Ast in vendita, Burelli: «Qual è la novità?»

Terni, parla il numero uno di viale Brin: «Da oltre tre anni l’azienda non è asset strategico per Thyssenkrupp». Il sindaco Di Girolamo: «Nessuna sorpresa»

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La conferma che l’Ast è in vendita, arrivata giovedì per voce del Ceo di ThyssenKrupp Heinrich Hiesinger e seguita da numerose reazioni politiche, porta anche il numero uno di viale Brin – l’amministratore delegato Massimiliano Burelli – ad intervenire sulla questione, spandendo ottimismo e rassicurando sulle prospettive future dell’azienda.

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«Nessuna novità» «Da quando Ast è tornata in ThyssenKrupp nel 2014 – afferma Burelli in una nota siglata ‘in accordo con il cda’ – l’azionista ha sempre dichiarato che l’azienda è un’importante risorsa, con un grande potenziale, ma non costituisce un asset strategico per Tk, come ribadito ieri dall’ad di ThyssenKrupp durante l’annuale conferenza stampa. Questa – prosegue l’amministratore delegato di Acciai Speciali Terni – è una valutazione che risale a più di tre anni e mezzo fa e si riferisce al ruolo della nostra azienda all’interno di una visione strategica della ThyssenKrupp».

L’ad Massimiliano Burelli e il sindaco Leopoldo Di Girolamo

«L’azienda funziona» «Dal nostro punto di vista – spiega Burelli – nulla è  cambiato: siamo e rimaniamo una costola importante della business area Materials Services e non rientriamo, come già comunicato, nella joint venture pianificata fra ThyssenKrupp Steel Europe e Tata Steel Europe. Posso soltanto ripetere quanto detto lo scorso 16 ottobre ai segretari nazionali delle organizzazioni sindacali: disponiamo di importanti sinergie all’interno della nostra business area, da quando ne siamo entrati a fare parte, abbiamo cominciato a sviluppare un nuovo modello industriale, le nostre performance sono cresciute mese dopo mese ed Ast è tornata a fare utili».

Ottimismo «Da aprile 2014 abbiamo contribuito in maniera costante alla crescita dell’Ebit (margine operativo netto, ndR), nonostante le difficili condizioni di mercato: la nostra ambizione è proseguire per migliorare ulteriormente il ruolo ed il valore di Ast. Oggi possiamo confermare il nostro ottimismo sul futuro del sito di Terni. Continuando con il programma di miglioramento – conclude l’ad di Acciai Speciali Terni – potremo raggiungere i nostri obiettivi, diventeremo più competitivi sul mercato interno e sui mercati internazionali».

Leopoldo Di Girolamo

Parla Di Girolamo A un giorno dalle parole di Hiesinger, interviene anche il sindaco: «Che Thyssenkrupp non fosse più interessata alla produzione di acciaio inossidabile è noto da tempo e quindi ulteriori dichiarazioni che vanno in questa direzione non ci colgono di sorpresa. L’amministrazione comunale segue la vicenda con grandissima attenzione. Come istituzioni abbiamo già chiesto un incontro al Ministro e andiamo a rinnovare questa richiesta. Le interlocuzioni con il ministero dello sviluppo economico proseguono anche in queste ore. In tutti noi la massima consapevolezza che il passaggio è delicato. Sono elementi positivi i rilevanti progressi fatti dall’azienda sul fronte del bilancio e del riequilibrio delle varie aree produttive. Riteniamo che oggi Acciai Speciali Terni sia una azienda competitiva e appetibile per ogni gruppo: speriamo che le logiche autolesionistiche dell’antitrust europeo non siano un ostacolo a fronte dell’interesse di gruppi rilevanti».

Kaizen e la menzione per Ast Intanto Acciai Speciali Terni – l’appuntamento è per mercoledì 29 novembre al nuovo parco agroalimentare di Bologna – riceverà una ‘menzione speciale’ in occasione dell’annuale evento sul miglioramento continuo a cura del Kaizen Institute. Nell’occasione ci sarà la premiazione dei vincitori ‘Kaizen Award Italia’ 2017: Ast riceverà una menzione speciale per ‘lo sviluppo del miglioramento continuo in un ambiente particolare per dimensione, safety e processi’.

Rifondazione Il segretario regionale umbro e quello provinciale di Terni del Prc-SE – Enrico Flamini e Lorenzo Carletti – si dicono «tutt’altro che stupiti dall’annuncio del board di Tk di mettere in vendita il sito ternano di Ast. Da tempi non sospetti, fin dalla stipula dell’accordo del 2014 successivo alla vertenza – scrivono – Rifondazione Comunista sottolineò i limiti di quel piano. Temevamo infatti un progressivo disinvestimento da parte dell’azienda rispetto ai volumi di produzione, alle riforme ambientali, al mantenimento del ciclo integrato e alla difesa dei posti di lavoro. Noi continuiamo a pensare che l’unico argine al progressivo smembramento di Ast sia l’intervento pubblico a difesa della strategicità del sito, per il rilancio del nostro ruolo di paese produttore di acciaio di qualità e per la tutela del lavoro e dell’identità industriale della città di Terni».

 

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