Umbria, le Province ‘denunciano’ lo Stato

L’esposto verrà depositato nei prossimi giorni: scatta l’iniziativa promossa dall’Upi per denunciare i rischi per i cittadini causati dalla mancanza di risorse

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«Nessuno potrà dire ‘non sapevo’»: così le Province italiane – comprese quelle di Terni e Perugia – hanno iniziato a depositare esposti cautelativi presso le procure di tutta Italia, su iniziativa dell’Upi nazionale e del presidente Achille Variati, per denunciare una situazione che viene definita «ormai insostenibile e di estremo rischio per le comunità».

IL TESTO DELL’ESPOSTO

Terni e Perugia aderiscono Piena adesione alla ‘Settimana della mobilitazione nazionale per diritti e sicurezza cittadini’, indetta dall’Upi, anche dal presidente della Provincia di Terni, Giampiero Lattanzi: «Le comunità e le amministrazioni dello Stato devono essere messe a piena conoscenza della situazione». L’atto verrò depositato nei prossimi giorni. Nel caso di Perugia – presidente Ferdinando Mismetti – l’atto è già stato presentato.

La Provincia di Terni

Le ragioni Gli esposti, indirizzati a prefetture, procure e sezioni regionali della Corte dei conti, denunciano come a fronte di tutta una serie di funzioni rimaste in capo agli enti con la legge 56 del 2014 (la cosiddetta legge Delrio, ndR) – dalla costruzione e gestione delle strade provinciali alla gestione dell’edilizia scolastica per le scuole secondarie superiori, fino alla tutela e valorizzazione dell’ambiente – manchino completamente le risorse per assolvere ai compiti attribuiti dal legislatore.

Senza soldi «Il dato di maggior allarme – è scritto nell’esposto – è che, in virtù dei provvedimenti di spending review e agli obblighi di riversamento allo Stato dei tributi propri previsti dalla legge 190 del 2014, le Province, anziché poter utilizzare le risorse derivanti dalle entrate proprie per le funzioni ad esse attribuite, devono in realtà riversarne l’intero ammontare allo Stato, in misura tale che si determina un sostanziale azzeramento dei tre principali tributi propri degli enti, in palese contraddizione con la Costituzione e con l’attribuzione legislativa dei compiti ad esse affidati».

«Sicurezza a rischio» «Emergono ora criticità ed emergenze sulla manutenzione degli edifici scolastici, ordinaria e straordinaria, a partire dall’adeguamento alle norme antincendio o alla acquisizione dei certificati di agibilità statico-sismica. Senza contare che per la viabilità provinciale è stata introdotta, con la previsione del reato di omicidio stradale, anche la responsabilità colposa a carico dei responsabili della manutenzione e costruzione delle strade. Da ciò consegue il concreto pericolo di responsabilità non soltanto amministrativa, ma anche civile e penale, sia delle amministrazioni e sia, nel caso di responsabilità penali, dei funzionari e dei dirigenti addetti ai servizi. Ci si potrebbe trovare, pertanto, nella paradossale situazione di cittadini privati di servizi fondamentali per la loro vita, quali la sicurezza dei trasporti e la sicurezza nelle scuole, e di funzionari e dirigenti che, loro malgrado, potrebbero essere chiamati a rispondere di reati molto gravi».

La Provincia di Perugia

«Valutare eventuali illeciti» Da qui la necessità, ravvisata dall’Upi e condivisa dalle amministrazioni, di «presentare l’esposto cautelativo affinché vengano valutate eventuali condotte illecite omissive e commissive. La mancata previsione di un adeguato finanziamento delle Province, oltre a violare la Costituzione, comporta gravi danni non soltanto ai cittadini, ma anche all’ente che potrebbe non essere in grado di far fronte alle proprie specifiche funzioni istituzionali».

Iniziative in serie Oltre all’esposto in procura, la settimana di mobilitazione dell’Upi prevede anche altri appuntamenti e iniziative con i sindaci e i responsabili delle scuole. Mercoledì 22 marzo in tutte le Province si tratterà del tema della messa in sicurezza, della gestione e degli investimenti per le strade provinciali, con tutti i soggetti territoriali che per primi sono penalizzati dalla scarsa manutenzione: associazioni di categoria, sindacati, associazioni dei cittadini legate alla viabilità (automobilisti, pedoni, ciclisti, motociclisti). «Chi insomma – spiegano dall’Upi – paga le tasse sulla viabilità che poi vengono sottratte dallo Stato per altri scopi». Il 24 – a Terni nella sala del consiglio – spazio alla discussione sulle scuole.

L’appello a Gentiloni «Le Province – le parole di Achille Variati e Carlo Vercellotti, rispettivamente presidente e vice presidente Upi – gestiscono 3 mila e 600 edifici della scuola secondaria e 100 mila chilometri di strade dove da tre anni gli interventi sono scarsi o assenti. Il Sose (società di studi di settore creata da ministero dell’economia e Banca d’Italia, ndr) ha certificato che alle Province mancano 651 milioni per la spesa corrente. La situazione può degenerare, dal momento che in alcune Province, come a Vibo Valentia, i dipendenti non ricevono lo stipendio da mesi. Faccio – ha detto Variati – un appello al premier Gentiloni: presidente, non aspetti una ulteriore disgrazia nel Paese, smettiamola con la demagogia sulle province. I sindaci sono persone concrete e risparmiose, serve un decreto legge urgente per il loro finanziamento. Capisco che se ci si rivolge alla magistratura vuol dire che la politica sta fallendo il proprio compito, ma non abbiamo alternative. Il nostro è un disperato appello e un’accusa al Governo e al Parlamento che non danno quanto promesso. Dal Governo infatti abbiamo avuto la promessa di un decreto ma sull’entità non vi è alcuna certezza».

 

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