La denuncia porta la firma di Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil. «La crisi del gruppo Grancasa rischia di produrre ricadute occupazionali significative nei due punti vendita umbri di Corciano e Spello, dove lavorano circa 80 addetti».
Il rischio I sindacati spiegano che «il gruppo è in crisi da circa quattro anni, ha già chiuso diversi punti vendita sul territorio nazionale e ridotto notevolmente il personale. In Umbria, le vendite sono rimaste positive fino ai primi mesi del 2017, evitando l’applicazione del contratto di solidarietà e iniziative analoghe volte a contenere i costi del personale. Ad aprile però, il crollo delle vendite, dovuto al mancato rifornimento dei prodotti a scaffale, ha portato ad una perdita di clientela e al riallineamento dei punti vendita umbri rispetto al situazione generale del gruppo».
Contratto di solidarietà Venendo a tempi più recenti, le organizzazioni sindacali ricordano che «a settembre per salvaguardare l’occupazione abbiamo attivato il contratto di solidarietà, ma ad oggi la situazione del gruppo è precipitata e l’ammortizzatore non è più sufficiente per garantire tutto il personale. Quindi l’azienda ha cercato di ottimizzare anche attraverso l’affitto di ramo azienda del reparto ‘Gran Brico’ a Bricofer e diminuire ulteriormente gli esuberi dichiarati».
La situazione attuale E quindi, chiudono Filcams, Fisascat e Uiltucs, «aspettando invano un piano industriale che il gruppo avrebbe dovuto presentare nel mese di febbraio, la sola novità è che l’amministratore ci chiede di innalzare la quota della solidarietà al 40% dall’attuale 27,5%. Sono insufficienti gli interventi ipotizzati», con rigetto dell’ipotesi di «addossare al costo del lavoro le motivazioni della crisi in cui versa l’impresa». Negli ultimi anni è stato «ripetutamente richiesto che ci fosse un piano industriale serio con l’individuazione di azioni strutturali e figure professionali in grado di poter trovare soluzioni precise, sia dal punto di vista commerciale che dal punto di vista organizzativo».