Pietramelina, il legale: «Faremo causa»

Perugia, il coordinamento che si batte contro la discarica ha chiamato l’avvocato Corrado Canafoglia, legale dell’Unione nazionale consumatori

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Il coordinamento Pietramelina lo aveva detto: «Dal 1984 la nostra comunità si sta facendo carico dei rifiuti della provincia di Perugia.  Senza contare i danni alla salute, le nostre case non valgono più niente e così i nostri paesi si sono trasformati in dormitori. Le indagini, tutt’ora in corso, vedono iscritte nel registro degli indagati 14 persone, tra cui figure apicali in Gesenu, mentre noi viviamo costretti a chiuderci in casa per non sentire la puzza».

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Il torrente MussinoL’Assemblea E così si sono riuniti in assemblea, martedì 17 maggio: «Là dove c’è un traffico di rifiuti non legale, c’è un danno sia per l’ambiente e il territorio che per la salute dei cittadini». L’avvocato Corrado Canafoglia, legale dell’Unione nazionale consumatori, ha illustrato le azioni che il coordinamento Pietramelina (formato dai comitati InceneritoriZero – Verde Pian d’Assino – Pro Loco Pierantonio – Pro Loco S.Orfeto) intraprenderanno da qui a brevissimo: «Qui si parla di traffico illecito di rifiuti e di sversamento. I cittadini di queste zone hanno diritto al pagamento dei danni».

Discarica Pietramelina2 GesenuLe richieste «Le ipotesi – spiega l’avvocato Canafoglia – sono quelle di associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo smaltimento illecito dei rifiuti che avrebbero prodotto l’inquinamento. Su queste basi c’è un ente che è il Comune di Perugia, che non solo è gestore, ma è anche utente perché i suoi cittadini beneficiano dei servizi di una discarica. Di fronte a questa situazione, dove una Procura sta indagando, il Comune dice che si muoverà nell’ottica della tutela dei cittadini. Invitiamo il Comune a porre fine alla situazione di Pietramelina e a dire basta a questa situazione».

La discarica di PietramelinaLe azioni In Italia la class action, spiega l’avvocato, «non esiste, ma si può fare un’azione collettiva volta ad entrare nel processo e chiedere i danni, l‘accertamento, le condanne e cercare di fermare l’azione selvaggia nei confronti delle persone che in quelle zone che sono ipoteticamente inquinate vivono ogni giorno». Quello che si farà è «mettersi a disposizione della Procura sia come comitato portatore di conoscenze di quella che è stata la gestione dei rifiuti, che come associazione nazionale dei consumatori con una certa è qualificata conoscenza della problematica in fatto di inquinamento ambientale».

I danni Gli obiettivi sono chiari: «Vogliamo ottenere una quantificazione dei danni e affiancare la Procura, supportandola nella sua azione di accertamento della verità. Saremo presenti non solo come soggetti passivi, ma come individui pronti a dire la nostra su comportamenti che da un trentennio a questa parte qualcuno ha tenuto in danno dei cittadini».

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