Umbria, Lega su Fcu: «Censura a Chianella»

Mancini e Fiorini in Regione: «Chi ha responsabilità politica è giusto che ne prenda atto unitamente ai dirigenti di Umbria Mobilità»

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«Quale futuro per i dipendenti di Umbria Mobilita?» A chiederlo è il consigliere regionale della Lega Nord, Valerio Mancini, insieme al capogruppo Emanuele Fiorini.

Le colpe Secondo Mancini e Fiorini, «la mancata manutenzione ordinaria di Fcu e lo stato di abbandono in cui versano i binari e le stazioni stesse non è un problema riscontrato solo pochi giorni fa, ma è un disagio che la Lega evidenzia da quasi 4 anni in tutte le sedi istituzionali a partire dal consiglio comunale di Città di Castello. All’origine di un disastro simile c’è la mancata programmazione da parte di Umbria Mobilità e della giunta Marini che non si sono mai preoccupate di fare un’accurata manutenzione, né di stilare un piano di formazione per i dipendenti in ottica di una probabile, oggi certa, chiusura».

Le accuse In tema di infrastrutture, insiste la Lega Nord, «l’Umbria è diventata la barzelletta di Italia, sembriamo, anzi siamo, governati da ‘dilettanti’ la cui lungimiranza non è certo una dote. Il drammatico epilogo di Fcu poteva essere evitato: perché non fare manutenzione ordinaria con le giuste tempistiche? Perché in due anni di chiusura della tratta Città di Castello – Umbertide non sono mai cominciati i lavori di ripristino pur avendo una macchina rincalzatrice a disposizione e della quale paghiamo l’affitto? Perché alle prime avvisaglie non si è stilato un piano di emergenza? Ai tanti dipendenti, che paiono essere in esubero, che futuro si prospetta?»

Valerio Mancini

«Censura» La Lega Nord, ribadisce Mancini, «ha pronta la mozione di censura per l’assessore Chianella che non solo non ha vigilato sul corretto utilizzo di soldi pubblici, ma si è preso gioco dei cittadini annunciando date ed inaugurazioni di tratte ferroviarie mai verificatesi. Chi ha responsabilità politica è giusto che ne prenda atto unitamente ai dirigenti  di Umbria Mobilità i quali, lautamente pagati non sono stati nemmeno in grado di mantenere in vita una linea ferroviaria ultracentenaria. Siamo stufi che a rimetterci siano sempre  i lavoratori per le negligenze altrui e facciamo notare come all’interno del già intricato puzzle si prospetti un altro enigma all’orizzonte: in questo periodo di chiusura avremo la necessità di tutelare, giustamente, i diritti dei lavoratori, ma allo stesso tempo ci saranno  persone che per mansioni o storie professionali non potranno essere pienamente impiegate su altri servizi e chi li pagherà? Io una risposta ce l’ho: sempre i cittadini con le loro tasse».

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