Canoni idroelettrico, Liberati e Nevi divisi

Terni, botta e risposta su Galleto e i margini che realizza chi gestisce la centrale

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L’idroelettrico e i canoni che la Regione applica a chi utilizza le acque regionali, ‘spaccano’ le opposizioni in Regione. Da una parte c’è Forza Italia che si dice contraria agli aumenti imposti in estate, mentre dall’altra c’è il Movimento 5 Stelle per il quale il canone potrebbe addirittura essere più alto.

Raffaele Nevi

Raffaele Nevi

Nevi Il presidente del gruppo di Forza Italia in Regione, Raffaele Nevi, dice che «la giunta regionale approfittando della pausa estiva e senza coinvolgere l’assemblea legislativa ha deliberato il raddoppio dei canoni concessori alle industrie idroelettriche del territorio che porterà un tesoretto di circa 5 milioni di euro nelle casse della Regione».

Galleto Si tratta, dice Nevi, «di un aumento che colpirà pesantemente la centrale idroelettrica di Galleto a Terni che tra l’altro sta passando di proprietà, da E.On al gruppo Erg. Al di là delle considerazioni che il mio gruppo farà in sede di bilancio preventivo rispetto all’utilizzazione di queste somme da parte della Regione e dei Comuni per evitare la solita manovra per fare cassa o per aiutare qualche Comune amico a temperare i gravissimi problemi di bilancio (vedi il Comune di Terni), annuncio la presentazione di una interrogazione urgente per sapere se le aziende interessate sono state informate (come auspicherei) di questo aumento del 100% dei canoni e in caso affermativo se ci saranno e quali saranno, le ricadute di questo provvedimento sui piani industriali delle imprese interessate.
Voglio sperare che questo provvedimento sia stato ponderato e siano state considerate tutte le conseguenze che avranno, se le avranno, nei rapporti tra le multinazionali e il territorio. Non vorrei che questo atto fosse solo il frutto di un’esigenza di continuare con la politica del tassa e spendi tanto caro alla sinistra di casa nostra».

TRA E.ON E ERG, L’DROELETRICO PERDUTO

Andrea Liberati

Andrea Liberati

Liberati «Anziché 110 milioni di utile all’anno, se ne prevedono 108 circa: ecco di quali grandi ‘perdite’ stiamo parlando – replica il consigliere regionale del M5S, Andrea iberati – per il ‘povero’ Garrone, acquirente del Polo idroelettrico di Terni, dopo l’aumento dei canoni deciso dalla giunta dell’Umbria. Sempre troppi soldi finiranno dunque nelle tasche dei giganti dell’energia e pressoché zero ai territori, senza dimenticare che ancora nessuna autorità ha proceduto a verificare le effettive potenze in gioco, potenze su cui vengono calcolati appunto i canoni».

I canoni Secondo Liberati, anzi, «la giunta regionale, nell’attesa di restituire al pubblico gestioni tanto lucrose, dovrebbe affrettarsi ad accrescere ulteriormente gli importi dei canoni, così come fatto non solo dall’Abruzzo, ma dalla Lombardia che, dal 2016, impone un canone aggiuntivo pari al 30% della rendita conseguita dagli operatori di grande derivazione, arrivando ai circa 60 euro/Kw contro i nostri 31.Impianti che, lo ricordiamo, non sono neppure mai stati sottoposti a gara pubblica, diversamente da quanto ci chiede l’Europa».

«Niente minacce» Il consigliere del Movimento 5 Stelle, poi, rincara la dose: «La Regione Umbria, da sinistra a destra, consente da anni enormi speculazioni finanziarie sulla nostra acqua, su beni dunque non delocalizzabili e senza che nulla ricada sulle comunità coinvolte: i presunti rischi occupazionali li respingiamo al mittente e non possono essere certo agitati da parte di aziende che dichiarano utili sicuri e pari a oltre 1oo milioni di euro all’anno. Occorre dunque urgentemente aggiornare la legge sull’idroelettrico, senza farsi condizionare da multinazionali che hanno trovato in Umbria la terra del bengodi: non abbiamo l’anello al naso. La giunta dovrebbe infine chiarire secondo quali parametri come e con quali obiettivi intenderà redistribuire i canoni ai territori interessati dagli impianti: no assoluto ai richiami clientelari. Sì invece all’apposizione di stringenti condizionalità».

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