Visite Usl a 100 km da casa e 6 ore al pronto soccorso: «Costretti a rivolgerci ai privati»

Terni – Il racconto di un genitore dopo che il figlio è caduto facendosi male ad un ginocchio

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«Abbiamo aspettato sei ore al pronto soccorso del ‘Santa Maria’ di Terni, sabato dalle 12.30 circa a dopo le 18, e poi siamo andati via. Ora ci rivolgeremo alla sanità privata, non ci sono altre alternative». A parlare è un papà ternano, il cui figlio – scivolando sulle scale – si è infortunato ad un ginocchio. Dopo la visita con il medico curante, la famiglia si è attivata per gli accertamenti specialistici, per capire quali lesioni abbia riportato il ragazzo. Ma finora la strada è stata tutta in salita.

Il racconto

«Dopo il medico di base, siamo andati al Cup per prenotare una visita ortopedica e un’ecografia. Per la prima non ci sono date, siamo semplicemente in lista. Per la seconda ci è stata fissata come sede l’ospedale di Perugia. Di fronte a questa situazione, la nostra decisione – non diversamente da tante altre persone ‘respinte’ dalla sanità territoriale – è stata quella di andare al pronto soccorso per avere i minimi accertamenti, come una radiografia, utili a capire se ci sia qualcosa di lesionato e così via». Ma al pronto soccorso, il ragazzo c’è rimasto sei ore, fino alla decisione di andare via. «Qual è il punto? Che la sanità pubblica in Umbria, da qualsiasi lato la si guardi, non funziona. Ti spingono proprio ad andare dal privato e infatti noi stiamo cercando uno specialista in ortopedia che ci consenta, magari, di contenere un po’ la spesa. Senza soldi, non ci si cura, ormai il trend è questo».

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