Elettrocarbonium, soccorso cercasi

Terni, la storica azienda di Narni è di nuovo in difficoltà: tornano le paure tra i lavoratori

Condividi questo articolo su

Inutile girarci intorno più di tanto. La faccenda è seria. Molto più di quello che si voglia – anche in buona fede – far apparire. L’Elettrocarbonium di Narni, se si sta attenti alle cose dette, è proprio in mezzo al guado. Nel punto più delicato della sua traversata, quello nel quale non si può tornare indietro, ma nemmeno restare fermi, altrimenti si rischia di essere travolti dalla corrente.

Michele Monachino

Michele Monachino

Il Mise Michele Monachino, che con la Morex sta gestendo lo stabilimento di Narni, lo ha spiegato bene al sindaco De Rebotti: chiarirà tutto – magari pagherà pure gli stipendi arretrati – ma c’è «la necessità di fare il punto della situazione, insieme ai soggetti firmatari del verbale del Mise siglato un anno fa e contenente tutti gli strumenti necessari al rilancio dello stabilimento».

Francesco De Rebotti

Francesco De Rebotti

Gli accordi Tanto che il sindaco ha fatto sapere, a stretto giro, di essersi attivato «coinvolgendo anche le organizzazioni sindacali, al fine di convocare il tavolo ministeriale», coinvolgendo anche la Regione, «a cui è stato chiesto di farsi promotrice dell’incontro al ministero». Perché gli accordi trionfalmente annunciati riguardavano tutti. Proprio tutti.

Le difficoltà Senza infingimenti: la Morex, da sola, potrebbe proprio non farcela a tenere in vita l’azienda. Ora come ora tutto l’ambaradan necessita di un ‘flusso di cassa’ che, a spanne, viene calcolato tra uno e mezzo e tre milioni di euro di ‘circolante’ – cioè di denaro cash – per far fronte alle spese relative agli approvvigionamenti, alle paghe, all’ordinaria amministrazione e alle ‘varie ed eventuali’.

Il ‘circuito’ Perché l’equilibrio di un’azienda dipende dal circuito rappresentato da spese per la produzione e incassi per le vendite. E per il momento almeno la seconda parte manca e questi soldi non ci sarebbero, anche perché il sistema del credito fà orecchie da mercante ed ecco che si va in affanno. E i lavoratori pure.

Un elettrodo in lavorazione

Un elettrodo in lavorazione

Le ipotesi Tanto che torna a farsi avanti (ma non si dovrebbe dire, perché mica sta bene) la possibilità di chiedere aiuto – magari per una joint venture – a chi potrebbe garantire un canale di sbocco alle produzioni di Elettrocarbonium che, sarà sempre bene ricordarlo, fa elettrodi di grafite per i forni elettrici delle acciaierie e che con l’Ast di Terni non sembra riuscire ad avere abboccamenti.

La qualità Elettrodi che, anche questo sarà bene non dimenticare, erano rinomati per l’elevato livello qualitativo – del quale le maestranze narnesi sono sempre andate giustamente orgogliose – che però era frutto anche della notevole affidabilità delle materie prime utilizzate. Le quali costano care, molto care.

Le paure Insomma: dopo i fuochi d’artificio, le promesse e le grandi speranze, a Narni adesso è di nuovo la paura a farla da protagonista. Lunedì i lavoratori saranno in assemblea e – come tante, troppe volte nel recente passato – sarà difficile vederli sorridere.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli