Ast, caso-Prisciano: indagini a tappeto

Terni, la decisione del Comune, di «inibire la coltivazione e l’allevamento di bestiame all’aperto» sembra l’inizio di un nuovo corso

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Che a Prisciano ci fosse qualcosa di strano lo dicevano i residenti della zona, gli ambientalisti, alcuni politici e, fin dalla sua nascita – a febbraio del 2015 – umbriaOn, che annunciava come il sostituto procuratore Raffaele Pesiri, avesse inoltrato al Gip una richiesta di incidente probatorio, visto che dopo la conclusione, ritenuta evidentemente insoddisfacente, di un primo procedimento penale legato alla questione-polveri, nel giugno del 2013 una sessantina di residenti di Prisciano avevano presentato un articolato esposto con tanto di perizie che avrebbero attestato l’esistenza di «pericoli concreti per la salute dei cittadini di Prisciano e di Terni nel suo insieme, legati alla diffusione di sostanze inquinanti come cromo esavalente, piombo e arsenico nel suolo, nell’acqua e nell’aria».

L’inchiesta Tanto che ad aprile, sempre del 2015, umbriaOn scrisse dell’avvio, da parte del gip Mauizio Santoloci, di una maxi-indagine ambientale, mentre a luglio raccontò che di fatto si era ampliato ulteriormente il quesito posto dal tribunale di Terni ai tre ‘super periti’ scelti. Che a settembre erano entrati in ThyssenKrupp Ast per poi salire anche a Prisciano per un sopralluogo.

Le tempistiche Periti che che poi, aveva raccontato umbriaOn, avevano chiesta ed ottenuta una proroga di quattro mesi, per poter approfondire le indagini, con il giudice che aveva rinviato ogni decisione al 13 aprile 2016 (proprio la data in cui l’Asl2 ha inviato la comunicazione al Comune e che ha determinato le ultime determinazioni).

PARLA L’ASSESSORE EMILIO GIACCHETTI – L’INTERVISTA

Che succede ora? Di sicuro adesso la ‘questione Prisciano’ diventa – finalmente – una priorità: nessuno potrà più dire di non sapere o tentare di minimizzare. La decisione di «inibire la coltivazione e l’allevamento di bestiame all’aperto» la dice lunga. Si vogliono «monitorare ulteriormente, unitamente alle istituzioni competenti, i valori delle polveri sospese nell’aria derivanti dai processi di lavorazione nel parco scorie (di ThyssenKrupp Ast; ndr). Un approfondimento a seguito dell’emersione di alcune positività nel precedente monitoraggio».

Il ‘consiglio’ Il tutto «per prevenire la contaminazione delle matrici animali e vegetali nell’interesse della tutela dei cittadini e del territorio». E magari – se ne porà parlare già l’11 maggio prossimo, nel consiglio comunale ‘dedicato’, con la partecipazione della presidente della Regione, Catiuscia Marini – capire pure a chi chiedere ragione di tutto ciò.

 

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