Cascata ‘accessibile’: «Persa un’occasione»

Terni: un’azienda era pronta ad abbattere le barriere ‘a costo zero’ ma la gara l’ha vinta un’altra. Le associazioni disabili non mollano

Condividi questo articolo su

L’impresa, quella che aveva condiviso il loro progetto per abbattere le barriere architettoniche del complesso turistico della cascata delle Marmore, avrebbe realizzato il tutto senza far spendere un euro in più al Comune. «Ulteriori migliorìe – così era scritto nella relazione di progetto – da fornire a riduzione del proprio utile di impresa e non quantificate nell’offerta economica, per garantire l’accesso ai servizi del sito anche alle persone con disabilità».

Cascata Marmore senza barriere, per disabili (progetto Afad Turilli) 2 - gennaio 2016 (1)«Occasione persa» Alla fine i lavori – relativi al 2° lotto degli interventi di prevenzione del rischio idrogeologico della cascata delle Marmore – se li è aggiudicati un’altra impresa, diversa da quella – modenese – con cui la Federazione associazioni disabili (Fada) di Terni aveva ragionato a lungo per trovare una soluzione ai problemi di accessibilità che caratterizzano il sito turistico più importante del territorio, candidato a ‘patrimonio Unesco’. Così per la Fada, l’aggiudicazione provvisoria ad un’altra delle tre ditte partecipanti al bando – pur legittima – rappresenta semplicemente «un’occasione persa».

I problemi «Ad oggi – spiegano Marco Turilli dell’associazione ‘Un volo per Anna’ e il presidente dell’Unmil, Gianfranco Colasanti – siamo ben lontani dalle condizioni di un’offerta turistica ‘accessibile’ a tutti. Il percorso che si snoda dagli ingressi della rete sentieristica principale, per raggiungere il centro di educazione ambientale, passando all’interno del giardino botanico fino all’inizio del sentiero 1 che porta al ‘belvedere degli innamorati’, è praticamente off limits per qualsiasi avventore disabile che volesse godere della bellezza della cascata». I problemi principali, secondo i rappresentanti delle associazioni, sono legati a «percorsi inaccessibili con servizi posti su livelli differenti e non raccordati da rampe, sezioni strette dei percorsi pedonali, materiali inadeguati, l’impossibilità di avvicinarsi a postazioni belvedere in maniera autonoma, mancanza di piste per ipovedenti e non vedenti, problemi di comunicatività ambientale e una segnaletica dedicata praticamente assente».

Le idee Una soluzione progettuale a tutto ciò, anzi più di una, era stata individuata. Ma poi non è andata secondo le attese. «Di concerto con l’impresa – afferma Marco Turilli – avevamo studiato un «un incremento della rete dei percorsi accessibili, con la realizzazione di due rampe pedonali che avrebbero consentito di raggiungere i piazzali del centro di educazione ambientale e della serra del giardino didattico, la stabilizzazione di gran parte dei percorsi della rete sentieristica interna, l’adeguamento dello stretto percorso pedonale che si sviluppa all’interno del giardino botanico, la realizzazione di piazzole belvedere in punti panoramici oggi inaccessibili a chi è disabile, l’allestimento di un ‘percorso didattico’ al tunnel degli innamorati e l’inserimento di segnaletica non convenzionale e strumenti multi sensoriali per ipovedenti e non solo». Un ‘pacchetto’ di interventi la cui realizzazione, ora, si fa più complicata.

Determinati In questo senso le associazioni disabili ‘deluse’, non intendono comunque mollare: «Un sito candidato a diventare ‘patrimonio Unesco’ non può disattendere gli stessi principi di inclusione e accessibilità sanciti dalle carte Onu a tutela di tutte le persone disabili. E una cascata finalmente ‘aperta a tutti’ rappresenterebbe un vanto per l’intero territorio. Per questo siamo decisi a portare avanti i nostri progetti e in questo senso – spiegano i rappresentanti dell’Afad – abbiamo già avviato contatti con sponsor privati e con lo stesso Comune, che incontreremo a breve e che dovrà fare la propria parte». La partita, l’ennesima sul fronte dei diritti delle persone disabili, è aperta.

La Consulta I malumori emergono proprio nel giorno in cui si è riunita per la prima volta la Consulta permanente sul turismo, che «vuole caratterizzarsi – spiega l’assessore Daniela Tedeschi – come una struttura permanente di partecipazione e coordinamento tra tutti coloro che operano sul turismo». Con l’obiettivo di rendere effettivamente integrate le attività, aprire ad una vera collaborazione tra il soggetto pubblico e i privati, rendere sempre più moderne le attrezzature e valorizzare le eccellenze del territorio». E per cominciare si lavorerà alla creazione di un «biglietto turistico unico, per l’accesso ai diversi siti presenti nei nostri territori».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli