Ambiente Terni-Narni, c’è la commissione

Il consiglio regionale ha sancito l’istituzione della commissione d’inchiesta per la verifica delle condizioni di inquinamento

Condividi questo articolo su

Con 20 voti favorevoli su 20 presenti il consiglio regionale ha sancito l’istituzione della commissione d’inchiesta per la verifica delle condizioni di inquinamento dell’area ternana e del narnese, richiesta dai consiglieri Carissimi, Peppucci, Alessandrini, Nicchi, Pastorelli, Rondini, Fioroni (Lega), Pace (FdI), Agabiti (Tesei-Presidente per l’Umbria). La commissione sarà composta da cinque membri e avrà durata di trenta mesi.

L’area ternana-narnese

Illustrando l’atto, il primo firmatario Daniele Carissimi ha spiegato che si tratta di «un’iniziativa a costo zero, in quanto i firmatari rinunciano all’indennità di funzione e all’ufficio di supporto della presidenza della commissione normalmente previsti per le altre commissioni, proprio per sottolineare che l’impegno e il tempo dedicato dai futuri membri è offerto spontaneamente in ragione solo del profondo interesse pubblico dell’iniziativa. La commissione durerà trenta mesi e si concluderà con un documento finale. L’area ternana-narnese è una delle zone più inquinate d’Italia, con criticità riscontrabili soprattutto per quel che attiene al suolo, l’aria e l’acqua. Nel territorio ricade infatti la bonifica di un sito di interesse nazionale Terni-Papigno, in grave ritardo negli interventi, una qualità dell’aria con dati allarmanti (Terni è la città del centro Italia con i dati peggiori, con 86 giornate di media all’anno di sforamenti PM10) fino alla difficile situazione dell’inquinamento idrico con 110 chilometri quadrati di aree interessate da fenomeni di inquinamento delle acque, che determinano la necessità di indagare cause ed effetti sulla salute».

Gli studi

A questo si aggiungono per Carissimi «le preoccupazioni per la gestione dei rifiuti a causa della presenza di importanti impianti di gestione dei rifiuti e un’industria pesante che genera minaccia ove non controllata ed una pianta organica degli enti deputati ai controlli ampiamente inferiori al necessario. Nel tempo si sono susseguiti sul tema molti documenti e studi, isolati e non comunicanti, che arrivano a conclusioni diverse ma spesso preoccupanti. I risultati di questi studi hanno sancito che il perdurante inquinamento del suolo, dell’aria e dell’acqua non è stato privo di effetti, determinando nel tempo un rilevante impatto sulla salute, come rilevato anche dallo studio Sentieri, e dall’Istituto superiore di sanità. L’eccesso di mortalità generale e delle patologie tumorali sembra riconducibile alle criticità ambientali. Il lavoro della commissione può rendere finalmente edotta la cittadinanza della situazione ambientale reale di questo territorio ed indicare conseguentemente quali potrebbero essere le iniziative finalizzate alla riduzione ed eliminazione delle cause che minacciano e inquinano l’ambiente ternano-narnese. L’inquinamento della ‘conca’ ternana è un problema che non può più essere rimandato dovendolo affrontare con chiarezza, razionalità, programmazione, condivisione e professionalità, mettendo al bando il metodo finora adottato basato su spot propagandistici, fatti di strumentalizzazioni o colpevoli omertà, con superficiali allarmismi o vigliacchi silenzi. I cittadini devono sapere dove vivono, cosa respirano per poter capire come scegliere, hanno diritto di essere resi partecipi e destinatari di soluzioni concrete».

«È ora di capire»

Il consigliere ha concluso ricordando che «noi, istituzioni e consiglieri e amministratori siamo in questa aula per rappresentare le esigenze dei cittadini e trasformarle in risposta politica, questo può essere fatto quando i presupposti siano chiari e univoci e scevri da informazioni non confermate. Circa 150 mila persone, pari a un quinto della popolazione regionale, vive non nell’area ternano-narnese dove risulta che l’acqua che si beve, gli alimenti che si mangiano e l’aria che si respira sono compromessi: spetta a noi verificarne la fondatezza. È ora di smettere di evitare di sapere, è ora di capire che tipo di problema esiste a Terni e Narni, è ora di sapere dove intervenire, è ora di aiutare chi ha bisogno, è ora di servire i cittadini».

Il dibattito

Thomas De Luca (M5S): «Esistono dati copiosi sull’inquinamento nell’area. Sono stati svolti vari monitoraggi ambientali. La veridicità dei dati è confermato da molti istituti che li hanno verificati, dall’Arpa alla Usl. Sono passati circa 10 anni da quando iniziai a denunciare la presenza di cromo in quantità enorme nella città di Terni. Uno studio successivo e conseguente di Arpa Umbria ha verificato che il 2,8% di quel cromo era ‘esavalente’. Le inchieste sull’incidenza di patologie oncologiche è nota da almeno due anni, le abbiamo presentate con una conferenza stampa a Terni. I tumori nella fascia 0-24 anni hanno una incidenza molto più elevata della norma. Non sono dunque mancati i dati o le evidenze ma le azioni per affrontare l’emergenza. Il lavoro della commissione deve quindi essere accompagnato dalle ricerca di soluzioni concrete da attuare subito. Abbiamo il compito di ricostruzione la credibilità delle istituzioni. Bisogna fondare i presupposti di una economia circolare e sostenibile, compatibile con la vita umana. L’industria deve essere compatibile con la salute». Tommaso Bori (PD): «Bisogna agire con cautela per evitare di destare allarmi non basati su dati adeguati. Serve grande rigore scientifico per non creare allarme e non diffondere dati non verificati. La Terza commissione ha già programmato una seduta per riattivare il registro tumori. L’Università di Perugia ha competenze e professionalità in materia di ricerca che ci potranno essere utili per una corretta lettura dei dati. Abbiamo proposto un emendamento per affiancare all’Arpa anche la Usl Umbria 2 e l’Ateneo, oltre ad altre realtà scientifiche. L’Università ha effettuato uno studio, su Perugia, relativamente all’inquinamento dell’aria. I risultati, molto interessanti, potrebbero portare a replicare quello schema anche su Terni. Non partiamo da zero: le Usl e le strutture hanno già strumenti da cui partire per intervenire sul problema». Vincenzo Bianconi (Misto): «Il tema della salute è prioritario e dovremo dedicare ad esso la giusta attenzione, vista la rilevanza che esso riveste per tutti gli umbri. Sostengo la proposta della istituzione della commissione». Fabio Paparelli (PD): «Concordiamo con la proposta, per trovare finalmente un equilibrio armonico tra lo sviluppo e la salute dei cittadini. Le componenti traffico, industria e residenzialità sono le criticità principali da affrontare, senza dare spazio agli allarmismi e neppure ai negazionismi. Il nostro emendamento vuole solo specificare la collaborazione con Arpa, Università di Perugia, Usl Umbria 2, ordine dei medici, sindacati, associazioni ambientaliste e comitati. Sarebbe anche opportuno che la commissione potesse svolgere i suoi lavori all’interno della sede di Terni, più comoda e idonea anche per i soggetti coinvolti».

Respinto un emendamento

Il consiglio ha anche respinto un emendamento proposto dalla minoranza con cui si chiedeva di svolgere i lavori della commissione di norma nella sede di Terni, avvalendosi di studi, ricerche e indagini già esistenti a livello ministeriale nonché della collaborazione di Arpa, Università degli studi e Usl, oltre a coinvolgere l’ordine dei medici, le associazioni datoriali e sindacali, le associazioni e i comitati ambientalisti. Nel respingere l’emendamento, diversi esponenti della maggioranza hanno rimarcato che comunque ci saranno audizioni con i soggetti indicati.

«Incomprensibile atteggiamento»

«Incomprensibile e sbagliato l’atteggiamento – il commento di Fabio Paparelli, consigliere del Pd e portavoce della minoranza – di chiusura assunto dalla
maggioranza rispetto alla nostra proposta emendativa avente per oggetto l’individuazione della sede di Terni, della Regione Umbria, quale luogo
naturale per i lavori della costituenda commissione d’inchiesta sulle condizioni di inquinamento dell’area ternana e narnese. Come fosse del tutto naturale che la commissione svolgesse, di norma, la propria attività negli uffici regionali di Terni. Risulta pertanto del tutto assurda la decisione di insediare a Perugia una commissione che tratterà, in via esclusiva, le problematiche afferenti le particolari criticità ambientali dell’area ternana, con audizioni di persone per la quasi totalità residenti nella conca, provocando ostacoli e disagi. Ci auguriamo che tale posizione – prosegue Paparelli – possa essere rivista quanto prima e che possano essere accolte anche le altre proposte che abbiamo avanzato nel merito circa il coinvolgimento permanente dei diversi soggetti interessati per competenza ed opportunità, come Arpa Umbria, la sezione di igiene e sanità pubblica dell’università di Perugia, i tecnici della Asl 2 e i direttori dei settori ambiente e sanità della Regione oltre all’ordine dei medici, alle associazioni datoriali e sindacali, alle associazioni e ai comitati per la difesa dell’ambiente. Riteniamo infine indispensabile, e torneremo a proporlo, che tale commissione si occupi non solo di analisi ma soprattutto di individuare risposte concrete, a partire dal riconoscimento in sede governativa e di UE di ‘Area ad elevato rischio di crisi ambientale’ che permetterebbe l’attivazione di misure speciali
indispensabili ad affrontare un tema cosi sentito dalla popolazione».

Carissimi replica

Non si fa attendere la risposta di Carissimi, il quale definisce «inutili e superficiali» le dichiarazioni dell’esponente Pd. «La proposta emendativa di Paparelli si fondi su un articolo di legge abrogato da ben 22 anni. La dichiarazione di area di elevato rischio di crisi ambientale coinvolge anche il consiglio dei ministri, il ministero dell’Ambiente e le commissioni parlamentari competenti, di fatto traducendosi in un allungamento dei tempi procedimentali e nulla aggiungendo alla risoluzione del problema; il coinvolgimento dei diversi soggetti interessati come Arpa Umbria, la sezione di igiene dell’università di Perugia, l’Azienda sanitaria locale, l’Ordine dei medici, le Associazioni datoriali e sindacali e le associazioni per la difesa dell’ambiente, era già implicitamente previsto nel calendario dei lavori della neonata commissione, rendendo quindi inutile e pleonastico l’appunto di Paparelli. Per quel che concerne il luogo dei lavori della Commissione d’Inchiesta , come già avviene per le altre commissioni, sarà possibile farli nel luogo che si riterrà più opportuno in base alle esigenze. Mi auguro che gli interventi futuri dell’opposizione possano essere guidati dalla volontà di apportare dei contributi fattivi e nuovi alle proposte e non da sterili personalismi e contrapposizioni di parte».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli