Alessandro Riccetti: «Parole profetiche»

Terni, gli amici di Comunione e Liberazione rivelano che il giovane ucciso dalla valanga aveva confidato: «Come faccio ad essere pronto se il Signore mi dovesse chiamare all’improvviso?»

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Un ricordo – toccante – di Alessandro Riccetti, il giovane di Terni che ha perso la vita nella tragedia dell’hotel Rigopiano di Farindola, travolto dalla valanga il 18 gennaio scorso, è apparso su tracce.it, la rivista internazionale di Comunione e Liberazione, a firma degli amici ternani del giovane.

«VOGLIAMO GIUSTIZIA» – IL VIDEO – «GRAZIE PER QUELLO CHE CI LASCI» – IL VIDEO

Il ricordo «Tra le vittime del Rigopiano – scrivono – c’è anche il nostro amico Alessandro. Da poco più di un anno era stato assunto come receptionist nell’hotel, dopo esperienze lavorative anche all’estero. Quando non era fuori Terni per lavoro, andava alla Scuola di comunità in uno dei vari gruppi della città, a seconda del giorno. Una sera di dicembre, inaspettatamente, è venuto in uno di questi gruppi, senza che nessuno sapesse prima della sua presenza. Dopo alcuni interventi, ha raccontato di come al lavoro non avesse stretto particolari amicizie e di come sentisse molto la nostra mancanza. La sua preoccupazione era di poter vivere con pienezza l’esperienza cui la Scuola ci richiama costantemente».

L’ADDIO AD ALESSANDRO – LE FOTO 1 E 2

Alessandro Riccetti

Parole profetiche «Come faccio ad essere pronto se il Signore mi dovesse chiamare all’improvviso? Ma come faccio senza di voi, come faccio a non dimenticare, a non vivere distratto?». Aveva detto quella sera Alessandro Ricctti. Di fronte a queste domande così profonde, raccontano gli amici, «siamo rimasti tutti un po’ perplessi, ma sfidati dalla sua posizione. La serata è andata per le lunghe, si è aperto un dialogo dettato dalla sua provocazione ed ognuno ha raccontato di come si fosse sorpreso ad “incontrare Cristo” nel quotidiano: nello sguardo del figlio, piuttosto che al lavoro, nel dialogo con un cliente. Alla fine è stato tangibile un fatto: è tornato a casa diverso da come era arrivato. Appariva più sereno, confortato, anche perché aveva riletto alcune circostanze degli ultimi giorni sotto una nuova luce, cogliendo dei particolari che gli erano sfuggiti».

L’OMELIA DEL VESCOVO DI TERNI – IL VIDEO

La tragedia Nel primo pomeriggio del giorno in cui tutto si è compiuto, ricordano gli amici di Alessandro, «ha inviato ad un altro gruppo di Scuola di comunità, via whatsApp, alcune foto scattate proprio al Rigopiano, sommerso dalla neve. Le immagini erano accompagnate da questo messaggio “Ragazzi sono in hotel seppellito dalla neve. Pregate. Pregate”. Da restare senza respiro. Un altro segno che la sua vita stesse giungendo a compimento e che tutto era pronto per quel momento. Quelle parole restano scolpite nel nostro cuore e a rileggerle oggi appaiono un chiaro invito a pregare per lui, anche adesso».

La fede Al momento dell’ultimo saluto, «la mamma ha ringraziato alcuni suoi amici. Li ha invitati a non abbattersi, a compiere sempre il loro dovere, perché, come ha ricordato loro, “nonostante tutto, la vita è bella”. Illuminata da una fede così certa e matura, il suo dolore appariva composto e non certo disperato e l’aria sembrava stranamente leggera».

 

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