86 giorni di degenza: «Paghi 11 mila euro»

L’89enne di Terni non è autosufficiente e dopo circa 90 giorni di degenza presso la Residenza ‘Le Grazie’ ha ricevuto il ‘ben servito’

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«La Usl Umbria 2 chiede 11.612 euro a un anziano malato cronico – un 89enne ternano – non autosufficiente di Terni per la degenza nella Residenza sanitaria assistita ‘Le Grazie’ di Terni. Quali certezze per gli anziani gravemente malati non autosufficienti?». A chiederlo, in un’interrogazione urgente alla giunta regionale è il consigliere Sergio De Vincenzi (gruppo misto-Umbria next).

Il pagamento

«Stiamo parlando del caso di un cittadino gravemente malato che dopo circa 90 giorni di degenza presso la Residenza per le cure sanitarie e socio-sanitarie in regime residenziale, ha ricevuto il ‘ben servito’ dalla Usl2 che ha ignorato la richiesta di continuità delle cure. Inoltre, per 86 giorni di degenza relativi al periodo di ricovero presso la Residenza ha visto recapitarsi una prima fattura di 11.612 euro a copertura dei servizi erogati sino al 31 dicembre 2018, in attesa di una seconda richiesta di pagamento per il 2019. La prospettiva di pagamento ipotizzata in un anno per la degenza e le cure si attesterebbe su un totale di 49.275 euro completamente a carico del soggetto anziano e non autosufficiente, che ha, come dichiarato dai sanitari, la necessità indifferibile di essere curato nelle strutture preposte».

Caso all’attenzione dei tribunali di Perugia, Terni e Spoleto

Per De Vincenzi si tratta di «un caso paradigmatico portato all’attenzione dei tribunali di Perugia, Terni e Spoleto con un esposto che, temiamo, possa non essere isolato e che sta creando un precedente pericoloso. Ricordiamo, infatti, che il 70% della spesa sanitaria umbra è investito proprio nella gestione delle cronicità, delle non autosufficienze e delle acuzie causate dall’innalzamento dell’età media della popolazione. Non possiamo non evidenziare che la china che sta prendendo la nostra sanità pubblica regionale si sta discostando fortemente dall’obbligo al rispetto del diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione». A supporto dei numerosi «casi di cronicità costantemente in aumento stiamo dando corso in Terza commissione a un’importante proposta di risoluzione per impegnare la giunta regionale a prendersi cura, in modo uniforme su tutto il territorio umbro, del futuro e della gestione dei nostri cittadini più vulnerabili e delle loro famiglie. Tuttavia ritengo di assoluta importanza il pronunciamento dell’assessore Luca Barberini su questa specifica vicenda, che purtroppo non sembra essere nemmeno l’unica».

La replica

«La Rsa è una struttura di riabilitazione, e non residenziale – spiega all’Ansa il direttore amministrativo della Usl 2 Enrico Martelli -, nella quale il ciclo di cure dura 30 o 60 giorni e in casi eccezionali 90 come accaduto per l’anziano in questione. Terminato questo periodo, le evidenze scientifiche dicono che gli interventi messi in atto non portano più a risultati significativi e quindi il paziente va dimesso. Nel caso dell’anziano de Le Grazie, tuttavia, nonostante ripetuti contatti con la famiglia non è stato possibile riportarlo a casa come vane sono risultate tutte le proposte di assistenza domiciliare avanzate dalla Usl. Non è rimasto altro da fare che addebitare all’anziano un costo pari a quello del soggiorno in una struttura per anziani per i giorni nei quali è rimasto a Le Grazie. Anche per tutelare gli altri pazienti che hanno diritto alla riabilitazione nella Rsa».

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