Bevagna e il suo fiume: «Tutelare la salute»

Regione e Comune promettono che si agirà secondo il principio di garanzia. Ma dopo il funerale del Teverone non è stato ancora convocato il tavolo tecnico

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Sono passate quasi due settimane dall’incontro di Bevagna sullo stato di salute del Teverone Timia – inquinato da scarichi abusivi e dalla cattiva gestione delle acque provenienti dal territorio folignate – e soprattutto sulle eventuali misure per rimediare alla situazione venutasi a creare, che ha nella periodica moria di pesci le conseguenze più evidenti. Ma al momento ancora nulla si è mosso.

L’URLO DI BEVAGNA: «LA MERDA DI FOLIGNO NON LA VOGLIAMO» – VIDEO

Il Teverone Timia dopo un temporale

In attesa di una data Regione, Comune e ed altri enti coinvolti si stanno mettendo d’accordo sulla data in cui si dovrà riunire il tavolo tecnico per analizzare il problema e trovare le possibili soluzioni. Da due settimane. Abbiamo provato a saperne di più scoprendo che si discute sull’ipotesi di vedersi giovedì. Se, consultate le rispettive agende, la data andrà bene a tutti, saranno coinvolti – è stato promesso nella famosa assemblea pubblica – anche i rappresentanti territoriali, a cominciare dal Comitato per la difesa dell’acqua e dell’aria di Bevagna, che con il suo presidente Mario Lolli ha catalizzato la protesta sintetizzandone nell’assemblea i passaggi chiave. Sua la frase diventata ormai slogan della protesta: «Noi la merda di Foligno non la vogliamo».

IL FUNERALE DEL FIUME – VIDEO

Il parco fluviale «Chiediamo un intervento vero – aveva detto in quella occasione il sindaco di Bevagna Annarita Falsacappa – che completi il sistema di depurazione anche nel nostro territorio, con vasche di contenimento in cui possano defluire le acque in uscita dal depuratore Casone in caso di maltempo, un intervento serio anche sul sistema fognario, sui collettori. Vogliamo infine che si realizzi finalmente un parco fluviale da Spoleto a Cannara partendo dalla riqualificazione dei tratti fluviali e ravvivando una valle che possiede un’infinità di ricchezze e prelibatezze».

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Assemblea pubblica

Depurare le acque Ma quella del parco fluviale è un’idea che non piace ai comitati né ai cittadini comuni – tanti – che erano in assemblea quella sera e che si stanno interessando all’annoso problema. Per la precisione: l’idea del parco fluviale non viene rigettata a prescindere. A patto però che sia una cosa in più rispetto alla risoluzione del problema inquinamento. La paura, invece, è che la moria di pesci diventi un pretesto mediatico per accelerare l’arrivo dei fondi richiesti per il parco fluviale; un contentino che non risolverebbe il vero problema: la mancata separazione delle acque nere dalle acque bianche che arrivano nel Teverone Timia, attraverso un’intricata rete di collettori idrici, che rende di fatto questo tratto di fiume la valvola di sfogo di scarichi urbani, di allevamenti animali e piccole industrie di tutto l’alveo.

Le centraline Sostanziale accordo, invece, sulla installazione di nuove centraline. Purché funzionino sempre (invece in occasione della moria dello scorso luglio alcune saltarono: pare a causa di un fulmine, stando a quanto viene riferito dai gestori). E purché i dati raccolti vengano utilizzati per affrontare e risolvere il problema, non come mero esercizio d’archivio. In tal senso – ha annunciato l’amministrazione comunale bevanate – è stata già firmata una convenzione tra i Comuni di Bevagna e Foligno: le centraline saranno installate nell’Alveolo e in zona Case Vecchie.

L’ASSESSORE CECCHINI SUL CASO DEL FIUME DI BEVAGNA – INTERVISTA 

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Attingimenti per i campi

Gli attingimenti E se i dati saranno davvero così drammatici come ipotizzano i cittadini, non è escluso che venga inibito l’attingimento ad uso irriguo dai vari canali che costeggiano i campi. A precisarlo è proprio l’assessore Cecchini, intervistata da umbriaOn: «Se c’è un problema igienico-sanitario certamente agiremo di conseguenza – dice – ma questo ce lo deve dire il monitoraggio che fa Arpa. Se si rendesse necessario, noi saremo pronti a farlo». Più in generale, sul problema Bevagna l’assessore Cecchini precisa di non avere la bacchetta magica: «Bevagna ha una situazione particolare per il sistema che sta attorno a determinati fiumi, c’è già una interlocuzione aperta sia con Arpa che con il consorzio, oltre che con il Comune. Sono in attesa di una data da parte del sindaco per il tavolo tecnico che abbiamo già convocato in quella occasione. No so quale possa essere la soluzione. Non è mio compito stabilire se il depuratore funziona. In ogni caso – conclude – credo che la soluzione migliore sia mettere tutti attorno a un tavolo e capire quali sono le cose che possiamo fare per andare a migliorare l’attività dell’acqua di Bevagna».

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