Dietrofront Orlandi: «Resta alla sanità»

Umbria, la Regione cambia idea. Il consigliere De Vincenzi: «E ora la Marini ritira le dimissioni? Qualcuno spieghi cosa accade»

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L’ex direttore della sanità dell’Umbria, Walter Orlandi, non sarebbe più tale, cioè ‘ex’. Ad affermarlo è il consigliere regionale Sergio De Vincenzi (gruppo misto – Umbria Next): «Basta una diffida del legale di Walter Orlandi, per riportare il mega direttore sulla poltrona della direzione regionale della sanità umbra. Con la delibera di giunta numero 486 del 19 aprile scorso (SCARICA LA DELIBERA) viene annullato di fatto lo spostamento di Orlandi dalla direzione generale della sanità regionale alla ‘Programmazione Affari Internazionali ed Europei’ stabilito dalla precedente delibera 445 del 15 aprile scorso. Questo perché il vincolo contrattuale del direttore generale con la Regione Umbria scadrà il 31 dicembre 2019 restando così intoccabile fino a quella. Uno spostamento – ricorda De Vincenzi – che era stato motivato, come specificato dalla delibera 445, ‘dalle recenti vicende in ordine agli eventi che hanno colpito in particolare il servizio sanitario regionale’ per tutelare le istituzioni e le attività di indagine».

L’INCHIESTA SULLA SANITÀ IN UMBRIA

Sergio De Vincenzi

Il nodo-Marini

«Nel contempo – aggiunge De Vincenzi – non è dato ancora da conoscere se e quando la Marini, effettivamente, lascerà la presidenza della giunta regionale. Sembra il solito minuetto che riporta in modo barocco le pedine al proprio posto. Assistiamo attoniti a un governo regionale depotenziato e decapitato che non ha nemmeno il potere decisionale sulla rotazione dei propri direttori. Restano allora due domande: chi e come sta governando la nostra istituzione regionale in questo momento e cosa ne pensano i consiglieri regionali di maggioranza di questi ‘valzer’?».

Parlano i sindacati: Cgil Fp

Intanto sulla vicenda di ‘concorsopoli’ tornano ad intervenire – dopo la presa di posizione dell’intersindacale dell’Umbria – i sindacati, che esprimono fiducia nella magistratura e le chiedono di andare fino in fondo, mettendo però in allerta sul rischio paralisi per il Servizio sanitario regionale: a denunciarlo è Mauro Patiti, segretario regionale della Fp Cgil medici. Quest’ultimo rivolgendosi alle istituzioni, chiede che «si lavori da subito per prevenire effetti nefasti e irreparabili sui servizi sanitari e sul personale medico e sanitario, già da tempo sovraccaricato da condizioni di lavoro ormai inaccettabili». «L’azione giudiziaria – dice Patiti – necessaria per ristabilire la legalità nella nostra regione, non può però portare al blocco dei processi di stabilizzazione e di adeguamento del personale avviati negli ultimi mesi. L’Umbria da anni compare tra le prime tre Regioni benchmark in termini di prestazioni e qualità dei servizi sanitari esclusivamente grazie alla dedizione ed alla professionalità degli operatori, vista l’inarrestabile e progressiva riduzione del personale. Concorsopoli non deve essere l’alibi per mandare in tilt la sanità umbra nella sua totalità», conclude il sindacalista. Gli fa eco Antonella Pecci che nella Fp Cgil coordina i dirigenti sanitari e amministrativi: «il piano assunzionale rischia di essere bloccato all’origine perché vanno immediatamente sostituiti i responsabili amministrativi che devono seguire le procedure di selezione concorsuale». Significativo ad esempio il caso dell’ospedale di Terni, dove – prosegue il coordinatore delle Fp Cgil medici dell’azienda, Francesco Fioriello – «abbiamo fatto un lavoro enorme per avviare le procedure concorsuali, sarebbe ora una catastrofe vederle bloccate». «Confermiamo, come già ribadito dalla Cgil dell’Umbria, pieno sostegno e fiducia nell’azione della magistratura che deve andare fino in fondo – conclude Fabrizio Fratini, segretario generale della Fp Cgil dell’Umbria – al contempo, è evidente che la nostra regione ha assoluta necessità di personale per rispondere ai bisogni sanitari. A pagare non possono essere cittadini ed operatori».

Uil Fpl, respinta l’autosospensione del segretario Cotone

Ad augurarsi che la magistratura faccia il suo corso in tempi rapidi per accertare le responsabilità giudiziarie degli indagati è anche la Uil Fpl, che vede tra i nomi finiti nell’inchiesta anche quello del suo segretario regionale, Marco Cotone. «Abbiamo piena fiducia nell’operato della magistratura che sta portando avanti l’inchiesta in ambito sanitario, che ha provocato le dimissioni dei vertici politici ed istituzionali in Umbria, così come abbiamo piena fiducia nel nostro segretario regionale, di cui respingiamo la richiesta di autosospensione» commenta Michelangelo Librandi, segretario generale di Uil Fpl. «Sappiamo come lavorano i rappresentanti sindacali – prosegue Librandi -, i nostri dirigenti nei territori e non abbiamo nulla da nascondere: siamo e saremo sempre in primis lavoratori, sindacalisti a fianco esclusivamente delle lavoratrici e dei lavoratori».

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