Omicidio Vecchione: l’ultima parola

Fissato per il 12 marzo in Cassazione il ricorso presentato dai difensori di Giuliano Marchetti

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Il prossimo 12 marzo la corte di cassazione scriverà la parola fine sulla vicenda giudiziaria di Giuliano Marchetti, il 46enne di Terni che il 23 marzo del 2011 uccise l’ex compagna Marianna Vecchione, di appena 35 anni, con un colpo di fucile all’interno di un appartamento in via Brodolini.

Ultimo passo La prima sezione della Suprema Corte discuterà proprio in quella data il ricorso presentato dalla difesa dell’uomo contro la condanna a 16 anni di reclusione per omicidio volontario inflitta nel luglio del 2012 dal gup Simona Tordelli e confermata dalla corte d’assise d’appello di Perugia nell’ottobre del 2013.

L’appello Al giudizio di secondo grado ci si era arrivati attraverso gli appelli presentati sia dal legale difensore dell’omicida (al tempo, l’avvocato Roberto Spoldi) che dall’avvocato Massimo Proietti – legale dei familiari della povera Marianna -, basati su punti di vista radicalmente diversi. Per le parti civili, l’omicidio è non solo volontario, ma premeditato, con il killer che avrebbe studiato e progettato l’azione in tutti i suoi dettagli. Per la difesa del Marchetti, invece, quest’ultimo avrebbe agito d’impeto, in maniera del tutto occasione, involontaria e in seguito ad una discussione accesa fra i due, sfociata in una colluttazione.

I familiari di Marianna In mezzo, il giudizio della procura che aveva ritenuto la condanna a 16 anni congrua, rinunciando a ricorrere in appello e suscitando più di una perplessità fra i parenti della donna. A parlare per loro è l’avvocato Proietti: «Davanti alla Suprema Corte si scriverà la parola fine di questa vicenda terribile – spiega – e la conclusione non potrà che essere quella di una piena della conferma della condanna inflitta dal gup e ribadita in appello. Purtroppo – aggiunge il legale – a causa del mancato ricorso da parte della procura di Terni, sarà impossibile giungere a una pena più severa. L’unica forma di giustizia che possiamo attenderci è pertanto la conferma, in toto, di quanto già stabilito dalla corte d’assise d’appello di Perugia».

La difesa dell’omicida Di contro, i legali difensori di Marchetti – gli avvocati Antonio e Francesco Mattiangeli – si dicono «fiduciosi per una riqualificazione del reato e quindi una riduzione della pena. A nostro giudizio si tratta di omicidio colposo, commesso durante una violenta lite fra i due».

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