Umbria, caccia aperta: «Noi siamo delusi»

Terni, Vas-Verdi, ambiente, società e Pro Natura: «L’atteggiamento di Fernanda Cecchini caratterizzato da indisponibilità manifesta ad ascoltare le nostre le ragioni»

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Nel loro ‘mirino’ – «premesso che siamo contrari alla caccia in assoluto», dice Pierluigi Rainone (Vas-Verdi, ambiente, società, di Terni) – c’è l’assessore regionale Fernanda Cecchini: «Siamo molto delusi dal suo comportamento – dice Rainone – che è stato caratterizzato da un’indisponibilità manifesta ad ascoltare le ragioni di chi chiedeva di riflettere con maggiore attenzione sulla pre-apertura e poi sulla successiva apertura dell’attività venatoria».

Le richieste Perché, secondo Rainone «la richiesta di soprassedere non era venuta solo dagli ambientalisti, ma anche dall’aspra e questo avrebbe a mio modo di vedere dovuto far intuire all’assessore che la questione non poteva essere liquidata senza nemmeno un po’ di approfondimento». Loro avevano «chiesto che si ragionasse su una possibile ‘moratoria’ relativa alla stagione di caccia appena avviata. ma non c’è stato nessun ascolto».

I rischi Secondo ‘Verdi ambiente e società’ «il tema non è solo, importantissimo, relativo all’ambiente, perché secondo noi la caccia è un’attività fortemente diseducativa ed antipedagogica, in quanto alimenta il mito rappresentato dal girare con un arma in mano, con l’inevitabile corollario della cultura della morte e della violenza. Noi, invece, siamo convinti – insiste Rainone – che sia necessario dare vita a tutte le iniziative che possano contrastare la deriva violenta che sta caratterizzano la società odierna».

«Cacciatori prede per i politici» E poi, dice Pietro Falsini (Pro Natura Terni) «noi teniamo anche a mettere in risalto un aspetto che consideriamo importante: forse i cacciatori dovrebbero riflettere su un aspetto importante. A nostro modo di vedere, non si rendono conto di diventare, a loro volta, delle prede. Soprattutto per quei politici utilizzano le loro associazioni (la polemica tra Federcaccia e Legambiente è fresca; ndr) come autentici serbatoi di voti. da utilizzare ad ogni tornata elettorale».

«Collaboriamo» Falsini, poi, fa sfoggio di senso pratico e spiega che «ferma restando la nostra assoluta contrarietà ad ogni tipo di caccia, siamo anche consapevoli che oltre 700 mila cacciatori in Italia e 32 mila solo in Umbria rappresentano un business difficile da arginare, ma allora facciamo una proposta: collaboriamo per trovare delle forme meno ‘invasive’ con le quali svolgere questa attività e, siccome anche per i cacciatori l’ambiente è importante, troviamo il modo di operare insieme per salvaguardarlo».

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