Terni: «Via quel treno, avvelena i bambini»

Il mezzo è una delle iniziative natalizie, ma il presidente di Unmil, Gianfranco Colasanti accusa: «Inquina pesantemente. Comune e Umbria Mobilità lo sanno bene»

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Fuma. Il trenino sarà pure una copia di quelli d’epoca, ma quelle scie nere che escono dal tubo di scappamento non piacciono a Gianfranco Colasanti, il battagliero responsabile dell’Unmil di Terni, che è un’autentica spina nel fianco per gli amministratori locali.

Il trenino L’iniziativa rientra tra quelle organizzate – per il periodo natalizio – e che caratterizzano il centro storico ternano: «Viene fatto circolare in centro e porta in giro i bambini – dice Colasanti – e questo è molto bello, ma quello che non va bene per niente è che emette un fumo nero ammorbante e, soprattutto per i piccoli, pericolosissimo».

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Gianfranco Colasanti

L’accusa Già, perché, insiste Colasanti, «il tubo di scappamento sta a 30 centimetri da terra e quando il trenino circola, le sue emissioni finiscono direttamente in faccia ai bambini più piccoli, che magari i genitori portano in giro con il passeggino. Peraltro – è l’accusa – Comune e Umbria Mobilità (il trenino è suo; ndr) non possono dire di non sapere, visto che già lo scorso anno erano stati messi di fronte al problema».

Umbria Mobilità Lui, Colasanti, dice infatti che «l’ingegner Riccardo Celi, di Umbria Mobilità, quando gli ho fatto presente questa storia, mi ha dato ragione, ma mi ha anche detto che non ci si potrebbe fare molto. Io dico che se non possono risolvere il problema, è meglio che lo fermino, quel trenino. Facendolo circolare non fanno altro che far aumentare il veleno nell’aria».

Il Comune Nel ‘mirino’ del presidente di Unmil, però, c’è ovviamente anche il Comune di Terni: «Ci raccontano tante storie sull’ambiente – ringhia – e poi fanno circolare le macchine e i motorini dei vigili urbani – a fare le multe ai cittadini – che perdono i pezzi e inquinano come ciminiere. A adesso torna il trenino della vergogna».

«Tutti a casa» La stoccata finale di Gianfranco Colasanti è più che decisa: «Non gli bastano i mille accessi che ogni anno si registrano nel reparto oncologico dell’ospedale? Non gli bastano i 18 mila fascicoli aperti nello stesso reparto? Le stime dicono che questa città è preda dell’inquinamento e di veleni mortali. Se chi l’amministra non è capace di porre rimedio, deve andare a casa».

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