Donazioni più sicure: nuovo piano in Umbria

L’assessore Luca Barberini: «Le principali novità introdotte mettono in evidenza la tutela della salute dei cittadini»

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Il nuovo piano regionale sangue e plasma 2016 -2018, adottato dalla giunta regionale punta «ad un innalzamento degli standard di qualità e sicurezza di tutto il processo donazioni/trasfusione, anche attraverso una ridefinizione del modello organizzativo, con un conseguente risparmio di risorse. La verifica degli obiettivi e il monitoraggio delle azioni saranno oggetto di confronto con l’Avis e tutte le associazioni che operano sul territorio regionale».

Il piano Le principali novità introdotte dal piano sono il mantenimento della certificazione di conformità di tutti i servizi trasfusionali delle aziende sanitarie regionali, la centralizzazione della lavorazione del sangue presso i centri ‘Hub’ (Health Unit Bio) delle aziende ospedaliere di Perugia e Terni, il riconoscimento e mantenimento del servizio trasfusionale di Foligno, quale centro regionale per gli emocomponenti e il miglioramento della sicurezza trasfusionale attraverso l’adozione di nuovi test infettivi.

Modifiche negli anni «Dal 2005 al 2015 – spiega l’assessore alla coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini – il sistema trasfusionale nazionale ha attraversato numerose e rilevanti modifiche sotto la spinta della legge 219/2005 e delle direttive dell’Unione europea che perseguono in primis il raggiungimento dell’autosufficienza regionale e nazionale di sangue per emocomponenti e farmaci emoderivati. Inoltre, la massima tutela della salute dei cittadini, attraverso il raggiungimento dei più alti livelli di sicurezza in tutto il processo finalizzato alla donazione e alla trasfusione, la standardizzazione dei livelli di qualità dei servizi trasfusionali presenti su tutto il territorio nazionale, lo sviluppo della medicina trasfusionale, del buon uso del sangue e di specifici interventi assistenziali nel settore emato-oncologico, nell’urgenza-emergenza e nei trapianti, la necessità dell’adeguamento del sistema trasfusionale agli standard europei, della riorganizzazione delle strutture trasfusionali secondo modelli di efficienza, della promozione di tutti gli aspetti legati alla sicurezza della donazione e della trasfusione del sangue, dello sviluppo delle capacità professionali in entrambi i tradizionali settori di competenza della medicina trasfusionale».

Obiettivi perseguiti L’assessore precisa che «nel corso degli anni i vari aggiornamenti della normativa hanno posto in particolare l’accento sui modelli organizzativi della rete della raccolta, della validazione biologica, della lavorazione e del trattamento degli emocomponenti e sull’aspetto clinico-assistenziale, con particolare riferimento alla verifica di appropriatezza dell’utilizzo del sangue, dei suoi componenti e derivati e allo sviluppo dei settori più coinvolti nelle nuove terapie, nel trattamento delle cellule staminali di adulto e di cordone, nell’impiego di emocomponenti ad uso non trasfusionale e altro». La Regione Umbria ha perseguito i vari obiettivi definiti a livello nazionale, attraverso il piano regionale sangue 2009/11 che tra i suoi obiettivi inseriva l’istituzione del centro regionale sangue e il completato del percorso di accreditamento di tutte le strutture trasfusionali regionali, entro il termine previsto del 31 dicembre 2014. «Tali risultati – annuncia Barberini – sono stati conseguiti all’interno di un sistema sangue regionale che ha provveduto ad allargare ulteriormente la partecipazione di tutti gli attori del sistema stesso».

I dati Il numero di donatori nel triennio 2013/15 è cresciuto nell’intero territorio regionale da 25.540 a 26.749, mentre le donazioni effettuate evidenziano una sostanziale stabilità tra la produzione e il consumo di sangue, in un’ottica di autosufficienza sangue regionale. Positivo anche il monitoraggio del rischio biologico, infatti nel periodo preso in esame, non si è rilevata alcuna trasmissione di agenti infettivi ai riceventi, mentre le infezioni riscontrate nei donatori sono state estremamente rare e questo certifica l’elevato grado di sicurezza dei donatori accolti nelle strutture del sistema sanitario regionale. «I dati relativi alle donazioni e unità trasfuse di emazie, denotano una sostanziale autosufficienza regionale – conclude l’assessore – mentre deve essere ancora incentivata la raccolta di plasma sia a fini di immediato utilizzo, quindi plasma fresco congelato, che per la trasformazione industriale in farmaci plasma-derivati».

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