Perugia: «Ricucire». Parola d’ordine

Il bilancio dei progetti portati avanti e la trasformazione della città: parla l’assessore al marketing Michele Fioroni

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L.P.

«Un grande laboratorio, un cantiere pieno di contenuti tematici», così sarà la Perugia del 2016, almeno quella che si intravede attraverso le lenti dell’assessore più visionario e pragmatico della giunta targata Romizi.

Nuovo anno Noto professionista nel settore del marketing e del branding, Michele Fioroni ha già stampata in mente la fotografia della città che questa giunta sta cercando di costruire. Per capire come si stia trasformando l’acropoli, come sarà la capitale dei giovani e che cosa bolle in pentola per il nuovo anno siamo andati direttamente alla fonte e lo abbiamo chiesto all’ ’artigiano’ Fioroni. Tra un bilancio di quanto realizzato finora e qualche indiscrezione sul futuro, ci racconta di una Perugia che non sembra essere quella che il Sole 24 Ore ha fatto retrocedere di 30 posizioni classificandola 57esima in Italia per qualità della vita.

Assessore, come cambierà Perugia? «Ci sono tanti progetti in ballo, alcuni in via di realizzazione, come quello del Mercato Coperto. Altri che stiamo elaborando e studiando. Quel che è certo è che la città sarà un grande contenitore, un incubatore di contenuti tematici che varieranno da zona a zona ma che saranno sempre legati da un filo conduttore. Non pensiamo solo al centro, ma anche alle periferie, così che, vista dall’alto, Perugia risulti unita. In una parola: ricucire».

E come avverrà questa trasformazione? «Perugia è una città che si sta già ripensando e riattivando, diventerà una città compatta, unica. Un luogo in cui si sperimenta e si fa qualcosa di intelligente, un luogo che si ripopola. Riportare la socialità là dove si è persa significa contagiare. In questa logica territoriale non bisogna guardare il singolo intervento, ma avere uno sguardo d’insieme. Far ripartire il centro e la periferia perché tutta la città riparta, solo così si può rilanciare il mercato immobiliare, l’imprenditoria giovanile e le imprese già esistenti. Le nostre scelte e i nostri investimenti vanno in questa direzione, in una logica di moltiplicazione economica».

Come vede Perugia oggi? «Una città felice e fiduciosa, che sta riacquistando una certa propensione all’investimento. Perugia ha recuperato quel senso collettivo di fiducia nel futuro e, mi sento di dirlo, anche nelle istituzioni. E dico questo perché passeggiando per corso Vannucci sotto Natale è questa l’aria che si respira. La gente ha ricominciato a frequentare il centro storico e lo ha fatto perché tutti, negozianti, cittadini e associazioni, hanno contribuito facendo la propria parte».

Tutto merito vostro? «Noi abbiamo fatto molto, siamo stati propositivi e sin da subito abbiamo avviato la realizzazione di alcuni grandi progetti di cui, finora, si era solo parlato. Non solo idee, dunque, ma anche fatti».

Niente da rimproverare a questa giunta? «Forse la comunicazione, siamo un po’ poco ‘paraculi’ me lo lasci dire. Preferiamo lavorare sottotraccia. E poi, credo, dovremmo potenziare un sistema di connessione con l’esterno, con quello che c’è fuori Perugia».

In cantiere Veniamo ai progetti. Quello del Mercato Coperto vale oltre 6 milioni di euro e prevede la creazione di un hub agroalimentare sul modello dei moderni mercati europei. Dopo anni di progetti accantonati e mai realizzati, improvvisamente, con la giunta Romizi, la pratica ha subito un’accelerazione. Tanto che lo stesso assessore è stato accusato di scarsa partecipazione e condivisione per la trasformazione di un luogo tanto importante per la città come il Mercato Coperto. Intanto da giorni in piazza del Circo sono apparsi i primi box che ospiteranno gli attuali operatori commerciali, gli ultimi ‘resistenti’ al declino inesorabile dell’edifico nel cuore dell’acropoli, in attesa del restauro del Mercato. E subito è scattata, di nuovo, la polemica, per via di quei ‘loculi’ antiestetici, parola dei consiglieri d’opposizione in consiglio comunale, che occuperanno la piazza sopra la rampa d’accesso alla Rocca Paolina in attesa di veder completati i lavori.

Assessore a che punto siamo con il progetto di riqualificazione del Mercato?«Stiamo per partire, il cantiere sarà operativo ai primi di febbraio. Si partirà con lo spostamento dei cavidotti e la realizzazione dell’impiantistica di base, dopo di che ci si occuperà delle utilities».

Il progetto prevedeva la pubblicazione di un bando per individuare il gestore unico…«Stiamo lavorando sui contenuti e stiamo cercando di mettere tutto il territorio in rete. Stimo che per l’estate, al più tardi l’autunno, pubblicheremo il bando. Sarà il territorio stesso ad esprimere il gestore».

Cioè? «Non un gestore unico, ma un raggruppamento di imprenditori provenienti dal territorio, un consorzio. Il Mercato Coperto di Perugia non sarà né come quello di San Lorenzo a Firenze né come quello delle Erbe a Bologna. Saremo una realtà unica e verranno a studiare il nostro modello per riproporlo altrove».

Un progetto ambizioso, quasi quanto quello che riguarda il Turreno. «Anche il progetto elaborato per l’ex teatro Turreno sta procedendo. Al momento stiamo cercando di ridefinire lo studio di fattibilità propedeutico. Alcune impostazioni iniziali vanno ridiscusse: il format previsto, cioè la creazione di uno spazio polifunzionale, una music hall che è anche sala congressi e proiezioni, è problematico dal punto di vista della redditività. In ogni caso il nuovo Turreno sarà un contenitore culturale ancora più innovativo e contemporaneo».

Dopo la cessione da parte della proprietà alla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia anche qui si è in cerca di un gestore che divida le spese con la Regione, giusto? «Sono già emerse manifestazioni d’interesse, entro febbraio dovremmo avere una visione più nitida. Però, come ho già detto, il mercato dell’intrattenimento è diverso, i contenuti sono diversi. In questo caso guardiamo all’esperimento romano del Lanificio 159, con un project financing per la realizzazione di questo nuovo spazio».

Tutti progetti per il centro storico. E la periferia? «Stiamo lavorando a un progetto di riqualificazione per tutta l’area di Fontivegge. Un lavoro a quattro mani, assieme all’assessore all’urbanistica Emanuele Prisco che coinvolgerà anche le Ferrovie dello Stato. Ma ancora non posso dire niente, è top secret. Ne riparliamo nel 2016».

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