di Pietro Cuccaro
State attenti quando prendete un treno della Ferrovia Centrale Umbra. Ricordatevi di fare sempre il biglietto e di obliterarlo. In caso di multa potreste essere in guai seri. Non tanto per l’entità della sanzione, quanto per la moneta con cui dovrà essere pagata: le multe vanno versate in lire. Almeno questo è quello che dice il cartello che abbiamo fotografato su un treno in partenza dalla stazione Sant’Anna di Perugia.
Le sanzioni «Chi è trovato, in corso di viaggio o all’arrivo del treno, con biglietto non convalidato – si legge – viene assoggettato al pagamento di una penalità di lire 30.000 (trentamila). Il biglietto stesso viene reso valido dal personale di controlleria». Chi è addirittura senza biglietto, oltre alle 30 mila lire, deve pagare anche il titolo di viaggio. Non è chiaro se anche il prezzo del biglietto vada corrisposto in lire o in euro (ad oggi € 1,50).
Classi e contraffazioni Più contenute le sanzioni per chi invece fosse trovato con biglietto di classe inferiore: appena 15 mila lire. Peccato che le classi sui treni regionali siano state abolite da un bel po’. Raddoppiano invece le multe per biglietti o documenti contraffatti: in questo caso parte da 60 mila lire. Infine, è indicato a lettere cubitali che: «Tutte le riscossioni di cui sopra saranno inoltre assoggettate al diritto fisso per esazioni suppletive di L. 10.000». L’avviso è datato 28 maggio 1995.
Un tuffo nel passato Ironia a parte, termini e modalità di comunicazione sembrano provenire da un’altra epoca, dimostrando ben più degli appena 21 anni del cartello. Nel maggio del ’95 la Ferrovia Centrale Umbra era ancora a gestione governativa (come si legge nella parte sinistra dell’avviso): sarebbe diventata regionale solo nel 2000, pochi mesi prima dell’entrata in vigore dell’Euro. Insomma, a rigor di logica, quel cartello sarebbe dovuto sparire almeno 16 anni fa. Nel ’95 non c’era ancora il servizio diretto Sansepolcro-Perugia-Terni-Roma. Al governo c’era Lamberto Dini (dopo la caduta del primo governo Berlusconi) e Scalfaro era Presidente della Repubblica. Sacchi era allenatore della nazionale, in serie A giocavano Cremonese, Foggia e Padova; il Perugia lottava in B con Camplone in difesa, Rocco Pagano sulla fascia e un giovanissimo Cristiano Lucarelli in attacco (in panchina Castagner e poi Viviani); la Ternana era fra i Dilettanti e stava per risalire in C2.
Passato presente Nel maggio ’95 Internet era già nato ma non si era ancora diffuso in Italia su larga scala: ci si collegava col modem che gracchiava, si pagava a consumo e la connessione era lentissima. Oggi il biglietto del treno può essere fatto online e pagato con un sms. Eppure tutto, nei treni FCU, sembra di un’altra epoca. Basti pensare che alla stazione Sant’Anna, proprio mentre fotografavamo questo cartello, il convoglio era fermo sul binario e non poteva partire perché si aspettava un treno in arrivo (che era in ritardo). Si perché in Umbria in molti punti si viaggia ancora su binario unico.
Treni a gasolio E intanto faceva rifornimento. Perché i treni FCU viaggiano ancora a gasolio, annunciandosi con il fischio e col frastuono del motore e lasciando dietro la scia dei gas di scarico. Ovviamente l’avviso è superato e non più in vigore. Sarà stato lasciato lì per una dimenticanza. Ma, pensandoci bene, anche se siamo nel 2016, forse non è un caso che in quei vagoni ci siano ancora cartelli del 1995: sono più intonati al contesto.