Terni, vertenza Cesar: accordo lettera morta

‘Se Ast non renderà automatiche le portinerie entro 3 mesi, i 14 vigilantes in esubero verranno riassunti’. Ma per ora non se ne parla

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Di norma gli accordi dovrebbero essere rispettati: era questa la speranza – al momento disattesa – dei quattordici lavoratori della ternana Cesar Group, esclusi dall’intesa raggiunta lo scorso 5 agosto in prefettura e sottoscritta presso la Direzione territoriale del lavoro. Dodici colleghi, in seguito al passaggio dell’appalto per la vigilanza alle portinerie Ast alla comasca Sicuritalia, erano riusciti a ‘salvare’ il proprio posto di lavoro. Per i quattordici, invece, cassa integrazione per un anno e, appunto, qualche speranza basata su quel documento messo nero su bianco da sindacati, aziende e Dtl.

VIGILANTES NEL DRAMMA, SINDACATI: «VERGOGNA»

Doccia fredda L’intesa prevedeva che se Ast non avesse completato entro tre mesi l’automazione delle portinerie che vedevano impegnati gli agenti della Cesar – fra cui ‘discarica’, Ilserv, Serra, la ‘pesa’ -, allora Sicuritalia avrebbe dovuto assumere con qualifica di ‘guardia giurata particolare’ le quattordici persone in esubero. Quel termine è scaduto ma martedì mattina, al tavolo convocato presso la Direzione del lavoro per fare il punto, è arrivata l’ennesima doccia fredda.

Stesso refrain In quella sede Sicuritalia ha fatto presente che l’automazione delle portinerie verrà completata entro 10/15 giorni, dopodiché lì verrà eventualmente impiegato solo personale con mansioni di ‘portierato’, quindi non guardie giurate che, per definizione, sono armate e hanno altri compiti. Così riassumere i quattordici solo per dieci giorni – è stato detto – non avrebbe, secondo l’azienda, molto senso. Alla fine il ritornello è stato lo stesso di tre mesi fa: ‘Abbiamo bisogno di personale nel centro-nord – ha detto Sicuritalia -. Se qualcuno è disponibile a trasferirsi, possiamo prenderlo’. Dare seguito all’accordo? Neanche per idea.

Prime proposte Inutili, finora, gli inviti di sindacati e Cesar Group a rispettare l’intesa formalizzata ad agosto. Non è escluso che, se le posizioni dovessero rimanere queste, i lavoratori possano procedere per vie legali. Con i tempi della giustizia italica. Fra le sigle c’è chi, oltre ad esprimere perplessità sul fatto che le mansioni possano essere solo quelle di ‘portierato non armato’ per chi vigila sugli accessi dell’acciaieria, ha avanzato l’ipotesi che, comunque, i quattordici possano essere riassunti come portieri: la priorità, d’altronde, è per tutti il lavoro. Di questo se ne riparlerà il prossimo 27 novembre, data del nuovo incontro in Dtl, questa volta, è l’auspicio, anche con la presenza di rappresentanti della prefettura che quell’accordo lo aveva costruito – e siglato – attraverso una lunga opera di mediazione.

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