aspetto spettacolare della “recita” per i genitori, pur salvaguardando l’aspetto educativo e quindi la “festa” per i bambini.

Del resto la recita non risultava neanche inserita nella programmazione annuale comunicata al Dirigente. Di questa decisione di non fare la recita in pompa magna il Collettivo aveva avvisato il 18 novembre il Dirigente non avendo dallo stesso alcuna comunicazione contraria. Quindi una scelta didattica, motivata dalla situazione luttuosa verificatasi, approvata dai genitori e comunicata oltre un mese prima del Natale al Dirigente.

Il 3 dicembre però arriva improvvisa ed inaspettata una comunicazione telefonica della Dirigente con una disposizione precisa: la recita va fatta , aperta anche ai genitori. Le insegnanti , pur non condividendo, dovranno “ubbidire”. I rappresentanti di classe si schierano nuovamente con le insegnanti. Questi i fatti come ci sono stati raccontati.

Il fatto che non sia stata rispettata la scelta didattica delle insegnanti, e quindi la libertà di insegnamento, ci preoccupa. Senza contare che anche i Regolamenti comunali, e non potrebbe essere altrimenti, stabiliscono ( art.7 delibera GM 252/2010) che “il Comune garantisce la piena libertà di insegnamento e l’autonomia professionale nello svolgimento dell’attività didattica del personale educativo e docente dei servizi educativi”. E aggiunge che “tale garanzia si esplica attraverso l’autonoma conduzione dell’attività da parte del personale docente”.

La questione è dunque di estrema delicatezza essendo direttamente attinente all’esercizio effettivo della libertà (di insegnamento). Per questo segnaliamo la questione perché possa verificarla direttamente al Consiglio Comunale auspicando che il Presidente Mascio, a differenza di quanto accaduto per le “relazioni sindacali”, questa volta non faccia “orecchie da mercante”.

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