Terni, truffa ai malati: il ‘guru’ resta dentro

Confermato il carcere per Fabrizio De Silvestri e per la fisioterapista. L’avvocato: «Ha agito in buonafede. Chiariti diversi aspetti»

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Hanno parlato per oltre due ore, rispondendo alle domande formulate dal gip Simona Tordelli e dal pm Marco Stramaglia. Un’ampia panoramica sulle attività della ‘clinica’ allestita presso il centro estetico ‘Forme di Bellezza’ di Terni e, soprattutto, sulla terapia ‘Seven to Stand’ che gli inquirenti ritengono completamente inutile per curare patologie gravi come la sclerosi multipla e – soprattutto – centrale nella truffa che sarebbe stata perpetrata dalle persone arrestate martedì mattina fra Terni e Rieti, ai danni di decine di pazienti in tutta Italia.

TRUFFA DEI FARMACI: PARLA UN PAZIENTE

Il giudice Simona Tordelli

Il giudice Simona Tordelli

Restano in carcere Gli interrogatori in questione sono quelli di Fabrizio De Silvestri, l’ideatore del metodo di cura ma anche – per la procura – il deus ex machina del meccanismo criminale messo in piedi dal gruppo. Oltre a lui è stata sentita anche la sua compagna, la fisioterapista Annalisa Grasso e nessuno dei due si è avvalso della facoltà di non rispondere. All’udienza ha fatto seguito la decisione del gip relativamente alle custodie cautelari: entrambi restano in carcere e all’orizzonte ci sono già le rispettive istanze al tribunale del riesame per ottenere la scarcerazione.

Il protocollo 'Seven to Stand'

Il protocollo ‘Seven to Stand’

«Mai spacciato per medico» A chiarire i contenuti degli interrogatori è il legale difensore che li assiste, l’avvocato Pietro Carotti del foro di Rieti: «De Silvestri – spiega il legale – ha puntualizzato diversi concetti che hanno consentito agli inquirenti di avere un quadro più preciso e realistico di come siano andate effettivamente le cose. Innanzi tutto lui non si è mai spacciato per medico ed ha sempre effettuato i colloqui con i pazienti in presenza di un medico (il dottor Pierluigi Proietti, ndR) in senso tecnico».

«Il primo a sperimentarla» «De Silvestri – prosegue l’avvocato Carotti – ha spiegato al gip e al pm che l’idea della terapia nasce dalla sua esigenza, personale, di trovare una soluzione alla grave patologia da cui è affetto (artrite reumatoide, ndR) in fase terminale. All’associazione dei tre farmaci, peraltro correntemente in commercio, ci è arrivato approfondendo gli aspetti scientifici, attraverso contatti diretti con medici. Dopo aver valutato la grande efficacia che il trattamento aveva avuto su di sé, come ‘paziente zero’, ha pensato che fosse una strada percorribile, non prima di aver consultato altri professionisti del settore, anche all’estero».

cura-truffa-seven-to-stand-sei-arresti-a-terni-27-settembre-2016-4«Il farmaco non è dannoso» «Circa la terapia, è vero che il brevetto che aveva chiesto non gli era stato concesso. Ma non perché il farmaco fosse inutile o dannoso. Ma solo perché non esisteva la ‘novità’, l’invenzione, visto che i tre farmaci (un mix con antibiotico, antimicotico e statina, ndR) erano ampiamente noti, prescrittibili e non dannosi. De Silvestri – aggiunge il legale – ha sempre operato nella convinzione della reale efficacia della cura e nella certezza che questa sarebbe stata validata, naturalmente con qualche ‘sbavatura’ di carattere amministrativo».

La farmacia «Per ottenere un prodotto galenico che contenesse quei tre principi attivi, il mio assistito si è rivolto alla farmacia Petrini di Rieti (anche il farmacista Giovanni Domenico Petrini figura fra gli arrestati, ndR). E su questo fatto, quando gli si contesta l’importazione di materie prime dalla Cina, non si può non rilevare come De Silvestri abbia solo ordinato in farmacia il prodotto richiesto, ottenendo delle capsule nella convinzione che fossero composte da quei tre principi attivi».

L'arresto di Annalisa Grasso, a Terni

L’arresto di Annalisa Grasso, a Terni

La fisioterapista Circa la fisioterapista Annalisa Grasso, il legale spiega che «la sua posizione è ‘minore’ nel contesto dell’indagine. Durante l’interrogatorio ha spiegato che il suo compito di fisioterapista era essenzialmente manuale, non legati agli aspetti clinici né alla conoscenza dei protocolli, ma che, semplicemente, eseguiva le cure riabilitative che le venivano affidate. In questo senso – conclude l’avvocato Carotti – ritengo che non ci sia alcuna responsabilità da parte sua».

Gli interrogatori Sempre giovedì mattina, presso la casa circondariale di Rieti, il gip Andrea Fanelli ha sentito per rogatoria il farmacista Giovanni Domenico Petrini, assistito dagli avvocati Enrico Paroncilli e Alberto Trinchi. «Petrini – afferma l’avvocato Paroncilli – ha risposto alle domande del gip, ribadendo che lui ha fatto esclusivamente il suo lavoro che è quello di farmacista. Nessun ‘alambicco’ o ‘pozione magica’, ma solo farmaci realizzati con prodotti in commercio e in base a ciò che gli era stato richiesto, dietro precise prescrizioni». Mercoledì era stata la volta del medico Pierluigi Proietti e dell’ingegnere biomedico Edoardo Romani, difesi dall’avvocato Marco Gabriele: il primo ha ottenuto gli arresti domiciliari, anche in ragione del suo stato di salute, mentre per il secondo è stata confermata la custodia in carcere.

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